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E’ in una delle sale dell’oratorio di via dei Celestini in Bergamo che Claudia Moreschi, ospite del locale circolo fotografico 77, ha raccontato qualche giorno fa il lungo viaggio affrontato in solitaria lo scorso anno nel sud est asiatico, sulle tracce d’un nuovo capitolo della propria vita. Molte son le domande che i presenti le han voluto rivolgere dopo aver visto scorrere le immagini di località meravigliose, distanti ed affascinanti, ove l’antico ed il moderno convivono pacificamente, sebbene in precario e tumultuoso equilibrio.

Claudia, che viaggiando ha saputo dare un nuovo significato ed una nuova direzione alla propria vita, ha accettato di raccontare la propria esperienza ai lettori di Valseriananews.

Claudia, sempre più spesso apprendiamo di persone che ad un certo punto della loro vita decidono di darvi una svolta e di mettersi in viaggio per un lungo periodo di tempo, quando non definitivamente. Le motivazioni alla base di scelte di questa natura sono in genere le più differenti. Nel tuo caso, quale molla ti ha spinto ad affrontare un viaggio di cinque mesi nel sud est asiatico?

La mia è stata una molla "esistenziale", un cambiamento di vita: a maggio 2014 ho deciso di abbandonare il mio lavoro di ufficio per costruire qualcosa di nuovo, di diverso. Da appassionata di viaggi e di oriente come sono, l’inaugurazione di questa nuova fase della mia vita non poteva non avvenire con un viaggio. Questo mio viaggio ha fatto da spartiacque tra la mia vita "vecchia" e la mia "nuova" vita.

Quali nazioni hai visitato?

Durante i miei cinque mesi di viaggi ho visitato Thailandia, Laos, Cambogia, Vietnam e infine Singapore.

In quale periodo di tempo è stato effettuato il viaggio?

Sono partita a novembre 2014 con in mano un biglietto aerea di sola andata, sono rientrata ad aprile 2015.

Perché hai scelto di recarti proprio in quella parte di mondo?

Ho scelto questa parte di mondo perché ci ero già stata in due precedenti viaggi in cui avevo capito che il Sud-est asiatico era un mondo particolarmente affine a me, un posto dove la mia anima si sente a casa in modo speciale. Non potevo non tornarci e non potevo pensare a un angolo di mondo migliore dove fare un viaggio in solitaria: è una zona molto tranquilla che non presenta grossi rischi, dove inoltre il costo della vita è molto basso quindi una location che ben si presta a un viaggio di più mesi.

Quale genere di preparazione si è resa necessaria?

Praticamente nessuna se non qualche buona lettura. Mi hanno guidata le letture di Tiziano Terzani (soprattutto Un indovino mi disse), che mi hanno accompagnata per tutto il viaggio, e la Lonely Planet, compagna preziosa per ottenere le informazioni pratiche per organizzare gli spostamenti ed elaborare una bozza di itinerario. Alla fine sono partita solo con in testa un itinerario di massima per la Thailandia del nord, il resto dell’itinerario l’ho costruito strada facendo.

Cosa hai messo nel tuo bagaglio?

Il mio bagaglio è stato uno zaino da 40 litri, con cambi di vestiti per una settimana, e uno zaino più piccolo per tutto il mio armamentario elettronico (pc, macchina fotografica, tablet, hard-disk esterno per le foto) per un totale di venti chili.

Con quali mezzi effettuavi gli spostamenti? 

Mi sono spostata via terra utilizzando i mezzi locali, mischiandomi a più non posso agli abitanti del posto. Ho viaggiato su ogni tipo di mezzo di trasporto, da bus sgangherati a pick-up stracolmi di gente in compagnia di polli e ceste di verdura.

Quale genere di strutture utilizzavi per i pernottamenti?

Ho sempre scelto strutture economiche e spartane, alternando guest-house, cioè piccoli alberghetti a gestione familiare, a ostelli.

Il sud est asiatico è celebre per le differenti varietà di cibo locale: cosa ci puoi dire a riguardo?

Il cibo del Sud-est asiatico è una scoperta continua, accessibile in ogni momento e ovunque grazie alla cultura dello street-food: il cibo viene cucinato e venduto in strada ed è possibile mangiare in qualsiasi momento della giornata. Io poi sono curiosissima e ho assaggiato un sacco di piatti e specialità di cui non conoscevo né nome né ingredienti. Di tutti i diversi paesi la cucina che ho preferito è stata quella del Vietnam: la cucina vietnamita è molto variegata, ricca di piatti di verdure e davvero deliziosa.

Come comunicavi con la popolazione locale? Son diffusi l’utilizzo e la conoscenza della lingua inglese?

