La Corale in concerto nel bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi |
Giuseppe Verdi e il vertovese Bartolomeo Merelli. L’opera Nabucco e il celebre coro “Va pensiero…”. Storia di un evento.
VERTOVA Gli oltre duecento colpi di piatti che risuonano nell’Ouverture, il profluvio di roboanti armonie, gli squilli feroci o le bellicose esplosioni che infiammano e rendono il Nabucco un’opera ad alto potenziale, i contenuti eroici e patriottici di cui l’opera è pur inaudito veicolo, fanno del Nabucco il primo vero capolavoro verdiano.E’ l’opera che lo rivela al mondo col pianto sublime del coro“VA PENSIERO”
Anche se ormai risaputo è giocoforza, parlando di Giuseppe Verdi, andare con la memoria al vertovese Bartolomeo Merelli, il potente impresario del teatro alla Scala di Milano, che fu l’artefice principale della carriera del sommo musicista. Il giovane Verdi (25 anni) è colpito da tremende disgrazie: la morte dei due figli e della moglie e, per colmo di sventura, il “fiasco” inesorabile della sua seconda opera: “Un giorno di regno”. Entra in uno stato di profonda depressione e giura a sé stesso che non avrebbe mai più scritto una sola nota e per due anni mantiene la promessa. Ma ecco entrare in scena Merelli. Dall’auto-agiografia è lo stesso Verdi che scrive: Una fatalità. Inverno 1840. Passeggio nel centro di Milano, solo, sotto la neve che cade a larghe falde, quando, fuori dalla Galleria De Cristoforis, incontro proprio il Merelli. Il potente impresario è preoccupato per la nuova opera da dare alla Scala… Intanto, camminando, siamo giunti alla Scala.Merelli tira fuori il libretto: “Un così bell’argomento, prendi, leggilo”. Io ricuso, poi accetto e torno sui miei passi.Strada facendo, sentivo indosso una specie di malessere… Mi rincasai e con un gesto quasi violento gettai il manoscritto sul tavolo. Il fascicolo, cadendo sul tavolo stesso, era aperto: senza saper come, i miei occhi fissarono la pagina che stava a me innanzi e mi s’affaccia questo verso: “Va pensiero sull’ali dorate”…. E’ una folgorazione: leggo e rileggo il libretto; lo ripongo, ma non riesco a dormire; mi alzo lo leggo di nuovo… La mattina dopo fò per restituirlo a Merelli ma ormai la potenza de soggetto si è impadronita di me… Da qui la composizione di Nabucco ha inizio. L’opera tocca il suo culmine, e quasi svela la propria essenza morale, nel celeberrimo coro “Va pensiero”, pianto degli Ebrei esuli, nel quale ogni esule s’identifica, perché ogni cuore rimpiange una propria patria, “bella e perduta”. Questa, sia pure in forma telegrafica, la storia di Verdi, Merelli e Nabucco. La Corale la sera del 25 aprile, alle ore 20,30 nell’auditorium dell’ex Convento farà rivivere questa storia interpretando brani tra le più belle opere del sommo musicista. Con Verdi ci saranno anche Donizetti e Rossini perché la storia ci dice che proprio Donizetti rinunciò a dirigere a Bologna lo “Stabat Mater” di Rossini per poter essere presente alla prima rappresentazione del Nabucco. Mario Moro Programma del concerto Alessandro Pol
Gaetano Donizetti La figlia del reggimento
Gioacchino Rossini
Ricordo del bicentenario della nascita di GIUSEPPE VERDI
I Lombardi alla prima Crociata
Il Trovatore
La forza del destino
La traviata
Nabucco
CORALE S. CECILIA con i suoi solisti:
Maestri accompagnatori:
Maestro direttore |