Domenica 16 novembre si torna a ricordare un pezzo della tragica storia locale legata alla Seconda Guerra Mondiale che portò alla morte dei giovani partigiani che operavano sul territorio bergamasco: sulle montagne tra la Val Cavallina, la Val Borlezza e la Val Gandino, si celebrerà il 70° anniversario della battaglia che si svolse alla Malga Lunga, oggi museo della resistenza bergamasca.
L'Anpi, l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, come ogni anno organizza un momento di ricordo e riflessione: alle 10.45 ci sarà la deposizione delle corone alle lapidi dei Caduti a cui seguiranno i discorsi delle autorità. Quest'anno sarà presente l'Onorevole Maurizio Martina, Ministro delle politiche agricole e Alessandro Pollio Salimbeni, vice presidente nazionale Anpi.
Vista la quota di 1253 m s.l.m. si consiglia un abbigliamento adeguato, la Malga Lunga è raggiungibile a piedi con diversi sentieri da Gandino e Sovere; sarà predisposto un bus navetta anche dalla località Val Piana di Gandino fino al rifugio.
UN PO' DI STORIA
Il fatto che questa località godesse di una visuale invidiabile sulle vallate circostanti, garantendo allo stesso tempo un'ottima protezione, ne fece una roccaforte partigiana nel corso della Seconda Guerra Mondiale. La 53° brigata Garibaldi prese possesso della zona e si scontrò con un plotone della Legione Tagliamento, che ebbe la meglio, il 17 novembre 1944.
In seguito agli scontri, Giorgio Paglia, tenente della brigata Garibaldi, accortosi di avere terminato le munizioni, accettò la resa a patto che i due feriti Mario Zeduri e del russo Ilarion Efanov, venissero curati adeguatamente. Ma la parola data dai nazi-fascisti non fu rispettata, ed i feriti vennero uccisi a colpi di pugnale e l'intera squadra a fu deportata in una località tra Costa Volpino e Lovere.
Giorgio Paglia, Guido Galimberti, Andrea Caslini, i russi Semion Kopcenko, Alexsander Nogin e Donez furono tutti condannati a morte dopo un processo sommario. A Giorgio Paglia venne concessa la grazia, a causa del fatto che suo padre Guido era stato un eroe della Guerra d'Etiopia nel 1934. Ma lui, dopo essersi visto respingere per l’ultima volta la richiesta di liberazione di tutti i suoi compagni, rifiutò la grazia adducendo la frase "O tutti o nessuno", e chiese di essere fucilato per primo. Era il 21 novembre 1944, e tutti i partigiani vennero fucilati a Costa Volpino.
La Malga Lunga venne ristrutturata ad opera dagli ex partigiani in onore dei compagni caduti, diventando un museo sulla resistenza bergamasca e fu dedicata alla 53° brigata Garibaldi "13 Martiri di Lovere".