Importante recupero ad Oltressenda Alta dove l'8 agosto sarà inaugurato il "Selter di Ruì", un antico manufatto ristrutturato utilizzato come locale di conservazione dei prodotti lattiero-caseari, in particolare burro, e della carne provenienti dall'alpeggio. L'area si trova nella località omonima a quota 1240 in Valzurio ad Oltressenda Alta. Si accede grazie alla strada agro-silvo-pastorale che sale alle baite del Moschel.
Il "Selter di Ruì" - o buco del freddo - permetteva la conservazione dei beni sfruttando la presenza di una sorgente di aria fredda che consentiva il mantenimento per lungo tempo. Il fenomeno delle sorgenti del freddo è abbastanza raro, pertanto era stato predisposto un casello chiuso che, incamerando l'aria gelida, svolgeva le funzioni di una vera e propria cella frigorifera.
Prima dei lavori di restauro quello che restava del manufatto era un rudere in cui però era ancora ben riconoscibile l'impianto originario: ovvero un piccolo locale seminterrato a pianta rettangolare, addossato ai massi di una paleofrana da cui si originano le correnti di aria fredda, coperto da una piccola volta a botte (da cui il toponimo selter), con le murature laterali pressoché invisibili in quanto integrate nel profilo dei blocchi di versante e dotato di un solo prospetto visibile in corrispondenza dell'ingresso a lato della vecchia mulattiera.
"L'idea dell'amministrazione comunale - spiega il sindaco Michele Vanoncini - è stata quella di restaurare e ricostruire il casello rispettandone il più possibile le caratteristiche originarie, anche tramite il contributo delle persone più anziane e dei vecchi artigiani del posto".
L'inaugurazione del "Selter di Ruì" è prevista per l'8 agosto con ritrovo alle 8.30 presso il parcheggio in località Spinelli e camminata di un'ora (previsto servizio di trasporto con fuori strada), alle 10 taglio del nastro alla presenza delle autorità e del geologo Rodeghiero che illustrerà in modo dettagliato il fenomeno delle correnti di aria fredda. Seguirà degustazione a base di prodotti tipici.
I LAVORI DI RESTAURO
I lavori sono consistiti in un rinforzo delle murature di appoggio della volta, tramite intervento di risanamento e consolidamento con tecnica di cuci-scuci. Le pietre utilizzate sono quelle pre-esistenti integrate con conci prelevati dal vicino macereto e sbozzati a mazzetta. Particolare cura è stata prestata alla cornice di imposta della volte. La parete di fondo è stata realizzata attestandola sul gradino più a ridosso delle "bocche" che soffiano l'aria fredda. In corrispondenza di queste ultime è stata mantenuta un'apertura che consente l'ingresso dell'aria all'interno. Il pavimento del casello è stato lastricato con le medesime pietre calcaree del posto.
Poiché la quota di ingresso è posta a circa 160 cm dal piano stradale, è stato necessario realizzare una piccola scala in pietra. Per motivi di sicurezza è stata realizzata una barriera di protezione in paleria di maggiociondolo. Per favorire la visita al "Selter di Ruì" è stato realizzato un impianto luce con pannello solare in modo che al passaggio delle persone sulla strada agro-silvo-pastorale adiacente al manufatto ristrutturato lo stesso si illumini internamente per circa 4 minuti.
La temperatura media all'interno si mantiene sempre costante fra i +3°/+4°; in pratica il Selter si comporta come un frigorifero. Poco prima è stato ripristinato e segnalato il sentiero che in pochi minuti conduce alla sorgente del Ruì; è prevista inoltre la creazione di una zona di sosta per gruppi nel bosco attiguo.
Il costo complessivo dell'opera ammonta ad 51.000 euro, comprensivo dell'intervento di allargamento e sistemazione del parcheggio ubicato in località Spinelli, ed è finanziato in parte con contributo regionale e in parte con risorse proprie di bilancio.
Il progetto è stato redatto da Angelo Ghirelli dello studio Dryos di S. Giovanni Bianco mentre i lavori sono stati eseguiti dall'Impresa Edil Sant'Alberto di Villa d'Ogna. Le opere migliorative dell'intervento (come l'impianto illuminazione, sentiero delle sorgenti e varie) sono state realizzate da alcuni volontari.
Nella foto: il manufatto recuperato ad Oltressenda Alta
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