E' una storia legata allo sviluppo industriale di fine Ottocento, quella che ogni giorno risalta al nostro passaggio nella zona industriale ad Alzano Lombardo: imponete spicca ancora nelle forme e nella mole il Cementificio Italcementi della famiglia Pesenti, che ha reso grande, non solo i suoi fondatori, ma anche Alzano stesso. Un monumento a cielo aperto che ci deve far pensare a quanto sia stata florida l'attività economica della nostra Valle, contraddistinta, non solo dal boom del tessile, ma anche da alcuni esempi brillanti che hanno investito e contribuito a rendere il nostro territorio quello che è oggi.
IL BOOM A FINE 1800 E IL GENIO DI CESARE PESENTI
Come accennato dobbiamo tornare al decennio del 1870, quando, in pieno fermento industriale, la Famiglia Pesenti intraprese l'attività di estrazione del cemento. Nel 1878 fu avviato il cementificio “Fratelli Pesenti fu Antonio” condotto dal 1883 dall'ingegnere Cesare Pesenti rientra ad Alzano dopo la laurea in Germania. Nello stesso anno inizia la costruzione di quello che diventerà il monumentale cementificio con la realizzazione dei primi forni di cottura del cemento. Nel 1878 si fabbrica il cementino a lenta presa della Valle Seriana, addizionata nell'anno successivo dalla produzione del cemento a presa rapida. Determinante nel 1884 è la creazione della nuova ferrovia della Valle, che potenzia notevolmente il mercato del Cementificio e consente negli anni successivi la costruzione dei magazzini, destinati ad ospitare lo stoccaggio dei sacchi. E' degli anni Novanta del 1800 la realizzazione dell’edificio oggi denominato“Moresco”, per lo stile delle due torrette del fronte sud mentre e sempre in quegli anni ha inizio la produzione del cemento bianco, vera specialità di Alzano denoninato "Bianco Alzano", e del Portland naturale con materia prima totalmente Lombarda.
NOVECENTO TRA EVOLUZIONI E DECADIMENTO
Nel 1910 il cementificio assume la sua attuale veste occupando 18.547 metri quadrati totali anche se, dopo la morte di Cesare Pesenti (avvenuta nel 1933), anima e corpo della realtà produttiva, sono state create nuove strutture che hanno costituito delle fratture stilistiche: come porticati, rampe, ponti aerei e la nuova torre di carico dotata di un montacarichi. L'attività va verso il declino tant'è che nel 1966 vengono definitivamente spenti i dodici forni e fino alla chiusura definitiva nel cementifico si sono svolte esclusivamente lavori di macinazione del cemento. La storia del Cementificio si conclude nel 1971, e nel 1973 sarà spogliato di ogni macchinario, per volontà della proprietà vendendo a peso di rottame gli attrezzi che per decenni avevano reso l'Italcementi un colosso mondiale.
IL PRESENTE E IL PROGETTO DI RECUPERO
Fare una visita guidata in questo luogo significa riflettere sulla storia passata, con la straordinaria possibilità di attraversare una struttura immensa e scarna, che tutt'oggi lascia a bocca aperta i visitatori. Il Cementificio è considerato un monumento di di archeologia industriale e si prevede un progetto di recupero con la possibilità di creare un museo e diversi spazi multifunzionali.