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Chi è nato in un paese dove il mare arriva a lambirne le coste, sa che con ogni mareggiata sulla spiaggia vedrà arrivare o grandi tesori o rottami di carrette che sono colate a picco. L’immagine di questa istantanea può essere litografata sugli immaginari litorali letterari. Ogni giorno si assiste allo sbarco di testi che possono rivelarsi o come vascelli carichi di dobloni d’oro o come gozzi bolsi o peggio ancora come scialuppe di salvataggio che nel naufragio hanno perso gli unici tempi verbali che sarebbe stato il caso di mettere in salvo. La nostra penisola culturale assiste quindi all’invasione barbarica di testi che poco hanno a che spartire con quelli che sono i dettami classici necessari alla stesura di un buon libro. Sul radar editoriale, per fortuna, appare in avvicinamento “Atti osceni in luogo privato” che potrebbe costituire la bussola che ci riporti verso quella che è sempre stata la terra dei romanzi d’autore di pregio. Ci siamo smarriti. Tutti quanti. Questa è la verità. Le sfumature sessuali sono in realtà dei fenomeni meteorologici che hanno semplicemente annebbiato la vista, facendoci uscire di strada e finendo con il farci impantanare in terreni limacciosi che non possono dare nessun segnale di fertilità a parole destinate a crescere e a ramificarsi in giochi letterari che costituiscono la vera essenza di un romanzo.

Il capitano Marco Missiroli estrae dalla tasca il suo sestante. Lascia che gli sguardi curiosi lo osservino mentre armeggia un oggetto che per i più è qualche cosa di sconosciuto e traccia con squadra e compasso una rotta semplice, chiedendo di mettere la barra a dritta e di issare le vele. Porta il lettore verso un isola che c’è. Quella dove da ragazzi ci rifugiavamo. Quella dove vivevano donne bellissime, irraggiungibili nella nostra quotidianità, ma così follemente desiderose del nostro essere quando approdavamo sulle coste dei nostri sogni.

E non è tutto, perché questo maestro di penna crea all’interno delle sue pagine una scaffalatura solida, una di quelle dove le mensole si fanno ancora con il legno massello e non con l’impiallicciato da grandi magazzini e allinea lì sopra una serie di romanzi che sono sì figli della sua gioventù, ma che dovrebbero costituire la dotazione minima essenziale per ogni lettore amante della buona letteratura che faccia richiesta di poter essere ammesso ad un club dove non basta avere al polso l’orologio giusto o indossare un abito alla moda.

Bisogna anche saper parlare di cultura. Uno di quei posti che sempre più stanno chiudendo mentre invece avanza il bisogno che resistano ancora. Chi di voi, leggendo le pagine di questo Romanzo (volutamente in maiuscolo) non è stato mai Libero Marsell? Chi non ha avuto pulsazioni per la compagnia di banco. Racchia fino a quanto si vuole ma incredibilmente leggiadra e bellissima dopo che i nostri ormoni impazziti erano andati in circolo. Chi ha visto gli anni che hanno preceduto la prima esperienza sessuale come un tempo che sembrava non dovesse finire mai, con l’incubo del carcere dell’onanismo domestico. Noi siamo stati tutti Libero Marsell o forse alcuni di noi avrebbero voluto esserlo.

Marco Missiroli esce dalle secche culturali. Riprende con vigore il mare aperto. Avevo, anzi avevamo davvero bisogno di un romanzo che ci permettesse di riprendere contatto con la nostra adolescenza, dimenticata troppo in fretta, con il sapore del desiderio, con una Ratatouille di cultura, di amore, di sesso, di forme femminili più simili a quelle Botticcelliane che non a quelle scheletriche da sfilata moderna. Missiroli ha riscoperto l’arte del domino, allineando con precisione ogni tessera così che nessuna possa rimanere nelle mani del lettore.

 

Atti osceni in luogo privato di Marco Missiroli - Feltrinelli

 

A cura di Wiliam Amighetti

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