CENE: Statua della Santa Beretta Molla |
Omaggio dei coscritti del 1940, l’opera si trova nella facciata della chiesa parrocchiale La facciata della parrocchiale di Cene, nello specifico la nicchia posta sulla destra della parete, ospita una nuova statua, quella di santa Gianna Beretta Molla, con figlioletta. Una facciata che è ora architettonicamente più ricca e armoniosa. La santa era una mamma di Magenta, medico di professione, che sacrificò la sua vita per salvare quella della figlia neonata Gianna Emanuela, raffigurata tra le braccia della madre. La donna, infatti, allo stremo delle forze e contro il parere di tutti, portò avanti la maternità e il 21 aprile del 1962 partorì la sua una bambina, Gianna Emanuela, per poi morire una settimana dopo. Fin dalla prima giovinezza visse profondamente la religione cattolica, secondo l'educazione ricevuta dai genitori. Ricevette la prima comunione a cinque anni e mezzo, il 4 aprile 1928. Il 9 giugno 1930 fu cresimata nel Duomo di Bergamo. Visse a Milano fino ai 18 anni, città dove frequentò la Chiesa dei Padri Cappuccini in Corso Monforte; nel 1935, dopo la morte di alcuni fratelli a causa dell'influenza spagnola, la famiglia si trasferì a Bergamo. Nel gennaio 1937 morì la sorella Amalia e la famiglia si trasferì a Genova, nel quartiere di Quinto al Mare. Qui Gianna si iscrisse alla V ginnasio presso l'Istituto delle Suore Dorotee. Terminata la quinta ginnasiale, i genitori di Gianna decisero di farle sospendere le scuole per un anno, perché rinforzasse la sua debole costituzione fisica. Non terminarono i “pellegrinaggi” della sfortunata famiglia e di Gianna: nell'ottobre 1941, infatti, a causa dei bombardamenti, ritornarono a Bergamo, nella casa dei nonni materni. Fu qui che Gianna, nell'anno della maturità classica, perse entrambi i genitori, a poco più di quattro mesi di distanza l'una dall'altro. Nell'ottobre 1942 Gianna ritornò a Magenta e si iscrisse e frequentò la facoltà di medicina e chirurgia, prima a Milano e poi a Pavia, dove si laureò il 30 novembre 1949. Anche in questi anni universitari partecipava ogni giorno alla Messa, faceva la visita al Santissimo Sacramento e recitava il Rosario. A Pavia si inserì nella vita della comunità parrocchiale di San Martino, collaborando alle attività dell'Oratorio delle Madri Canossiane. Si impegnò, inoltre, nell'Azione Cattolica e nelle conferenze delle Dame di San Vincenzo. Forte rimase la sua dedizione al Credo e alla pratica religiosa, che la rafforzò nella sua missione di medico: dopo la laurea in medicina, sostenuta il 30 novembre 1949, Gianna aprì uno studio medico a Mesero. Si specializzò poi in pediatria a Milano il 7 luglio 1952. Mentre compiva la sua attività professionale, accrebbe il suo impegno nell'Azione Cattolica, divenendo educatrice delle "giovanissime". Amava la musica, la pittura, l'alpinismo, passioni, soprattutto l’ultima, che bene si sposano con il paese della Valle Seriana che ne ospiterà la statua. Sposò nel 1955 l’ingegnere Pietro Molla. Fu mamma di tre bambini: il 19 novembre 1956 nacque Pierluigi, l'11 dicembre 1957 Maria Zita (Mariolina) e il 15 luglio 1959 Laura. Ma nel 1961, verso il termine del secondo mese di una nuova gravidanza, quella di Gianna Emanuela, Gianna fu colpita da un fibroma all’utero. Prima dell'intervento operatorio di asportazione del fibroma chiese al chirurgo di salvare la vita che portava in grembo, anche a scapito della sua, come accadde. Morì, infatti, il 28 aprile a soli 39 anni. Particolarità: il marito, Pietro Molla, è morto il 3 aprile 2010, Sabato Santo, all'età di 98 anni; caso unico nella storia della Chiesa, nel 2004 aveva assistito alla canonizzazione della moglie, celebrata da Papa Giovanni Paolo II il 16 maggio 2004, che la proclamò santa nell'anno dedicato alla famiglia. È la prima donna sposata salita alla gloria degli altari negli ultimi mille anni di storia della Chiesa cattolica. La sua memoria liturgica è il 28 aprile. Ecco quindi che alcuni coscritti della classe 1940 di Cene, desiderosi di donare alla chiesa di San Zenone un importante simbolo di fede che permanesse negli anni, si sono consigliati con il parroco don Camillo Brescianini ed hanno offerto la statua che raffigura la santa con la figlioletta in braccio. La realizzazione dell’opera spetta all'artista Gioela Suardi di Gavarno e ha trovato collocazione nella nicchia, dopo aver stazionato per qualche giorno nella chiesa ai piedi del presbiterio ed essere stata ammirata da vicino dai fedeli. L'auditorium Don Pozzi dell'oratorio ha ospitato qualche settimana fa una breve presentazione della vita della santa e in una cerimonia solenne il parroco ha benedetto la statua, poi l’opera è stata collocata sulla facciata della parrocchiale. Gloria Belotti |