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giovedì con l'avvocatoTramite referendum gli irlandesi hanno di recente previsto la possibilità, per le coppie composte da  soggetti dello stesso sesso, di unirsi in matrimonio. Preso atto del risultato referendario, i maggiori siti italiani di informazione hanno pubblicato, aggiornandole, eloquenti mappe indicanti lo stato dei diritti delle coppie omosessuali in ogni nazione europea.

La vicenda giudiziale di questa settimana giunge dall’Abruzzo, ove il Tribunale di Pescara dichiara la separazione di una coppia di coniugi disponendo l’affido condiviso del figlio minore con riconoscimento in favore del medesimo di un assegno di mantenimento pari ad euro 400,00 e lo stabilimento della residenza presso la madre.

Siamo in Puglia, nel 2004, quando un uomo si rivolge al locale Tribunale per chiedere la cessazione degli effetti civili del matrimonio contratto anni prima con la moglie. Il marito chiede in particolare che alla donna non venga riconosciuto alcun assegno divorzile. La moglie, che non si oppone al divorzio, è ovviamente di parere contrario, e chiede il riconoscimeno di una somma su base mensile.

Quanto grande è la distanza culturale che separa la società italiana da quella cui appartengono quei cittadini stranieri che, comunque giungano in Italia, decidono di rifugiarvisi, venirvi a vivere o lavorare? Arduo rispondere. Comunque stiano le cose, è certo che il massiccio flusso migratorio che da tempo interessa la nostra nazione impone al legislatore scelte e decisioni talvolta di difficile bilanciamento e soluzione.

Alla fine anche l’Italia si allinea alle altre nazioni europee. Ormai ovunque in Europa i termini per addivenire alla separazione prima ed al divorzio poi tra coniugi son stati da tempo notevolmente ridotti. Non così in Italia ove tutti i tentativi (con eccezione delle modifiche introdotte con la legge n. 74 del 1987) a più riprese effettuati negli anni son sistematicamente naufragati sull’assunto che un provvedimento di tal natura avrebbe leso la famiglia e la sua integrità. Ieri, tuttavia, la camera ha definitivamente approvato il "divorzio breve", ovvero le modifiche alla legge n. 898 del 1970.

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