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Verrà presentato questa sera alle 20.30 presso l'oratorio di Semonte di Vertova, e successivamente distribuito alle 9000 famiglie dei territori a partire dal 16 maggio, il documento di studio redatto dalla "Commissione comune unico Media Valseriana". Tra i dati emersi un risparmio di 15 milioni di euro al decennio qualora si procedesse con la fusione. Al progetto non hanno aderito le maggioranze di Colzate, Fiorano al Serio, Gazzaniga e Cene.

I sopra citati comuni non hanno inoltre autorizzato l'uso dei loghi sulla locandina che promuove la serata, segno della distanza che c'è con il progetto preliminare di raccolta dati per valutare un'eventuale fusione portato avanti dal consiglio comunale di Vertova, nella persona di Riccardo Cagnoni, insieme alle 4 minoranze.

La disunione con cui è partita la commissione non ha però fermato il lavoro di raccolta dati che sarà presentato questa sera durante l'evento denominato "Perché è meglio un comune unico in Media Valseriana: confronto con la società civile"; saranno presenti: il Presidente della provincia Matteo Rossi, il Presidente di Confindustria Bergamo,il  Pro Rettore dell’Università degli Studi di Bergamo, il Segretario provinciale della CGIL-SPI, il Segretario Generale Anci Lombardia, il direttore di ANCITEL  Lombardia Massimo Simonetta ed il sindaco del comune di Valsamoggia, quarto comune della provincia di Bologna in ordine di dimensione, nato nel 2014 dalla fusione di 5 comuni e che oggi conta 30.000 abitanti.

"Il documento che presenteremo questa sera - spiega Cagnoni - dimostra come a fronte di una totale omogeneità territoriale ci sia una forte disomogeneità nella gestione dei territori sia in termini di tassazione che di servizi. Dalla fusione amministrativa dei comuni nascerebbe una città di circa 19.000 abitanti che assumerebbe un rilievo importante nel panorama provinciale attuale, costituito da 242 comuni, diventando il primo comune in termini dimensionali della Valle Seriana e collocandosi al quarto posto, insieme a Romano di Lombardia, e dopo Treviglio, Dalmine e Seriate nell’intera provincia bergamasca. Come documentano i dati riportati il beneficio economico che si trasferirebbe sul territorio sarebbe pari a non meno di 15 milioni di euro nel decennio".

"L'incontro - conclude Cagnoni - vuole aprire il dibattito alla società civile ed è un invito ai cittadini ad essere parte attiva di questo processo di cambiamento, perché, ricordiamolo, l'ultima parola spetta a loro attraverso il referendum popolare".

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