La storia di Aung San Suu Kyi, leader del movimento non violento birmano, giunge al teatro Donizetti. Da sempre in prima linea nella difesa e per il riconoscimento dei diritti civili in Birmania contro la cinquantennale dittatura militare, seppur costretta per lunghi anni agli arresti domiciliari, nel 2007 ha ottenuto il premio Nobel per la pace.
Il teatro delle albe di Ravenna ne porta ora in scena la vita, le battaglie, la perdita del padre, assassinato, lo spirito indomito.
Lo spettacolo, come raccontano i protagonisti della compagnia, è nato per caso, mentre gli stessi stavano sorvolando l’atlantico diretti a New York: ne seguì un viaggio in Birmania alla scoperta di quella terra e delle sue sofferenze. La figura di Aung San Suu Kyi è rivelata sul palco nei suoi particolari più marcati quali, su tutti, la “bontà”, come intesa dalla protagonista, prima di lei, da altri indomiti combattenti quali, tra i molti, Rosa Luxemburg, Simone Weil, Gandhi, Martin Luther King, Jean Goss a Aldo Capitini: tutti accomunati dalla strenua volontà di non cedere alla violenza, alla legge che domina il mondo, per rimanere “esseri umani”, nonostante tutto. Lo spettacolo si presenta come magistrale interrogazione sul significato più profondo della democrazia, del bene comune, della verità e della giustizia, e sul sacrificio di sé per infondere vita a concetti ed idee altrimenti senz’anima. La narrazione segue la vita della leader Birmana sino al 2010, anno della sua liberazione, avvenuta dopo ventuno anni di reclusione in diverse forme. Oggi Aung San Suu Kyi siede in parlamento, unica donna, e la Birmania attraversa un complesso periodo di atransizione democratica. Uno spettacolo da vedere.
In scena da martedì 12/01 a sabato 16/01 ore 20.30 – domenica/17 ore 15.30
di Marco Martinelli
ideazione Marco Martinelli e Ermanna Montanari
regia Marco Martinelli
MARCO MARTINELLI E ERMANNA MONTANARI
PREMIO ENRIQUEZ-CITTA DI SIROLO 2015
RISPETTIVAMENTE PER LA REGIA E L’INTERPRETAZIONE
Durata: 2 ore e 30 minuti con intervallo
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