VERTOVA: QUATTRO CHIACCHIERE CON… |
Giuseppe Guerini, ex-ciclista professionista e assessore allo Sport di Vertova Cosa farà mai un ciclista quando appende la bicicletta al chiodo? Quale mestiere o professione potrà mai intraprendere un corridore, di fama mondiale peraltro, che ha vissuto per quasi trent’anni a pane e corse (a tappe o in linea)? Beh, molti pensano che andranno ad ingrossare le fila dei rappresentanti di questo o quel marchio, per il quale hanno corso; o andranno a inserirsi in settori operativi affini al mondo del ciclismo. Certamente, per molti è così. Ma per Giuseppe Guerini, il nostro mitico “Turbo” (i suoi tifosi lo hanno soprannominato Beppe Turbo, in quanto cresciuto vicino alle turbine della centrale idroelettrica di Vertova), queste realtà sono vere solo in parte: anche se collabora con una ditta che produce caschi e accessori per biciclette, il suo lavoro è lontano dalle due ruote. E’, infatti, socio in un’azienda di arredamento, con sedi a Clusone, Sarnico e Bergamo, ma quel che più conta, e lo distingue da altri ex-corridori del suo calibro, è che si è impegnato nella vita amministrativa del suo paese, Vertova, candidandosi nella lista del sindaco Riccardo Cagnoni, risultando eletto e guadagnando la carica di assessore allo Sport. Ebbene, alla luce dell’originalità di questa situazione, che vede protagonista un ex-campione del pedale, la redazione di Paese Mio bussa alla porta di Beppe Turbo per conoscere uno spaccato della vita quotidiana di Giuseppe Guerini: non solo i suoi successi sportivi, che sono tanti, ma anche, e soprattutto, le sue nuove attività lavorative e amministrative.Chi era Guerini prima di diventare campione del pedale? Io sono di Vertova, anche se, come tantissimi seriani della Media Valle, sono nato il 14 febbraio 1970 all’ospedale di Gazzaniga. Come i miei coetanei, ho frequentato le scuole dell’obbligo in paese, partecipando attivamente alla vita sociale, sportiva e ricreativa. Le scuole superiori le ho fatte a Bergamo, precisamente all’Esperia, dove mi sono diplomato come elettrotecnico. Mi sono avvicinato al ciclismo, quasi per gioco, in verità di nascosto e all’insaputa di mio padre Luigi, che peraltro era stato, a suo tempo, un ciclista con i fiocchi, impegnato in attività su pista. Infatti, la società ciclistica San Marco di Vertova aveva organizzato in paese alcune gare ciclistiche, nell’ambito dei Giochi della Gioventù, e io vi partecipai. Da lì il passo fu breve e, ricevendo aiuto e sostegno da mio padre, che accettò la mia scelta, iniziai a salire in bicicletta e dalla stagione ‘79/’80 iniziai a far gare. Poi, come si è sviluppata la sua carriera di ciclista? Fino ai 18 anni ho corso con la San Marco di Vertova; poi, passato al professionismo nel ‘93, ho cambiato varie casacche, come la Brescialat, la Navigare e la Polti, finchè nel 1999 sono passato alla tedesca Telekom, con la quale ho corso per 8 stagioni, concludendovi la carriera al termine del 2007. Nel frattempo mi sono sposato con Monica e dalla nostra unione sono nati due bellissimi figli, uno di 4 anni e l’altro di un anno. Da tre anni, poi, mi sono trasferito a Colzate; ma attenti, in una casa che dista soltanto 100 metri dalla vecchia abitazione: del resto, bastano 100 metri per passare in un altro Comune. Quali i suoi maggiori successi in carriera? Sono stato uno scalatore, ho partecipato e portato a termine 10 Tour de France, 6 Giri d'Italia e 4 Giri di Spagna. Tra gli avvenimenti importanti della mia carriera, vanno ricordati il terzo posto al Giro d'Italia, conquistato sia nel 1997, che nel 1998, due tappe al Tour de France, una nel 1999 e una nel 2005 e il secondo posto nella classifica finale del Giro della Svizzera nel 2003. Importante nella mia carriera è stata la vittoria al Tour de France nel 1999: una tappa in salita, una tappa mitica del Tour, l'arrivo sull'Alpe d'Huez; una tappa che quasi persi, perché a poche centinaia di metri dall'arrivo mi scontrai con un imprudente fotografo tedesco e caddi; riuscii a rialzarmi e ad arrivare comunque primo. Ma il suo palmares è ben più ricco. Beh, se penso alle vittorie di tappa, certamente: tappa al Giro del Portogallo (’94), tappa alla Settimana Bergamasca (‘95), tappa alla Route du Sud (’96), tappa di alla Settimana Bergamasca (’98), tappa al Giro d'Italia (’98), tappa al Tour de France (’99), Criterium di Rognes (’99), tappa alla Settimana Catalana (2002), tappa al Tour de France (2005). Altri successi: nel 2000, la Cronosquadre al Giro di Svizzera e ml 2002 la classifica dei Gran Premi della Montagna al Giro della Bassa Sassonia. E ora questa esperienza amministrativa. Come è nata? Qualche anno fa non avrei mai pensato di ricoprire un incarico amministrativo, ma poi le cose cambiano e anche gli interessi. Da anni conosco il sindaco Riccardo Cagnoni, ci si vedeva a feste e ricorrenze, e in una di queste mi è stata fatta la proposta di impegnarmi per il mio paese. All’inizio ero titubante, ma poi ho accettato. E, alla luce dei consensi ottenuti, possono dire di avercela fatta. Ora sono qui, a fare l’assessore allo Sport e questo incarico mi affascina e mi stimola molto, perché mi permette di stare a contatto con le società sportive, ma soprattutto con i ragazzi, ai quali voglio dedicare maggiormente le mie risorse. Non per nulla, fra i miei obiettivi c’è l’organizzazione di alcuni corsi di formazione per tecnici e dirigenti di società sportive, per meglio relazionarsi con il mondo giovanile, in un’ottica di promozione dell’educazione sportiva. Attualmente, poi, è in atto la modifica del regolamento di utilizzo degli impianti sportivi, fermo da 15 anni, mentre si sta definendo il calendario degli interventi alla palestra: messa in sicurezza, sostituzione delle attrezzature, rifacimento degli spogliatoi e del tetto. P.T. |