Riscuotono sempre più interesse negli ultimi anni la natura e la montagna che circondano i nostri paesi: molti giovani hanno riscoperto la passione di lavorare sui pascoli e nelle malge così come facevano i loro nonni.
Tutto ciò in Valle Seriana trova appoggio in un progetto molto importante denominato "A.R.C.orobie" ideato dall'ente Parco delle Orobie Bergamasche, che sta facendo un lavoro di censimento finalizzato alla riqualificazione di alcuni alpeggi. Questi posti, un tempo luoghi di vita quotidiana, oggi devono essere salvati dal declino degli ultimi anni perché prendersi cura della montagna significa prendersi cura più ampiamente di tutto l'ecosistema che ci circonda.
BRICCONI DI OLTRESSENDA ALTA: LO STUDIO E IL RECUPERO DELL'ALPEGGIO
Se si pensa ad un posto incontaminato, dove la tecnologia e la modernità risuonano lontane nel fondo Valle, possiamo fare riferimento ad un luogo di montagna che gli stessi abitanti della Valle Seriana ignorano: stiamo parlando di Bricconi, località di Oltressenda Alta, nella frazione di Valzurio, posta a 988 metri d'altitudine. Questo posto rappresenta quello che era il borgo tradizionale dell'alpeggio: con alcune abitazioni, la stalla per gli animali e il fienile. Un alpeggio incontaminato ma dimenticato nel tempo: per questo il Parco delle Orobie sta predisponendo un progetto di recupero che permetta di riportare in piena attività Bricconi. La rivitalizzazione riguarda l'attività di pascolo e la creazione di posti di lavoro, successivamente si penserà alla riqualificazione dell'archeologia edile. L'obiettivo è quello di creare un'attività che si inserisca nella natura che la circonda e che possa permettere di produrre prodotti di montagna, come formaggi e coltivazione di frutti, creando nuovo mercato.
IL PROGETTO ARCOROBIE
Il recupero di Bricconi è il progetto pilota di A.R.C.orobie che prevede il coinvolgimento di 7 comuni della Valle Brembana, Seriana e Scalve. Ente finanziatore della prima fase di censimento la Fondazione Cariplo; importante è anche il coinvolgimento con l'Università della Montagna di Edolo che sta portando avanti tutta la parte di schedatura e mappatura degli alpeggi interessati. Una seconda fase prevede poi l'intervento di recupero.
