GAZZANIGA: Viaggio alpinistico-culturale per il 35° anniversario del Cai |
La testimonianza di Giordano Santini Il 1° agosto partiamo in sedici soci del Cai, sottosezione di Gazzaniga, diretti in Perù, per un viaggio culturale/alpinistico, in occasione del 35° anniversario della fondazione del gruppo. Obiettivi: visita a Cusco, Machu Pichu, Lago Titicaca e 8 giorni nel gruppo montuoso Ausangate, per un trekking di alta quota e una scalata a una possibile cima (da stabilire). Dopo un lungo volo, con scalo ad Atlanta e pernottamento a Lima, eccoci scaraventati subito a quota 3.350 metri; siamo a Cusco, antica capitale degli Incas, una bella città adagiata in una grande culla naturale, dove sulle pendici circostanti si inerpicano le ultime costruzioni fino a 3.600 metri. Qualche problema di adattamento alla quota subìta così bruscamente, per alcuni il mal di testa, per altri due un po’ di vomito, ma sarà soprattutto la permanenza ad acclimatarci con pazienza. E’ il 3 agosto e facciamo visita alle grandi opere murarie di Saqsaywaman, sopra Cusco, a 3.750 metri di altezza. Pietre enormi sapientemente lavorate con incastri millimetrici e unici nel loro genere, che solo una civiltà che aveva sviluppato una straordinaria conoscenza costruttiva poteva realizzare in architettura. Un esempio particolare si trova nella città di Cusco con la straordinaria pietra a 12 spigoli, incastonata con maestria tra altre pietre di un palazzo. Tra angoli di città e siti archeologici osserviamo anche interessanti visi peruviani di origine “quechua”, veri abitanti della Valle Sacra. E’ soprattutto fuori dai grossi centri, lontano dalle rotte del turismo, che si possono ancora osservare scene di vita quotidiana autentica, come se il tempo si fosse fermato, ripetendo le abitudini ancestrali di un popolo dignitoso. Le piazze di Cusco, dall’impronta tipicamente spagnola invitano la gente sulle gradinate della cattedrale ad oziare piacevolmente al sole; così facciamo anche noi, in attesa di partire l’indomani per Ollantaytambo e quindi per S.Maria, per il trek alternativo del Machu-Pichu. Siamo in trepidante attesa. Ci trasferiamo con il nostro pulmino, passando per Chinquero, Urubamba, Ollantaytambo e dopo aver valicato un passo di 4.300 metri scendiamo fino ai 1.100 metri di S.Maria, dove inizieremo un trekking d‘avvicinamento al Machu Pichu. Iniziamo così il cammino tra banani, piante da caffè, la classica pianticella della coca e altre svariate specie, oltre a fiori un po’ dappertutto. Dopo alcune ore di cammino tra una fitta vegetazione, dominando la valle del Rio Vilcanota, giungiamo in prossimità di S.Teresa dove ci rilassiamo nelle calde acque termali circostanti. Unica nota negativa i mosquitos. Il giorno seguente, in cammino verso Aguacaliente anche lungo un tratto di ferrovia. Purtroppo la notte piove a dirotto ed anche il mattino del 7 agosto che dobbiamo far visita al Machu Pichu. Solo a metà mattina il tempo diventa più clemente, tanto da poter ammirare, seppure tra nebbie, una delle meraviglie del Perù: le rovine del Machu Pichu, antica città degli Incas. Scendiamo ad Aguacaliente a piedi. Verso sera il treno ci porterà a Ollantaytambo dove ci attende il nostro pulmino che ci ricondurrà a Cusco. Lasciamo di nuovo Cusco (8 agosto) con il solito pulmino per Tinqui, dove avrà inizio il trekking dell’Ausangate. Per la maggior parte del gruppo è la prima esperienza di questo tipo. Il primo campo tendato è posto appena fuori dall’abitato a 3.850 metri. Tante occasioni per fotografare bimbi e donne di passaggio ai loro villaggi circostanti. La notte la passiamo bene anche se fa già un po’ freddo. Una colazione ricca con frutta fresca, pane, marmellata e caffè o thè...,il servizio sarà sempre ottimo. Prima tappa verso la località Upis (4.200 metri). E’ il 9 agosto e la giornata si prospetta magnifica. Il percorso in leggera salita è di circa 11 km e si snoda tra abitazioni sparse sul grande altipiano inclinato sottostante la parete nord dell’Ausangate. E’ un continuo incontro tra la popolazione locale, peraltro cordiale nella sua semplicità. La situazione si presta a fotografie sia di paesaggio che di persone, con la gradita sensazione di autenticità in ciò che si incontra. Nel pomeriggio un’improvvisa nevicata con neve gelata. Siamo ad Upis sotto un