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GAZZANIGA: Alla riscoperta del “Marmo nero di Gazzaniga” e delle opere dei “Manni” Stampa

Da qualche anno, quando il C.A.I. di Gazzaniga ha riscoperto il “Marmo nero”, è un continuo proliferare di nuovo interesse attorno a questa pietra locale. Tutto è iniziato nel 2006, allorquando un gruppo di amici della sottosezione del C.A.I. di Gazzaniga ha ritrovato le vecchie cave del famoso marmo e ha intrapreso e sviluppato un progetto per farlo conoscere.

Così dopo oltre un anno di studi, ricerche, riscoperte e lavoro sono state identificate le vecchie cave sparse sul territorio di Gazzaniga; è stato allestito un’area espositiva permanente con grossi monoliti semilavorati provenienti dalle vecchie cave; ed è stato pubblicato il libro “Il marmo nero di Gazzaniga - la pietra - le cave - i manufatti”. Un libro interessante, che racconta la storia e l’evoluzione dei lavori afferenti il marmo nero, descrive la geologia del territorio sul quale sono state aperte le antiche cave e illustra alcune delle opere realizzate con questo materiale. Insieme a questo lavoro sono state riportate alla memoria anche le opere dei “Manni” e degli “Aglio” - marmorai intarsiatori ticinesi - che tra il ‘600 e il ‘700 hanno realizzato interessanti e pregevoli opere di intarsio policromo, utilizzando come base per il loro lavoro proprio il marmo nero. Le due famiglie provenivano da Rovio nel Canton Ticino; si trasferirono proprio a Gazzaniga dove aprirono le loro botteghe. Presto divennero famosi in tutta la Bergamasca per la particolarità dei lavori: fini, eleganti e ricercati, poiché le figure sinuose e policrome che venivano realizzate si inserivano egregiamente nello stile barocco allora imperante.

In questi anni le due famiglie realizzarono anche altri interessanti lavori, collaborando con i Caniana, famosi architetti e scultori provenienti da Romano di Lombardia ed insediati ad Alzano, ed i Fantoni di Rovetta, pure loro artisti pregevoli e unici, raffinati intarsiatori del legno. Le opere dei fratelli Manni si sviluppano nel contesto dell’architettura barocca per un’accurata ricerca delle linee e dei colori, fino ad abbracciare il nuovo stile neoclassico che si affacciava agli inizi dell’800.

Si può quindi affermare, senza ombra di dubbio, che ogni chiesa della provincia è stata abbellita con il “marmo nero di Gazzaniga”. Molte di queste infatti vantano al loro interno preziosi e suggestivi capolavori operati dai Manni e dagli Aglio. Ecco un piccolo e breve panorama, non certo esaustivo della popolarità a quel tempo acquisita: Chiesa di S. Martino ad Alzano - parrocchiale a Monte di Nese - Santuario della Madonna della Gamba a Desenzano di Albino - parrocchiale di Gazzaniga, di Fiorano al Serio, di Semonte, di Vertova, di Casnigo, di Peia, di Gandino, Sforzatici di Dalmine, Mezzoldo, Serina, Treviolo, Casnigo, Peia, Ardesio, Sovere, Seriate, Romano di Lombardia, S. Paolo d’Argon, Amora, Stezzano, Monasterolo e molte ancora nelle chiese di Bergamo e della provincia.

Alcune hanno altari finemente intarsiati, barocchi, altre invece sontuose gradinate e balaustre, altre ancora portali, acquasantiere, pulpiti, cornici dei grandi quadri murali, ecc.

Ora dopo la riscoperta di questa preziosa pietra locale, la stessa, ogni tanto, viene ancora ripresa e utilizzata, come nel nuovo cippo degli Alpini da poco inaugurato, il basamento del “geolabio” installato presso il “Giardino Geologico della Valle Seriana”, il cippo che ricorda la posa della prima pietra del nuovo edificio Casa di Riposo S. Giuseppe. E l’8 ottobre è prevista una lezione all’Università della Terza Età “A.N.T.E.A.S.”, presso il salone del Centro sociale, a Gazzaniga, sul tema: “Il marmo nero di Gazzaniga”.

In questo periodo, sull’onda delle nuove conoscenze, ai vari artigiani marmisti del luogo giungono addirittura richieste di informazioni sul locale marmo nero da tutta Italia. Ma ormai le cave sono definitivamente chiuse e la storia insegna che difficilmente potranno essere riaperte. Intanto però c’è un nuovo entusiasmo e un rinato interesse storico-artistico e le chiese che si fregiano delle opere dei Manni e degli Aglio realizzate con il marmo nero sono oggetto di riscoperta e di segnalazioni. Alcune di queste opere realizzate nelle chiese bergamasche sono espressamente citate nella collana di pubblicazioni delle chiese della provincia di Bergamo edito dall’Istituto Rezzara.

Le fotografie qui riportate sono un chiaro esempio dell’utilizzo del marmo nero di Gazzaniga. Un’ampia bibliografia viene in supporto per conoscere meglio questo periodo artistico e ve la proponiamo: Luigi Angelini, la Rivista di Bergamo 1960 - Luigi Pagnoni, ed. Il Conventino 1974; Le chiese di Bergamo, ed. Rezzara; La Media Val Seriana, della Comunità Montana Valle Seriana ed. Grafital 1988; Il marmo nero di Gazzaniga ed. 2006.

Angelo Ghisetti - Gloria Belotti

 

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