Stop della Consulta alla legge anti-moschee che mirava a fissare i criteri per la costruzione di nuovi edifici di culto proposta da Regione Lombardia. Il relatore e consigliere regionale della Lega Nord, Roberto Anelli di Alzano Lombardo così ha commentato: "Non posso che dichiarare il mio vivo e sincero stupore di fronte allo stop imposto dalla Corte Costituzionale".
"La nostra legge - prosegue Anelli - prevede infatti esattamente quanto scritto nello statuto del COREIS, la Comunità Religiosa Islamica Italiana".
In questo testo di legge: "Ogni moschea deve essere conforme alle vigenti norme urbanistico-edilizie nonché a quelle in materia di igiene, sanità, sicurezza e ordine pubblico. A tale fine deve essere prevista anche la possibilità di parcheggio delle auto in misura adeguata all'affluenza dei fedeli. Le moschee di nuova edificazione dovranno richiedere regolare destinazione d’uso a luogo di culto dell’edificio interessato, secondo la normativa in materia e le disposizioni del Piano Regolatore".
Ma il verdetto della Consulta, a cui si è rivolto il Governo successivamente all'opposizione della minoranza di centrosinistra che siede in consiglio regionale, è netto: quella impugnata è una legge ampiamente anticostituzionale in tutte le parti in cui prevede paletti talmente alti, tra cui oneri importanti e il ricorso a un referendum tra i cittadini prima di dare il via libera a una costruzione, da rendere impossibile nei fatti l'edificazione stessa.
"La sentenza della Consulta rappresenta - prosegue Anelli - una sconfessione dell'Islam moderato, di quei musulmani che si sono resi conto che la mancanza di regole non gioverebbe a nessuno. Presenteremo un nuovo progetto di legge - conclude il consigliere della Lega Nord - con le opportune modifiche in modo da ottenere il medesimo risultato del provvedimento impugnato dal governo Renzi, ovvero dare delle regole certe e chiare per la realizzazione dei luoghi di culto, moschee comprese".
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