ghiacciaio e la notte sarà fredda. Sul percorso durante tutto il trekking incontriamo greggi di alpaca di diverse specie e a quote più elevate anche le vigogne. Dopo il pernottamento di Upis la mattinata si propone soleggiata; guadagniamo con passo calmo un valico (4.650 metri), e quindi la traccia ricomincia a scendere in un’ampia vallata tra magnifiche lagune, una delle quali ai piedi di un’ampia seraccata dell’Ausangate (sud-ovest). Abbiamo percorso circa 11 km attraverso saliscendi e siamo alla laguna Pucacocha (4.600 metri circa), uno dei campi più belli. Tappa corta di acclimatamento, ma anche per goderci la montagna (11 agosto). Si parte con il sole già alto e superato un valico di 4.850 metri scorgiamo alla nostra destra una piccola vetta e decidiamo di salirla (5.050 metri). Sotto di noi, presso il lago Ausangatecocha, si intravede già il nostro campo. Anche questo anfratto di montagna è meraviglioso e vista la belle giornata facciamo un po’ di toilette e di bucato. La frase che ricorre spesso è “siamo proprio in ferie”. E’il 12 agosto e un’altra mattinata limpida ci invoglia ad affrontare il passo di Puca Punta che supera i 5.000 metri. Anche qui saliamo oltre, su un crinale altamente panoramico dove si può osservare la sud dell’Ausangate e la punta S. Catalina di 5.800 metri, che vorremmo tentare l’indomani. Le montagne sono particolarmente colorate con sfumature rossastre e verdi, più a valle la luce particolarmente nitida è quasi accecante. Scendiamo a Pampacancha (4.700 metri) per il nostro campo tendato. Prepariamo le cose per la salita su ghiacciaio del giorno dopo. Partiremo in 8. Sveglia alle 3.00, buio pesto e gelo ovunque (13 agosto). Cerchiamo di bere bevande calde e una piccola colazione. Prima delle 4.00 lasciamo il campo per salire la morena fino a quota 5.100 metri circa: obiettivo la cima S. Catalina (5.800 metri). Imbrago e ramponi e iniziamo la salita sul ghiacciaio, aggirando i numerosi crepacci. La neve però è inconsistente costituita da pallini ghiacciati e si sprofonda sempre di più. A malincuore dobbiamo tornare indietro diversificando in parte la discesa costeggiando un stupenda laguna sotto il ghiacciaio. Sarà lungo il cammino fino all’altro campo. In tutto 13 ore in quota. Dopo il pernottamento alla laguna Ticllacocha, ci accingiamo a superare l’ultimo passo prima della discesa finale che ci porterà di nuovo a Tinqui (14 agosto). Il tempo è sempre limpido e di questo ci riteniamo fortunati, ci alziamo un po’ più tardi e camminando così in tutta tranquillità fino al prossimo campo presso la laguna Pucacocha a 4.700 metri. Incontriamo di nuovo alcune donne che ci vogliono vendere i loro piccoli lavori fatti con lana di alpaca e facciamo dei piccoli acquisti per regalare a casa. Laguna Pucacocha (15 agosto): la guida ci descrive questo posto come mistico, con tanto di leggende sulle vicende del passato; sicuramente è un posto incantevole. Tutt’intorno altre piccole lagune dove si specchiano le montagne circostanti . Giungiamo a Pachanta, dove la sera ci cucineranno la pecora con patate nelle pietre calde ricoperte con paglia e terra, piatto nuziale. il 16 agosto una passeggiata tutta in discesa tra numerosi piccoli villaggi, tra visi curiosi di bambini e il transito quieto degli adulti. Dormiremo in un alberghetto prima di partire per il lago Titicaca. Un trekking stupendo! Dopo la montagna il lago: ed eccoci al lago Titicaca (puma grigio), una distesa immensa di acqua a 3.800 metri di quota, tra Perù e Bolivia. Abbiamo scorazzato vicino alla costa, visitando le isole galleggianti fatte da giunchi in cui vivono alcune famiglie (forse prevalentemente per il turismo, oramai). Abbiamo poi approdato all’isola Taquile, dove vivono più di 3.000 persone con alcuni villaggi dislocati nell’interno. Non ci resta che tornare a Cusco per il volo su Lima. Il ritorno sarà decisamente più lungo per la cancellazione del volo Lima-Atlanta...un pò più di permanenza negli hotel durante le attese...In Italia ci ricorderemo tutto questo. Giordano Santini (organizzatore) Hanno partecipato al viaggio: Stefano Todaro, Paolo Cuter, Giorgio Testa, Francesco Testa, Aldo Bonazzi, Enzo Magri, Sem Rottigni, Valentino Merla, Angelo Mora, Veronica Mora, Anelo Meli, Elena Carrara, Marino Ghidelli, Manuela Azzola, Sergio Ginami. |