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COLZATE: Ratto – Peruffo: esulta la Val Seriana su due ruote Stampa

A pochi giorni di distanza le giovani promesse hanno conquistato due prestigiosi allori

Estate da ricordare per Rossella Ratto ed Enrico Peruffo, che a pochi giorni di distanza hanno conquistato due prestigiosi allori. La 15enne di Colzate, una delle più promettenti cicliste nel panorama nazionale, ha confermato tutto il suo valore laureandosi campionessa d’Italia nella categoria Allieve, vincendo la prova contro il tempo tra Mordano e Imola (32.4 km pianeggianti). Da segnalare che, sullo stesso percorso, un altro orobico doc come l’osiense Marco Pinotti si è imposto tra i professionisti aggiudicandosi il titolo per la quarta volta in carriera dopo i successi nel 2005, nel 2007 e nel 2008. Tornando alla Ratto, si potrebbe davvero dire che “buon sangue non mente”, in quanto i fratelli Daniele ed Enrico tra i dilettanti stanno ottenendo anch’essi risultati di rilievo. Per la cronaca, la portacolori del Pedale Senaghese ha impiegato 19'41" (media 41,113 km/h), superando Giorgia Baraldo di 5" e Beatrice Bartelloni di 25".

Ma le soddisfazioni seriane sono arrivate anche nel campo maschile, qualche chilometro più a sud: a Pescara, Enrico Peruffo, piemontese d’origine ma residente da diversi anni a Colzate, ha conquistato la medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo, in un’edizione in cui l’Italia ha fatto incetta di medaglie praticamente in tutte le discipline. Il 24enne, portacolori della Palazzago-Sestoautoveicoli che fino a pochi mesi fa sembrava vicino al ritiro dall’attività agonistica, dopo un periodo da incorniciare, ricco di successi, pare destinato ad un 2010 da professionista: la qual cosa potrà ridare slancio a una “Bergamo Bici” che, almeno per ciò che concerne le corse a tappe, si è fermata ai trionfi al Giro d’Italia di Ivan Gotti e Paolo Savoldelli e alle imprese del vertovese Beppe “Turbo” Guerini. Pinotti a parte, urgono dunque nuove leve dalla terra orobica anche per dare ossigeno ad un movimento troppo spesso soffocato dai sospetti e dalle vittorie “a tavolino” e che invece, con un ricambio generazionale di spessore, può ritrovare veri valori e tornare a far sognare quei milioni di appassionati desiderosi di godere di un ciclismo pulito che premia il corridore più talentuoso e non quello che per tagliare il traguardo per primo valica i confini dell’illecito.

E.F.

 

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