Di storie di relitti nella letteratura ne abbiamo lette tante ma quella della Costa Concordia, inabissatasi all'Isola del Giglio, è la prima storia reale documentata minuto per minuto, che cambierà per sempre nel nostro immaginario il fascino del naufragare. Mercoledì 23 luglio, due anni e mezzo dopo l'incidente, la Costa Concordia ha salutato l'Isola del Giglio ed è tornata a navigare per l'ultimo viaggio verso il porto di Genova.
A salutare la nave il suono delle sirene del porto e quello delle campane delle chiese delle tre località dell'isola del Giglio: Giglio Porto, Giglio Campese e Giglio Castello.
Una festa dunque, come doveva essere quel famoso inchino che il 13 gennaio 2012, costato invece la vita a 32 persone.
Da lì un caos mediatico e processuale che ci porta a ripensare al nome della stessa nave che ha creato, tra le persone coinvolte, e nella stessa opinione pubblica: discordia, amarezza e dolore.
Nel luglio 2014, mentre il processo ai danni del comandante Francesco Schettino, accusato di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, naufragio e abbandono di nave, tieni incollati ai media, la Concordia è stata "rimessa in piedi" e in queste ore viene trainata da due rimorchiatori verso il porto di Genova, dove, con lo smantellamento, troverà la sua fine.
Intanto la navigazione procede serena, gli abitanti del Giglio hanno riavuto il loro panorama impeccabile ma le vite, le vite spezzate da quel naufragio, quelle non potranno più tornare. E nessuna manovra o grande progetto di ripristino ridarà a chi è sopravvissuto la sua normalità.
Foto concesse da Project Multimedia sas