MA GUARDA UN PO'! Ci sono delle leggi...

on .

 

IL SOLE 24/0RE 18.1.2014

 

La denuncia. Lettera bipartisan a Letta e Visco: violate le prerogative delle Camere sulla riforma della governance bancaria 

Il Parlamento frena Bankitalia sulle Popolari 

IL PUNTO 
Secondo deputati e senatori le nuove disposizioni su deleghe e soci di capitale vanificano l'autonomia statutaria degli istituti 


Il Parlamento frana Bankitalia sulla riforma della governance degli istituti di credito, e in particolare delle Popolari. L'ispirazione è dell'Europa, che a fine giugno ha adottato la direttiva Crd IV, in attuazione della quale la Vigilanza ha messo a punto le nuove disposizioni sulla governance delle banche, a in consultazione fino al 23; peccato che la norma europea sia da qualche giorno all'attenzione di Montecitorio, che ha avviato la discussione sul ddl che recepisce le direttive del 2013: i parlamentari si sono sentiti scavalcati da Via Nazionale, e in una lettera bipartisan inviata l'altroieri al Presidente del Consiglio Enrico Letta, al ministro Fabrizio Saccomanni e al Governatore Ignazio Visco chiedono che Bankitalia fermi al più presto la sua «impropria corsa in avanti», come recita la stessa missiva.
Questioni di metodo, ma anche di merito, quelle raccolte nella lettera scritta dal presidente della Commissione Finanze del Camera, Daniele Capezzone, firmata dal suo omologo in Senato (Marino, Pd), dal presidente della commissione Industria del Senato (Mucchetti, Pd), dal vicepresidente del Senato Gasparri (Fi), dal presidente del Gruppo Gal al Senato Ferrara e dalla senatrice Bonfrisco (Fi).
Sul metodo, «riteniamo che in questa circostanza siano state indebitamente violate le prerogative del Parlamento, e sovvertiti i principi basilari di gerarchia delle fonti del nostro ordinamento», si legge nella lettera. Ma sui contenuti l'affondo è anche più marcato: «Il documento della Banca d'Italia introduce anche prescrizioni del tutto nuove, non previste dalla Direttiva Crd IV, né ad essa in qualche modo riconducibili, quali quelle sulla composizione numerica degli organi sociali», scrivono i parlamentari. Stesso discorso sulle popolari, su cui – ricorda la lettera – solo nel 2012 si è messo mano all'ultima legge di riforma, «ponderata e riuscita sintesi di numerose proposte, frutto di un proficuo confronto tra le varie forze politiche, e di una intensa attività parlamentare dipanatasi nell'arco di diverse legislature». In sostanza, dicono deputati e senatori, il legislatore ha messo nero su bianco quanto necessario, delegando all'autonomia statutaria delle singole banche tutto il resto. Ecco perché, lamentano i parlamentari, le norme contenute nelle nuove disposizioni sulle popolari – in tema di deleghe, voto a distanza e spazio per i soci di capitale – rappresenterebbero una vera e propria fuga in avanti, che renderebbe l'autonomia statutaria delle popolari «un vuoto simulacro» e che porterebbe alla «modifica di norme primarie da parte di norme di rango subordinato». 
E ora? I Parlamentari si aspettano che Bankitalia rallenti la marcia, per lo meno aspettando che le Camere approvino il ddl europeo. E che nella versione definitiva delle nuove disposizioni venga espunto tutto ciò che non compare nella direttiva. Così come sul riassetto del capitale di Via Nazionale, spetta al Governo il compito di mediare.
Ma.Fe.

ATTENZIONE: Copia a scopo dimostrativo. Alcuni elementi potrebbero non funzionare.