Il tornello, è un sistema di controllo delle macro affluenze, utilizzato principalmente per filtrare gli spettatori che accedono ai grandi eventi sportivi. Da tempo auspico che anche in letteratura si installino una sorta di check point. Troppa insulsa porcheria continua ad essere lasciata passare e sale a bordo di quell’aereo malmesso che è oggi l’editoria. I libri servivano per far volare la mente. Oggi si sono trasformati in cargo mastodontici dove viene stipata la più grande quantità di ciarpame possibile. Così non è per Il Regno degli amici. Ultimo lavoro presentato da Raul Montanari, che propone con maestria un viaggio a ritroso in quella dimensione dove noi, ragazzi degli anni ottanta, avevamo vissuto e che da tempo non eravamo più abituati a ricordare. E ci siamo tutti.
C’è il nostro rifugio segreto. Ci sono le nostre sbilenche giornate. Motorini scalcinati che avanzano per una strana inerzia. C’è quel caldo che ci trasformava in lucertole. C’è l’amore e c’è una Dea. Da seguire, da imparare ad amare. Quando parliamo di noi lo facciamo sempre con un enfasi maggiore rispetto a qualsiasi altro discorso che ci fa palpitare. E quando leggiamo di noi, riusciamo a riesumare ricordi che parevano davvero sprofondati nel buio di un deposito bagagli per oggetti smarriti. Non giudico la scrittura di Montanari.
Sarei un folle se volessi mettere in risalto alcuni passaggi piuttosto che altri. La mia è la pura analisi del momento. Quello che si credeva dimenticato e che invece è parte integrante del nostro modo di essere. Noi siamo l’evoluzione di ciò che siamo stati da ragazzi. Con i nostri favolosi sbagli. Con le nostre ridicole paure. Noi siamo ancora inevitabilmente ancora quelli con i brufoli. Quelli che sognavano di dominare i mondo e che non avevano in tasca il biglietto per raggiungere il campo di battaglia. Noi siamo quelli che davvero hanno vissuto in un epoca che oggi sembra così lontanissima, perché la magia che si respirava in quegli anni è diventata un immagine utopica.
Ma per noi, che siamo stati nel regno degli amici, leggere questo romanzo (favoloso) è come tonare al Luna Park. Salire su di una giostra che gira al contrario e tornare indietro nel tempo. Quello della nostra origine. Bellissimo.
Il regno degli amici. di Raul Montanari
A cura di William Amighetti
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