Il nome di Ali Razeghi probabilmente non dice nulla alla maggior parte dei lettori. Ancora meno il termine Aryayek. L’unico Ali conosciuto dai bambini è plausibilmente il Babà dei quaranta ladroni, mentre gli amanti della nobile arte ricordano sicuramente Cassius Clay che poi decise dalla mattina alla sera di cambiare il suo nome battesimale con uno di chiare origini arabe. Ali Razeghi è apparso sul Washington post come possibile inventore della macchina del tempo. Il panorama scientifico lo ha etichettato come seminatore di bufale, ma il buon Razeghi ha continuato a sostenere di avere già fatto viaggi spazio temporali a ritroso.
Se così fosse, personalmente mi piacerebbe entrare nel suo involucro metallico e farmi teletrasportare all’inizio del novecento, prima che l’Italia venisse coinvolta in guerre che avrebbero posto fine alla Belle Epoque. Avrei chiesto di potermi materializzare in un palazzo, di essere pari in una corte e di poter conoscere reali che a quei tempi abbondavano e proliferavano in ogni dove. E se il buon Razeghi potesse assicurare un accuratezza con scarti minimi, un paio di giorni al massimo, allora sceglierei di poter comparire come un genio della lampada nel 1916, per incontrare la contessina Maria Frangini, per sostenere lo sguardo di Fajzrahman Restjev e magari scoprire che ha parentele con l’inventore iraniano e per trasformarmi in una spia russa e poter vivere da vicino gli sconvolgimenti che si scatenarono nella più grande nazione d’Europa, ai piedi di una delle dittature più sanguinarie che la storia ricordi.
Barbara Risoli è autrice in proprio (una figura nel panorama letterario che meriterebbe maggior considerazione) , che ha già a catalogo una decina di titoli, con un numero di lettori che potrebbe fare invidia a nomi più o meno altisonanti del panorama letterario italiano. In La Stella d’Oro, la cura per i dettagli dell’ambientazione porta il lettore ad entrare in una sorta di tridimensione, senza bisogno di sperare che la macchina del tempo di Razeghi sia reale. In ogni pagina si crea l’effetto dei libri pop up. Le immagini parole forma e si materializzano davanti agli occhi del lettore.
La Risoli spruzza di profumo non dozzinale i suoi protagonisti, riesce a farli sembrare veri, spontanei, senza bisogno di colpi di scena artificiosi. Narrano l’amore i romanzi della Risoli e narrano di tutte le pene che il sentimento più forte della morte è in grado di far provare a chi sogna una storia come quelle narrate dall’autrice. Il romanzo storico necessita di approfondite ricerche per far si che la sua credibilità non venga mai meno. Trama e ordito de LA Stella d’Oro risultano a prova di strappo. Segno che l’autrice ha svolto con attenzione il compito. È un libro che può trovare il suo giusto spazio sotto all’albero di Natale e a cui auguro di poter rimanere sotto a luci ben più forti che non quelle leggere degli addobbi festivi.
LA STELLA D'ORO di Barbara Risoli
Disponibile su Amazon in formato e-book.
Considerato il periodo, per una volta non vado alla ricerca di particolari specialità culinarie. La nostra tradizione di mastri pasticceri ha dato al mondo intero la possibilità di gustare Pandoro e Panettone. Bagnateli, se volete, con una delle tante etichetti di bollicine che da tempo arricchiscono il patrimonio enologico del nostro paese.
Auguri a tutti, Wiliam Amighetti
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