GUARDIA DI FINANZA DI NUOVO IN UBI

i  Militari anche alla Compagnia delle Opere e alla Confiab

 Oltre che nelle sedi di Ubi banca le perquisizioni, operate da militari del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza, avvengono anche nella sede di Bergamo della Compagnia delle Opere e della Confiab (Confederazione degli artigiani di Bergamo).

    Secondo quanto si apprende ai vertici di Ubi banca vengono contestate nuove ipotesi di reato rispetto a quelle già attribuite nello scorso mese di maggio

 

ANSA 11/2/2014

LA MORTE DELLE POPOLARI

Nel 2008 toccò alle BCC rischiare: chi voleva mangiarsele forse oggi punta alle Popolari.... è il dubbio che si pone Monsieur E

Chi vuole la morte
delle Banche Popolari?

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di Monsieur E

Qualche anno fa, nel 2008, le BCC furono oggetto di una minaccia di procedura d’infrazione da parte della Commissione Europea per una presunta violazione dei trattati in relazione allo speciale trattamento fiscale del fondo di riserva.

Le BCC si attivarono rapidamente a Brussels e la vicenda venne rapidamente chiarita nei suo reali contorni.

Andando però più a fondo, per capire meglio da dove avesse tratto origine l’intera vicenda (che sembrava originata unicamente da diligenti e prudenziali scrupoli tecnici dei funzionari della Commissione Europea), si scoprì che un qualche ruolo di “suggeritori” lo avevano avutoalcuni colossi bancari esteri (uno olandese, in particolare) che, verificato che le BCC rappresentavano una fetta sostanziosa ed interessante del mercato bancario italiano, avevano cercato un sistema per “mangiarsela”.

Le Banche Popolari italiane sono tradizionalmente poco attive sulla piazza di Brussels (non è una caratteristica settoriale, ma nazionale: il nostro Paese non ha ancora metabolizzato il fatto che Roma non è più caput mundi da qualche secolo).

Se lo fossero maggiormente, probabilmente avrebbero avuto sentore dei movimenti che, da alcuni mesi, c’erano attorno a loro e non certo da parte della Commissione Europea o a motivo del problema del voto per testa (l’ex Commissario Mc Creevy, alla fine di un lungo tira e molla, ha archiviato definitivamente la pratica della richiesta di abolire la regola del one share one vote anni fa, chiarendo che il dossier era chiuso una volta per tutte da parte della Commissione Europea).

In particolare avrebbero potuto dare la giusta attenzione ad un articolo di Nadege Jassaud, funzionaria del FMI, intitolato The Role of Corporate Governance in strenghtening Italian Banks (http://www.voxeu.org/article/aqr-results-and-italian-bank-governance) pubblicato dal portale VoxEU.org ed in particolare al passaggio dedicato alle banche popolari e alle conclusioni finali.

Delle banche popolari, la Jassaud dice inizialmente che esse rappresentano oggi il 14% del mercato bancario del nostro Paese, che a differenza della grandi banche non hanno mai avuto esposizioni finanziarie pericolose, che per questo hanno resistito egregiamente alla crisi e che dal 2008 hanno continuato a rappresentare il partner principale delle PMI italiane.

Dopo di che, in maniera abbastanza sorprendente, da queste premesse trae la conclusione che le banche popolari sono pericolose per la stabilità del sistema bancario italiano (in che senso non si capisce, visto che poche righe prima lei stesso scrive l’opposto) perché la loro struttura di governance non permette di attrarre investitori strategici ed offre opportunità limitate per garantire la presenza di un management affidabile (a quale modello di affidabilità di management si riferisca non ci comprende bene, visto che quello delle grandi banche internazionali è stato all’origine della crisi finanziaria da cui stiamo faticosamente uscendo).

Si arriva così alla conclusione dell’articolo, in cui la Jassaud auspica che le banche popolari siano incoraggiate a trasformarsi in società per azioni normali.

Ora, VoxEU.org è il Policy Portal del CEPR (Centre for Economic Policy Research) di Londra,ha un bilancio che supera i 3 milioni di sterline all’anno e si regge non tanto coi finanziamenti di molte banche nazionali quanto soprattutto di grossi gruppi bancari internazionali (JP Morgan in testa) (http://www.cepr.org/content/supporters-cepr) ed è gestito in consorzio con alcuni siti nazionali.

Tra essi l’italiano lavoce.info (tanto che Tito Boeri è uno dei cinque membri del comitato di redazione di VoxEU.org) dal quale proprio il premier Matteo Renzi ha attinto in questi mesi a piene mani i collaboratori economici più stretti e fidati (in primis lo stesso Boeri, nominato all’INPS).

Dalla pubblicazione dell’articolo di VoxEU.org al decreto del governo Renzi sono passati solo tre mesi.

E’ lecito domandarsi se e quale relazione ci sia fra questi due fatti, alla luce del precedente delle BCC del 2008

Mercoledì, 28 Gennaio, 2015
 
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