CENE: QUATTRO CHIACCHIERE CON…CESARE MAFFEIS |
Primo cittadino di Cene Nato il 25 marzo 1968 ad Alzano Lombardo, ma residente a Cene, Cesare Maffeis ha 41 anni è medico, specialista in geriatria, tanto da essere direttore sanitario (fino a un mese fa, quando per ovvie ragioni amministrative si è dimesso) della casa di riposo di Gandino. Omeopata convinto, è celibe e ha diversi hobby: in particolare, è musicista, attività che ha svolto a livello professionistico fino al 2000, suonando chitarra e scrivendo brani musicali. Ecco, allora, che ha trasferito queste sue conoscenze musicali in campo sanitario, promuovendo la musicoterapica su malati di alzhaimer. Quindi, ama leggere, in particolare testi di filosofia, e studiare politica. Ha un master in economia e questo gli dà competenza nella gestione amministrativa e sanitaria. E’ alla sua prima esperienza politica, nel gruppo Lega Nord, e ha recentemente vinto le elezioni amministrative, conquistando un ampio successo personale, in termini di consensi, con 1689 voti, pari al 65,21%, lasciando al 34,79% la sfidante Maria Peracchi della lista civica Per Cene.
A lui la redazione di Media Valle rivolge alcune domande per conoscere meglio la sua persona, il suo programma elettorale, i suoi progetti amministrativi. Il tutto, per avere un quadro di come sarà nei prossimi anni la comunità cenese. Qual è la sua storia politica? Sono nuovo in politica, sono una new-entry. Ho sempre avuto interesse per la politica, ma è sempre stata una curiosità, piuttosto che una partecipazione attiva. Ho frequentato la politica da un punto di vista amatoriale, ma mai direttamente. E la mia recente entrata in scena a livello politico alle elezioni municipali di Cene è la risposta a una richiesta fattami da Giorgio Valoti, che è mio amico da sempre. Quindi, sono nuovo come sindaco e soprattutto come rappresentante leghista. Cosa sta facendo adesso il sindaco Maffeis? Benché il Comune di Cene sia stato ben amministrato in questi anni, in questo momento sto prendendo coscienza del luogo, il Municipio, e dell’incarico, quello di sindaco. Già dai primi giorni ho puntato ad avere colloqui con la cittadinanza, ben quattro ore di incontri. Al sabato poi il mio ufficio è sempre aperto al pubblico e la lista degli appuntamenti è sempre lunga: ma ci sto, questo è il compito di un sindaco, stare con la gente e parlare con essa. Cercare contatto con la cittadinanza vuol dire anche andare all’Oratorio, parlare con i bambini del Cre, incontrare i rappresentanti delle associazioni di volontariato e di categoria, per capire le esigenze di tutti. Inoltre, comprendere la macchina amministrativa, vedere quali sono le sue forze e le sue debolezze. Io amo la programmazione, quindi i prossimi cinque anni non devono essere anni di sorprese, ma di impegno sereno, mirato e studiato, con verifiche continue. Quali sono i problemi che stanno emergendo? Ciò che mi preoccupa molto è l’aspetto economico-sociale, perché nessuno lo dice apertamente, ma la realtà che stiamo vivendo è grave. Sono convinto che a breve, già dal prossimo autunno, molte aziende chiuderanno i battenti. Ho visto persone che sono in cassa integrazione a 45-46 anni e fanno volontariato durante la giornata: queste hanno possibilità di reimpiego nulle a tempi brevi o di scivolo verso la pensione di 5-6 anni. Persone in balia degli eventi, che hanno grossi problemi di identificazione con se stessi. Queste persont non capiscono quello che stanno facendo. E questa realtà prelude a un problema gestionale e sociale molto serio per il futuro. Noi Comuni, che abbiamo sempre di più ristrettezze economiche, come potremo aiutare queste persone? Dovremo, gioco forza, ragionare molto con le aziende e i sindacati sulle possibilità di reimpiego di queste persone e su quali scenari di sviluppo offrire loro. Ma non puntando ancora sul sistema manifatturiero: questa è un’illusione bella e buona. La valle si sta spegnendo. Speriamo che le rappresentanze politiche a noi vicine ci diano una mano. Io amo la verifica, credo poco nelle promesse. Io non sono abituato a promettere: si fa quello che si dice, punto, o quanto meno si cerca di farlo. Dobbiamo rimboccarci le maniche, dunque, ma credo che faremo fatica, perché i bergamaschi non sono più abituati a farlo, contrariamente a quello che dicono tutti. Le vecchie generazioni sì, ma non credo che i nostri giovani siano così bravi ad adeguarsi, non ci credo. Dobbiamo rieducarli o reinvestire risorse con una formazione adeguata nel breve periodo. Quindi, la situazione economica è grave? Credo proprio di sì. Posso fare l’elenco di persone che sono venute a chiedermi denaro, perché non sanno come arrivare alla fine del mese. Persone che conosco, per giunta, come loro medico. La situazione è veramente difficile. Dobbiamo ragionare su questa realtà. Le opere pubbliche, il programma degli interventi, come si può ben capire, passano in secondo piano. La parola d’ordine è ricollocazione. Non c’è lavoro e gli italiani ritorneranno a lavorare in tutti i settori, pur di lavorare. P.T. |