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La ricerca della felicità passa attraverso le dinamiche dei bastoncini degli Shangai. Se tirassi via la cosa che meno mi piace della persona che amo, se ne verrebbe via anche quella che mi piace di più". Con questo aforisma si potrebbe spiegare il senso del nuovo romanzo di Francesco Piccolo, “Momenti di trascurabile infelicità”. Un insieme di luoghi comuni, di considerazione depressive e di scatole di noia e inadeguatezza che spingono il lettore ad immedesimarsi nell’io narrante. Detta così potrebbe sembrare la nuova recensione di un romanzo che viene sconsigliato ai lettori. In realtà è l’analisi di ciò che il libro è e di come nelle sue pagine vi sia lo specchio di una società che sempre più impedisce a chiunque di trovare forme di felicità. Piccolo è un maestro assoluto nella caratterizzazione della nostra quotidianità. Abile sceneggiatore (andate a leggere il suo curriculum) un po’ troppo piacione invece in abito letterario.

Ad ogni modo questo romanzo può essere letto e non trasformato in suppellettile. La narrazione proposta dall’autore campano è una sorta di Ratatouille.Ci sono le psicopatologie della vita quotidiana, i dubbi Pirandelliani, Un pizzico di tristezza a marchio Checov e l’immancabile conflitto sentimentale Morettiano. Il romanzo regge, ma incomincio a domandarmi a quanto servano queste esternazioni comuni proposte da autori che sempre più dimostrano di non avere più nulla di nuovo da dire. Mi sembra che i titoli si susseguano. Che le storie non presentino nulla di nuovo. Che gli autori siano più attenti a cosa scrive l’altro piuttosto che a ciò che loro dovrebbero editare con maggiore cura. Pazienza, lasciamo comunque a posteri e posteriori due impressioni su un romanzo che viene letto in poche ore, visto che usando la tecnica del chewingum (cioè, lo tiri all’infinito sperando che continui ad allungarsi) Piccolo è riuscito a buttarci lì poco più di cento pagine.

Dopo un inizio un po' fiacco che già spostava in basso l'ago del gradimento, il libro risale con un vivace rincorsa che nelle sue tappe strappa più di un sorriso. Il confronto col precedente è d'obbligo e se ne esce con un bell'ex aequo. Un solo dubbio: i tanti esempi di piccola infelicità a volte paiono intercambiabili con quelli della modera felicità, chiaro segno che i modesti episodi della vita quotidiana vanno spesso letti con l'umore della giornata. Insomma, ci si trova davanti al solito dubbio amletico. Leggerlo o non leggerlo? Questo è il problema. Se fuori c’è il sole. Se dovesse anche piovere. Se avete rimandato un qualche cosa da fare, beh, alla fine, pensandoci bene ci sono tante cose migliori che non lasciarsi irretire da un libro che al momento del conto non presenta sorprese.

 

Momenti di trascurabile Infelicità di Francesco Piccolo. Ed Einaudi

 

A cura di William Amighetti

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