Mobilitazione indetta da Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil nella giornata di venerdì 27 maggio per il rinnovo del Contratto dei metalmeccanici: coinvolta in Val Seriana anche l'azienda Itema di Colzate con un'adesione allo sciopero nelle ultime 4 ore dei turni del 60%.
"Resta ancora lontana un'intesa tra Federmeccanica, Assistal e sindacati dei metalmeccanici sul rinnovo del Contratto nazionale, dopo l'incontro del 24 maggio - rendono noto i sindacati con un comunicato -. Così, FIOM-CGIL, FIM-CISL e UILM-UIL hanno proclamato 12 ore di sciopero: le prime 4 oggi. Poi stop per 8 ore il 9 giugno".
A questa mobilitazione si aggiunge il blocco degli straordinari sabato 28 maggio e sabato 11 giugno, giorni in cui, nella provincia di Bergamo, sono previsti alcuni presidi (ad esempio davanti alla Brembo di Curno, alla ABB di Dalmine e all'Itema di Colzate).
"Il nostro obiettivo - continuano i sindacati - è riaffermare un Contratto nazionale che garantisca il potere d'acquisto del salario per tutti i metalmeccanici, che qualifichi le relazioni industriali, estenda la contrattazione di 2° livello su tutti gli aspetti che compongono la prestazione lavorativa, migliori l'organizzazione del lavoro e le condizioni di lavoro e introduca nuovi diritti di formazione, welfare, partecipazione e valorizzazione delle professionalità per tutti, tuteli tutte le forme di lavoro e l`occupazione, faccia ripartire gli investimenti e rilanci una vera politica industriale: questo è il rinnovamento che vogliamo e di cui c'è bisogno".
"Dal punto di vista produttivo - spiega Silvano Franchina della Fiom-Cgil presente in Itema - l'azienda va bene ed è uscita a testa alta dalla crisi degli anni passati. Le ore di sciopero, 4 il mese scorso, 4 oggi e 8 il 9 giugno, sono dovute al fatto che Federmeccanica non si muove nel costituire un contratto condiviso e adeguato alle nostre esigenze. Ricordiamo che il contratto è scaduto nel 2015".
L'azienda seriana conta oggi 400 operai assunti a cui vanno sommati circa 40 interinali, vengono prodotte 75 macchine tessili alla settimana principalmente per il mercato turco, cinese ma anche europeo.
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