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"Avvento dello scrittore": rubrica che anticipa il Natale con un pensiero di pace, o un augurio di speranza, firmato dagli autori che ci hanno già regalato un intervista o a cui abbiamo dedicato una recensione nella sezione cultura del nostro giornale. 

 

 

La mattina del 25 dicembre dello scorso anno trovai una gattina della mia colonia felina agonizzante per avvelenamento. Era una delle ultime nate dell'estate, una micetta bianca e nera di circa quattro mesi che viveva nel fienile assieme alla sorella bianco-grigia.

La portai dal mio veterinario, intercettandolo mentre stava uscendo per il pranzo di Natale: mi disse che era messa male e spiegò cosa potevo fare per aiutarla. Soffriva molto e, nonostante i tentativi di cura, l'agonia finì presto: morì tra le mie braccia, con un impalpabile sospiro e un sussulto che mi lasciò impotente. Vedere spegnersi una vita, soprattutto se giovane, è estremamente frustrante. Due giorni dopo trovai morta anche la sorella tra le balle di fieno.

Il pranzo di Natale mangiai in compagnia di parenti come tutti, col sorriso sulle labbra, ma nell'animo aleggiava la gelida tristezza per quella sofferenza e l'interrogativo sul senso di una vita così breve interrotta da atroci dolori cagionati volontariamente.

Il mio pensiero natalizio va a tutte le persone, volontari e veterinari, che spendono tempo, denaro e passione, ogni giorno dell'anno, per regalare un briciolo di calore, serenità e benessere agli amici animali in difficoltà e trovare loro una famiglia.

Papa Giovanni XXIII invitava ad andare a casa e dare una carezza ai bambini... non vorrei apparire irriverente ma mi piacerebbe che ognuno di noi regalasse un sorriso e cinque minuti a un randagio affamato o infreddolito incontrato lungo il cammino. Non solo a Natale, ma per tutto l'anno.

 

Paola Iotti

 

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