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In Val Seriana si trova un piccolo paradiso di biodiversità nel cuore delle Orobie Bergamasche, tra imponenti piramidi rocciose, verdi distese boschive, pascoli e deliziosi laghi d'alta quota: è la Val Sanguigno. Dove non può mancare una gita estiva con tutta la famiglia.

 

LA VALLE

Luogo di natura incontaminata, selvaggia a tratti tra le imponenti piramidi rocciose ma anche dolce tra i verdi pascoli e i calmi laghi d'alta quota, la Val Sanguigno è una delle zone più affascinanti della Valle Seriana. Un piccolo paradiso nel cuore delle Orobie Bergamasche nel comune di Valgoglio, promossa da diverso tempo in compagnia di guide specializzate grazie all'accordo nato tra il Parco delle Orobie Bergamasche, la Comunità Montana Valle Seriana, il comune di Valgoglio e Promoserio.

 

 

TRA FLORA E FAUNA

Come ogni valle è caratterizzata da un corso d'acqua che l'attraversa: l'omonimo torrente Sanguigno che nel suo tragitto crea pozze, forre e cascate, alimentando la centrale idroelettrica di Aviasco. Quello che si crea è dunque un microclima ideale per la vita di specie animali e vegetali di elevatissimo interesse scientifico.

La valle accoglie diverse tipologie di vegetazione: faggete e boschi di forra con tigli ed aceri, caratterizzano le quote meno elevate, per poi lasciare il passo a pascoli, mughete e praterie alpine. Attorno alla quota di circa 1425 metri, in un ampio pianoro che si estende sulla destra del Torrente Sanguigno, sono presenti aree umide di rilevate interesse, le torbiere, ambienti costituiti da depressioni sature d’acqua in cui si sono gradualmente accumulati materiali vegetali in decomposizione lenta che permangono a lungo nel suolo assumendo una colorazione scura ed una consistenza spugnosa e soffice (la torba).

A questi ambienti umidi è legata la presenza peculiari elementi floristici e faunistici, quali la Lycopodiella inundata, pianta rarissima su tutto l’arco alpino, e la Drosera rotundifolia, pianta carnivora che grazie ai lunghi tentacoli porporini, secerne gocciole di liquido vischioso che intrappolano i piccoli insetti, dai quali trae i composti nutritivi necessari alla sua crescita. Tra la fauna, si segnala anche l’endemico Ubychia leonhardi Reitter, coleottero che vive solo in Lombardia e in altre zone circoscritte delle Alpi Orobie e Prealpi lombarde, ma anche specie più note come la pernice bianca, l’aquila, il capriolo, il camoscio, l’ermellino. La valle è stata inoltre una delle due aree di maggior frequentazione dell’Orso bruno negli anni 2008 e 2009, indicatore dell’alta qualità ambientale che caratterizza questa zona.

 

 

LA VISITA

Non vi resta dunque che indossare un paio di buoni scarponi da trekking, preparare uno zainetto con lo stretto necessario senza dimenticare un k-way e recarvi alle 9 alla centrale di Aviasco (raggiungibile oltrepassando il municipio di Valgoglio, tenendo sempre la sinistra ndr.), in prossimità di una casetta di legno.
Il dislivello della passeggiata immersi nella natura è di circa 400 metri fino al rifugio GianPace; da qui si può decidere se continuare ed effettuare ancora circa 200-300 metri di dislivello per visitare le torbiere o rilassarsi al rifugio. C'è la possibilità di pranzare al rifugio o al sacco. Verso le 15.00 si ritorna alla centrale di Aviasco. Il calendario delle visite guidate è consultabile qui.

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