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"Care lettrici, cari lettori, l'altro giorno avevo voglia di rivedere Bratto, un piccolo paesino dell'alta Val Seriana, incastonato tra le montagne bergamasche dove non tutto è perduto", comincia così l'editoriale di Alfonso Signorini pubblicato dal direttore sul numero del settimanale "Chi" in edicola.

"Non ci mettevo piede da più di trent'anni - racconta il giornalista - ed ero curioso di sapere come avrei rivissuto quei luoghi".

Così Signorini rivive il viaggio che faceva da piccolo con la famiglia: partenza all'alba e portapacchi pronto dalla sera prima alla scoperta della Val Seriana. Prima l'appartamento affittato a Clusone, poi gli altri a Rovetta, a Castione e, infine, Bratto, "la località di villeggiatura più ambita".

"Arrivato a Bratto - scrive - tutto era cambiato. La villettina che prendevamo in affitto non c'era più: al suo posto ci hanno costruito un pastificio. Anche il vecchio bar con il jukebox, dove mi fermavo ad ascoltare le canzoni di Gianni Morandi e Marcella Bella, non c'era più così come la pista per le automobiline dove trascorrevo i miei pomeriggi".

Ma la trattoria dove con la sua famiglia il primo agosto si festeggiava sant'Alfonso, in compenso, è rimasta: "Ora la gestiscono i nipoti della vecchia proprietaria, ma i casonsèi sono rimasti quelli che faceva la nonna".

Nel suo racconto Signorini parla di quelle emozioni che non cambiano nonostante lo scorrere del tempo, così come quelle che lui continua a provare per la bella Val Seriana!

 

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