Fra scienza e fede. I lettori di Baricco si dividono sulle sue capacità in egual misura con chi si domanda a chi appartenga la creazione del mondo. In sintesi, Baricco è bravo o meno? E qui si entra nel dogma della fede, nel senso che i discepoli del fondatore della scuola Holden sarebbero pronti a partire in crociata per mettere alla pubblica gogna coloro che osano pronunciare invano il nome del maestro. Chi invece sceglie un approccio più tecnico per definire il nuovo vate della penna, rischia di essere tacciato di mania di protagonismo. Parlo male di altri per far si che si parli bene di me. Insomma, il dilemma Baricco resta uno dei grandi temi irrisolti della nostra vita. Confesso di averlo amato, in quella che definirei la fase catechistica della mia formazione letteraria. Poi mi sono detto che quei lunghi spazi bianchi li utilizzavo anche io nelle prime poesie che vergavo con la speranza che altri le potessero poi leggere. Che i monosillabi spacciati per capitoli erano sì genialate, ma che il riproporle sistematicamente le trasformava in parentesi Califfane (nel senso …che noia).
Insomma, se tutti gli altri autori si affidano ad una metrica consolidata, Baricco si ostina a voler trasformare un libro in un quadro, con pennellate di aggettivi speso messi lì a caso, per sbilanciare la prospettiva del lettore. Ad oggi, il sommo, non ha ancora deciso che cosa fare dell’immenso talento di cui dispone. Si autocompiace e torna ad imporre scelte che a nessun altro sarebbero concesse. Un romanzo senza sinossi. Una doppia copertina (con la speranza che i lettori acquistino entrambe le proposte?) e una mal celata speranza che il pubblico sia affetto da Alzheimer.
La sposa giovane è il rimasuglio di Seta. Sono gli appunti di stesura che Baricco mise nel cassetto con l’intento di riesumarli quando la sua verve creativa avesse iniziato a venire meno. Ecco, credo che siamo arrivati al capolinea. Che da qui in avanti, ciò che colui che decide la vita e la morte della maggior parte di ciò che viene scritto nel nostro paese, avrà da dire, sarà il riassunto di cose già dette. Di sogni già fatti. Di racconti che non portano più a nulla. Sognavamo con Salgari un tempo e poi con Verné e ancor acon Stevenson. Ci siamo lasciati abbindolare dall’idea che anche noi potessimo lasciare ai posteri un asceta della narrazione de noialtri. Usciamo dagli schemi. Abbandoniamo la paura. Scriviamo ciò che realmente sentiamo dentro di noi, senza il timore della lunga ombra baricchiana che promuove ciofeche indicibili e le eleva ad autori di lignaggio nobile solo perché piacciono a lui.
La sposa Giovane è una ciofeca pazzesca. Un libro che se avesse avuto un minimo di decenza sarebbe stato scritto su carta riciclata. Invece anche in questo caso, decine di alberi sono stati tagliati, sottraendo ossigeno al pianeta e intossicando ancora di più la mente di chi ha fatto lo sforzo di volerlo leggere.
La sposa giovane di Alessandro Baricco ed. Feltrinelli
A cura di William Amighetti
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