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Qual è il materiale con cui è stata fatta la lampada di Aladino? Probabilmente oro anche se le varie versioni della fiaba non fanno luce su questo dettaglio. Sappiamo però che una volta sfregata abbia liberato il Genio che dormiva placido lì dentro. Ora, per logica, in quale orcio o giara si nasconde lo spirito della depressione? Plausibilmente in un otre ammuffito, dimenticato in cantine umide. In un luogo dove nessuno di noi si arrischierebbe ad entrare senza essere sicuro di avere la luce a sufficienza per poter vedere bene dove sta posando i piedi. Eppure prima o dopo qualcuno ci va inevitabilmente a sbattere contro e basta solo un leggero sussulto per vedere i primi fumi uscire, l’odore nauseabondo salire e la testa farsi greve. Un macigno che né collo e né spalle riescono più a sorreggere.

La meccanica emozionale mette in conflitto cuore e mente e il giovane medico (non ancora laureato, ma in procinto di indossare quanto prima camice e stetoscopio) mantovano Federico Pacchioni crea un romanzo interessante, speculare ai classici della letteratura tedesca e russa, con personaggi, due in tutto, che potrebbero costituire lo spunto per una piecè teatrale e che con garbo si siedono fianco al lettore su quella che può essere vista come una panchina, in un parco immaginario, piuttosto che non invece la classica poltrona sceslong da studio psichiatrico.

Il signor Binar e il Signor Harte sono gli anagrammi di Brain, Cervello e Heart, Cuore e la loro sottile disputa sulla prevaricazione del proprio ruolo è un interessante chiave di lettura espressa da chi è indirizzato a riparare chirurgicamente i danni fisici, escludendo spesso le implicazioni mentali. Il futuro dottor Pacchioni esplora quindi l’intera regione del corpo umano, salendo sulle colline morbide del sistema muscolare e inerpicandosi poi su pareti impervie che portano alle vette della psiche.

Il Terzo Piano è un racconto che si legge in un battibaleno. I personaggi pongono il lettore in una condizione di bramosia nel voler sapere chi dei due uscirà vincitore dal lungo dialogo che vede contrapporsi le proprie convinzioni. È una lettura interessante anche se in alcuni passaggi l’autore scivola su terminologie che necessitano di un traduttore simultaneo, dal linguaggio “medichese” a quello italiano, per far capire al lettore di che cosa si stia parlando. Mi auguro che il medico metta in atto le stesse capacità che il novello scrittore ha proposto con questo suo primo lavoro ed auspico un proseguimento di quella che al momento sembra essere una passione, ma che potrebbe dare sicuramente delle soddisfazioni in un futuro prossimo.

Come spesso mi capita di dover sottolineare, in Italia scrivono in molti, anzi, in troppi e una buona parte di coloro che si ritengono autori risultano essere invece degli scarabocchiatori (neologismo liberamente creato dall’autore, ndr.) senza arte né parte. Questo non è il caso di Pacchioni a cui di cuore si augura una carriera equamente bilanciata fra cuore e mente.

 

Il Terzo Piano di Federico Pacchioni

Disponibile per e-book o acquistabile sul sito Feltrinelli - il mio libro

 

Per una buona lettura si consiglia di prendere appuntamento presso il vostro medico di base e di presentarsi con un ora di anticipo, portando ovviamente con sé il romanzo.

Uscite di casa dopo aver fatto colazione con the al bergamotto e biscotti artigianali con pasta dura e farciti con zenzero e zucca.

Da evitare decotti di mela o composte della stessa frutta, mentre invece ci si ricordi che il vino fa sangue e quindi un bicchiere prima e dopo i pasti di un rosso dei Colli Morenici Mantovani.

 

A cura di Wiliam Amighetti

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