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Pannelli informativi
Informazioni turistiche dislocate presso il municipio, i principali monumenti e lungo le piste ciclopedonali
UNA VISITA A CASNIGO Tra storia, arte e fede
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Casnigo, il cui nome secondo alcuni deriva dal latino castenetum, luogo ricco di castagni, è collocato su un altipiano alluvionale del versante orografico sinistro del fiume Serio. Lʼabitato sorge al centro del territorio su un terrazzo alluvionale chiamato Agro, la cui superficie, quasi perfettamente pianeggiante, è stata, nel corso del tempo in ragione della sua fertilità, assoggettata ad unʼintensa coltura e, per secoli, ha rappresentato il granaio di Casnigo. Purtroppo, come conseguenza dellʼavanzare dellʼindustrializzazione e del tramonto delle pratiche agronomiche, una parte dellʼAgro è stata occupata da complessi produttivi, che ne hanno modificato lʼaspetto. Sviluppo, che se in parte ha modificato la naturale e primitiva armonia, ha lasciato disseminate su tutto il territorio numerose tracce del passato che permettono ancor oggi di apprezzarne lʼincomparabile, pur se misconosciuta, bellezza. |
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L'ARCIPRESBITERALE PLEBANA DI CASNIGO Antica chiesa battesimale della Valgandino
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La storia della chiesa Arcipresbiterale Plebana di Casnigo, dedicata a San Giovanni Battista è antica. Fu fondata nel 1100 come chiesa madre della Valgandino, ed elevata al titolo arcipresbiterale nel 1460. La costruzione della chiesa attuale fu iniziata nel 1617 e conclusa nel 1640. La facciata, a coronamento orizzontale, è abbellita da statue raffi guranti i Santi Pietro e Paolo e da due angeli, opera dello scultore Ignazio Hillipront, che le scolpì nel 1709. Dello stesso artista era la statua centrale del Redentore, sostituita nel 1989 con una statua in granito di San Giovanni Battista, opera dello scultore Mario Toffetti. Il campanile, in ceppo locale, fu costruito nel 1547. Su di esso è posto un concerto di otto campane in do maggiore, fuso nel 1950 dalla ditta Ottolina di Bergamo. All’interno della chiesa si possono ammirare tele dei principali pittori bergamaschi tra il Cinquecento e il Settecento e dipinti di scuola veneziana del Cinquecento e Seicento, nonché pregevoli opere di scultura dal XV al XX secolo. Di indubbio valore artistico gli altari laterali in marmi pregiati e policromi, opera dei Manni, con splendidi paliotti marmorei dei Fantoni. |
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SANTUARIO DELLA SS. TRINITÀ Gioiello d'arte in terra bergamasca
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Lontano circa venticinque km da Bergamo, ad un’altezza di circa 690 metri, in posizione dominante l’altipiano di Casnigo e la Valle Seriana, sorge il Santuario della SS. Trinità. La collocazione assai felice, sia dal punto di vista climatico che panoramico, lascia supporre che la zona sia stata frequentata sin dalle epoche più remote, come testimoniato dai ritrovamenti di reperti preistorici. Nel Medioevo il luogo era sicuramente praticato. A conferma di ciò si può osservare lo spigolo del muro di sostegno del terrapieno che ingloba i resti ben individuabili di una torre di guardia. Nulla di certo è possibile dire circa l’epoca di fondazione del primo edificio sacro, per cui diventa importante la data 1491 che si trova su un affresco raffigurante la Madonna nella parte più antica della chiesa. |
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IL SANTUARIO DELLA MADONNA D'ERBIA IN CASNIGO Cuore della devozione mariana dei casnighesi
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La comunità di Casnigo si riconosce, da alcuni secoli, nella devozione alla Vergine Maria, apparsa in località Erbia, dove i casnighesi le hanno costruito e dedicato un santuario, che collocato a nord del paese a 783 metri d’altitudine, si apre su estese praterie circondate e interrotte da fitte boscaglie e da valli impervie e scoscese. Da esso è possibile ammirare un vasto panorama che presenta in successione le vette dei monti Cavlera, Alben, Menna, Arera, Fop e Secco.
Tra le reliquie che il santuario conserva, spicca la veste talare indossata dal Beato papa Giovanni Paolo II nella sua ultima apparizione alla finestra dello studio in piazza San Pietro. |
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IL PAESE DEL BAGHÈT La tradizione dell’antica cornamusa bergamasca a Casnigo (BG)
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In tutta l’area europea strumenti conosciuti con i termini di zampogna, cornamusa o piva hanno occupato e ancora oggi occupano un posto di primaria importanza nell’espressività musicale del mondo popolare. Ad iniziare dal tardo Medioevo, ogni comunità ha sviluppato un proprio tipo di strumento, ognuno con caratteristiche ben definite. È questo il caso della cornamusa arrivata fino a noi in terra di Bergamo, meglio conosciuta come “baghèt”, e in alcune località anche come “pia” o “pia baghèt”. L’uso di cornamuse o pive in provincia di Bergamo è attestato già dal XIV secolo. Diverse, infatti, sono le fonti iconografi che che ne documentano la presenza. Recenti lavori di ricerca, hanno portato ad una rivalutazione di questo patrimonio etnomusicale considerato scomparso e di cui si era perso ogni traccia. I dati raccolti permettono di delineare diverse zone in cui era suonata la cornamusa bergamasca: tra queste la media Valle Seriana con la confluente Val Gandino, dove sono stati raccolti i documenti sostanziali che ne descrivono il patrimonio culturale. In quest’area all’inizio del Novecento erano ancora certamente attivi una decina di musicisti. Ultimo erede di essi è stato Giacomo Ruggeri, detto “Fagòt” di Casnigo (1905-1990).
Giacomo Ruggeri detto "Fagòt"
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TRADIZIONI E PERSONAGGI CASNIGHESI
Feste, eventi e tradizioni
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Fra le numerose manifestazioni culturali e di intrattenimento, che si svolgono sul territorio durante il corso dell'anno meritano un particolare accenno:
- Festa dell'Epifania (Re Magi)
- Festa del Patrono civico San Sebastiano
- Triduo dei morti
- Festa della SS. Trinità
- Festa Patronale di San Giovanni Battista
- Ricorrenza delle apparizioni della Madonna d'Erbia
- Raduno dei baghètér (suonatori di cornamusa bergamasca)
- Mostra zootecnica
- Biennale di cultura fotografica
- BereBergamo
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