Italia paese di poeti, di santi, di pensatori e di tante altre cose ancora che per poterle elencare bisognerebbe chiedere alla Treccani di fare un estensione alla già monumentale raccolta di volumi analitici. La poesia è una questione genetica per il nostro popolo. Un condensato di emozioni che ha la necessità di snellire l’impatto emotivo dato dalla narrativa. Nei voli pindarici si plana su amore e depressione. Queste sono le rotte maggiormente battute dai sorvolatori della rima baciata. Carlo Zanutto si trasforma in aviatore pioniere. Raduna pochi impavidi aggettivi per il suo battesimo dell’aria e senza alcun brevetto di volo si stacca con decisione da terra e inizia il suo viaggio carico di emozioni forti, di parole dirette, di tempi verbali che hanno chiesto di poter fare ritorno all'origine, in quel luogo dove gli uomini hanno ancora due gambe, due braccia e due occhi per poter cercare dritto nello sguardo di chi gli sta davanti ciò che spesso non si vede più.
Il 1968 rappresenta tutt'ora un ipotetico spartiacque che scinde in estuari multipli le correnti artistiche successive a tale data. Pochi mesi dopo l’inizio di tale scisma, l’uomo riuscì a posare per la prima volta i propri piedi sulla luna, rientrando poi sul pianeta terra con un carico di energie cosmiche che si diffusero su tutti i terreni delle varie forme d’arte. È un incipit strano, questo, per identificare come figlio della cultura sessantottina, fatta di rottura, di cancellazione degli schemi e di volontà nel voler costituire basi continue di cambiamento, un lavoro letterario, che ha radici nel periodo beat e che estende la sua ombra sino ai giorni nostri, smuovendo le fronde della crisi e facendo cadere a terra tredici racconti carichi di significato, pregni di solitudine, di ansie, di psicopatologie quotidiane, di tutto ciò che oggi, in molti, si trovano a dover vivere senza riuscire a capire come potersi dissociare dai tentacoli che lentamente fanno presa su esistenze sempre più deboli. Giovanni Battista Menzani entra di diritto nel salone dei nuovi autori. Lo fa portando in dote una serie di parole nuove che invadono le stanze della nostra coscienza come bambini chiassosi e festanti.
Aurora Cantini è un'insegnante di scuola primaria, poetessa e narratrice di storie create sul selciato o ascoltando i suoni del bosco già da bambina, vive a cavallo tra la Valle Seriana e la Valle Brembana. Non ha seguito corsi di scrittura, non ha un mentore, tutto è puramente e orgogliosamente autodidatta.
WEB TV |
---|
GAZZANIGA, INIZIATI I LAVORI PER RIPARARE AI DANNI CAUSATI DAL NUBIFRAGIO
Views : 559
|