L’inglese non è parlato quasi mai fuori dalle località turistiche e in alcuni casi anche nei posti turistici (mi è successo di trovare dei tassisti che non parlavano inglese anche a Bangkok). Quando potevo comunicavo in inglese, ma spesso ho dovuto comunicare a gesti e utilizzare qualche parola della lingua locale. La prima cosa che facevo appena arrivata in un nuovo paese era proprio imparare qualche parola (almeno i saluti e come ringraziare).

Si tratta di una parte di mondo relativamente sicura oppure sono necessari accorgimenti particolari per evitare situazioni di pericolo?

Il Sud-est asiatico è generalmente considerato uno dei luoghi più sicuri al mondo e posso confermare che è davvero così. Non ho mai vissuto situazioni nemmeno lontanamente pericolose, quanto meno con gli esseri umani. Con i cani randagi (a volte non molto amichevoli), ho vissuto invece della situazioni in cui ho avuto un po’ di paura ma non mi è mai successo nulla.

Dipende dal livello di comfort che si desidera e dal grado di adattabilità. Io viaggio sempre con un budget basso optando per ostelli e ristoranti locali, decisamente più economici. Stessa cosa per i mezzi di trasporto: evitando gli aerei e optando per i bus locali e non turistici ho risparmiato molto sulle spese di trasporto. Diciamo che in cinque mesi ho speso quello che altri spendono per una settimana alle Maldive.

Tra tutte le località che hai visitato ve ne sono alcune che più di altre, magari per motivi particolari, rimarranno impresse nella tua memoria?
Il mio posto del cuore è il Laos, il posto che più di tutti porto nel cuore e che mi ha regalato le emozioni più forti (e dove infatti mi sono fermata più a lungo). Un paese con un triste passato, che sta cambiando alla velocità della luce scontrandosi con i problemi dello sfruttamento ambientale, non molto turistico, e che mi ha davvero toccato nel profondo.

Cosa ti ha insegnato questa esperienza?

Per raccontare tutto quello che ho imparato in viaggio non basterebbe un’intervista intera.. perché le cose da dire sarebbero troppe. Viaggiare da soli, soprattutto per un lungo periodo di tempo, è un’esperienza altamente formativa. Se devo estrapolare le due lezioni più importanti posso dire comunque che insegna davvero a cavarsela in ogni situazione e insegna a conoscersi meglio, a fare i conti con la propria vita.

Ora che sei tornata a Bergamo, dovrai tornare alla tua precedente occupazione lavorativa oppure il viaggio ti ha aperto nuove prospettive di vita e di lavoro?

La mia precedente situazione lavorativa è un lontano ricordo che appartiene alla mia vita precedente, non tornerei MAI indietro. Ora lavoro da freelancer nel mondo della comunicazione: mi occupo di social media, copywriting e scrivo di viaggi e – soprattutto – sono il capo di me stessa. Ho realizzato il mio desiderio: ho raggiunto la libertà.

Puoi darci qualche indicazione sul libro che hai scritto per descrivere la tua esperienza?

Clamore in Asia è l’eBook che ho scritto all’indomani della mia esperienza di viaggio. Rientrata avevo raccolto tantissimo materiale, sia esperienze personali sia informazioni pratiche: il mio blog di viaggi non era abbastanza, volevo raccontare per filo e per segno quello che avevo vissuto in viaggio, anche per far capire che viaggiare da soli e cambiare vita è possibile. Come dico sempre, se si è determinati farcela è possibile. Il mio eBook è acquistabile in tutte le migliori librerie online, come Amazon, dove è disponibile in formato Kindle (http://www.amazon.it/Clamore-Asia-Claudia-Moreschi-ebook/dp/B018JE33OI/ref=zg_bsnr_508755031_10), mentre su Streetlib Store lo si trova anche in formato ePub e PDF (http://store.streetlib.com/clamore-in-asia).

Esiste anche un blog ove racconti delle tue esplorazioni di viaggio: a quale indirizzo è reperibile e quali informazioni contiene?

Dal 2012 ho un blog di viaggi che si chiama Travel Stories (http://www.travelstories.it/), dove racconto i miei viaggi e le mie scorribande in giro per il mondo, sempre zaino in spalla e all’avventura e con una predilezione: quella per l’Oriente.

Se qualcuno, indeciso, volesse fare una scelta simile alla tua, cosa gli consiglieresti?

Consiglio sempre di prepararsi un piano B, nel senso di mollare pure la propria vita e il proprio lavoro, se non si è soddisfatti, ma di farlo avendo in testa un’idea o un sogno da realizzare: la forza, la determinazione e quanto teniamo a quel sogno è ciò che farà in modo di farci ottenere il risultato che vogliamo. Un po’ di coraggio e i sogni si realizzano!

 

A cura di Stefano Savoldelli

 

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