ECO DI BERGAMO "LETTERA DI UN PICCOLO AZIONISTA"
LETTERA DI UN PICCOLO AZIONISTA
PUBBLICATA SU L'ECO DI BERGAMO 4 APRILE 2016
UBI: the day after! Ovvero riflessioni di un piccolo azionista bergamasco.“Allora abbiamo una banca!” commentava trionfalmente al telefono un noto personaggio politico della storia recente.“Allora non abbiamo più una banca?” si interroga frastornato il piccolo azionista bergamasco.
Cosa è successo? Come è potuto accadere? Semplificando in soldoni, azzardiamo un’ipotesi.Nel 2007 (giusto il 1° di Aprile!) in sede di costituzione di UBI il management bergamasco di BPU, forte del suo patrimonio cooperativo capitario di “una testa, un voto” (cioè, tante teste, tante azioni) sigla uno sciagurato “patto fra gentiluomini” con la controparte a guida bresciana che porta in dote “tante azioni ma poche teste”. Bergamo conduce il giuoco perché nel sistema capitario sono le teste a contare qualunque sia il numero delle azioni possedute. Il pattosiglato fonda sul principio della pariteticità, cioè della pari dignità fra le società partecipanti indipendentemente dai rapporti di forza. Ergo, da adesso in poi, uno vale uno!
La formula cooperativa sembra funzionare egregiamente tant’è che il Financial Times nel 2014 definisce UBI “banca dell’anno” in Italia !
Nel 2015 UBI, con uno scatto da centometrista, o meglio un salto di schiena alla Fosbury, diventa SPA dove , è noto, non contano le teste ma pesano le azioni, giusto quegli strumenti di cui la componente bresciana dispone in quantità (che fa prontamente e pragmaticamente valere con arroganza o meglio con poca riconoscenza per il riguardo prestatole daBergamo nel 2007).
Ma, ahimè, la storia insegna che in un “gentlemen’sagreement”, talvolta, possa far difetto la correttezza … si sente mugugnare nell’entourage del management bergamasco (innervosendo il nostro piccolo azionista bergamasco che si domanda dove fosse codesto management nel 2007).
Di fatto UBI Spa diventa bresciana perché, giustamente in una Spa, chi ha più azioni comanda.In altri termini, il rapporto si quantificherà in 8 consiglieri di anima bresciana contro i 3 di anima bergamasca nel consiglio di sorveglianza.A questo punto il piccolo azionista bergamasco, già pesantemente ridimensionato nei ranghi nel 2014 dall’obbligo di innalzamento della quota minima a 250 azioni per mantenere la qualifica di socio (una “potatura” che interessa 1/5 della base azionaria bergamasca ovvero dai 15 ai 20 mila soci), si domanda se tutta questa progressione di fatti sia accaduta per autolesionistica sprovvedutezza o se sia stata pianificata a tavolino.E per responsabilità di chi ?
Rassegnato riflette:” Pota, va bene l’economia globale, va bene la società per azioni con le sue logiche più attuali, va bene tutto … maquesto è un altro pezzo fondamentale di economia locale che se ne va! Eppoi, se Bergamo nel 2015 totalizza un utile di 127 milioni e Brescia una perdita di 11 milioni … ma perché deve essere il più scarso a comandare ?”
La “resilienza” del piccolo azionista bergamasco, è ulteriormente messa a dura prova in Assemblea dove, attendendosi di trovare liste antagoniste all’insegna di Patti dei Mille e Patti di Brescia in campanilistico tenzone, si ritrova una lista “calderone” (lista1) contrapposta alla lista “Fondi” (lista 2). Non capisce più niente enel dubbio decide di lanciare un segnale al “demiurgo”. Come ? Votando per la 2° lista, cioè per dei soggetti che, il nostro suppone, diano una garanzia di professionalità e neutralità alternativa, i Fondi d’investimento appunto, né bresciani né bergamaschi. Cioè per dei soggetti che, bontà loro, hanno decisodi restare defilati candidando solo 3 consiglieri, perché altrimenti… Unico elemento di preoccupazione lo trova nel brochure di presentazione di detti Fondi che si indirizza (forse per non far torto a nessuno ?) alla Spett.le UBI Spa, Piazza V. Veneto 8, 24122 …GENOVA !!!!
Pota, è andata così. Può essere una lettura ? Ma non è finita, ora ci aspetta “il bancone” , quella banca unica dove i profitti dell’una e le perdite dell’altra confluiranno nel mare magnum della Spa. Ad maiora!
RINO JACONETTI