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Sono tante le regole che oggi lo Stato Italiano e l'Unione Europea impongono a coloro che praticano la caccia tant'è che moltissimi appassionati hanno rinunciato anche quest'anno a richiedere la licenza necessaria per l'abilitazione all'esercizio venatorio. Molte norme sempre più restrittive consistono non solo nel divieto di abbattere certe specie di animali in quanto protetti ma soprattutto sull'adeguamento delle zone di tiro a capanno per esempio: il rispetto delle distanze di sicurezza da abitazioni, strade, passaggi pedonali e molto altro. Un gruppo di escursionisti che questa mattina si trovava nella zona del Monte Misma ci ha segnalato come ancora oggi molti sentieri C.A.I. transitano addirittura nel bel mezzo degli appostamenti da caccia. Fino ad oggi nessuna legge vieta infatti ai cacciatori che praticano la caccia a capanno di non sparare nelle vicinanze dei sentieri. Se lo stato Italiano o l'Unione Europea dovessero approvare una legge che regoli le distanze dei punti fissi di caccia a zone di transito pedonale di montagna,  con molta probabilità la caccia cesserebbe di esistere. A chi aspetta quindi fare il primo passo al C.A.I. Nazionale o alla Federazione Italiana della Caccia? E' altrettanto vero che la pericolosità di un'arma da fuoco non si mette in discussione, sta all'educazione dei cacciatori stessi segnalare con appositi cartelli ben visibili le zone di pericolo. (Diego Percassi)

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