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Un nuovo organo a canne per il santuario di Altino Stampa

Grande evento per la comunità parrocchiale di Vall’Alta. Lo scorso 18 settembre, presso il santuario di Altino, si è svolto il concerto d'inaugurazione, a cura dell'organista don Ilario Tiraboschi, del nuovo organo a canne che fa bella mostra nel santuario mariano, costruito, assemblato, messo in opera da Elio Capelli, 64enne pensionato, appassionato di restauri, già distintosi in frazione per la sua disinteressata generosità e sensibilità verso le opere artistiche della chiesa e della sua frazione.

Antiche documentazioni attestano che il santuario di Altino, fin dal lontano 1600, vantava un suo organo, addirittura un Serassi, che rimase nel santuario dal 1725 al 1902, quando, trovandosi in completo disordine, venne venduto a un rottamaio di Alzano e sostituito da un Harmonium.

Ai giorni nostri, la devozione mariana e l'interesse per l'arte organaria, fatta di falegnameria, meccanica, musica e molto altro, hanno indotto Elio Capelli, a cimentarsi direttamente nella grande impresa di dotare il santuario di un nuovo organo, di 748 canne. In particolare, Capelli ha rifatto alcune parti di altri strumenti e ne ha costruite di nuove; ha assemblato e messo insieme le migliaia di componenti che formano lo strumento; quindi, con l'aiuto di alcuni amici e dell'organaro Giorgio Persico di Nembro, che ha curato l'ultima parte dell'intonazione e dell'accordatura, ha portato a termine impresa, di notevole impegno manuale e finanziario.

L'opera ci sorprende per l'eleganza stilistica - dice Giosuè Berbenni, esperto conoscitore dell'arte organaria, in particolare il più autorevole studioso per quanto concerne l'800 lombardo e i Serassi – Ma ci sorprende soprattutto per il suono caldo, dolce e contemporaneamente vivace, nonché per l'insieme solido e ben disposto. Si tratta dunque di una realizzazione che arricchisce non solo la chiesa di Altino, ma in generale la preziosa realtà organaria bergamasca, terra non solo di pregevoli organi ma anche di abilissimi artigiani organari, tra cui d'ora in poi sarà doveroso annoverare anche Elio Capelli di Vall'Alta”.

Il nuovo organo a canne è stato benedetto il 23 luglio scorso dal vescovo di Fidenza mons. Carlo Mazza, in occasione della sua presenza al santuario per la Festa dell’Apparizione della Madonna di Altino. E, come detto, inaugurato ufficialmente con un concerto il 18 settembre scorso, alla presenza di don Ilario Tiraboschi.

Ma ora, a bocce ferme, viene da chiedersi come sia nata in Elio Capelli questa idea. Ed è proprio lui a risponderci.

“Questo progetto è nato quando si è cominciato a pensare al restauro dell’organo Bossi-Foglia della nostra chiesa parrocchiale e si è scoperto, consultando le carte del nostro Archivio, che già nel 1670 esisteva un secondo organo in Altino, addirittura rifatto dai Serassi nel secolo successivo, purtroppo rottamato nel 1902. Un’altra considerazione che ha rafforzato l’idea è la presenza - ormai consolidata - in questi ultimi anni di numerosissime corali che animano le celebrazioni al santuario. Senza dimenticare la mia devozione alla Madonna di Altino, in ricordo di mio papà Santo, che ad Altino era di casa e del papà di Mariella, Giovanni”.

La costruzione dell’organo a canne è stata sicuramente un’impresa ardua, non un’operazione improvvisata.

“L’ambientazione acustico-architettonica, la scelta delle componenti foniche-musicali, della trasmissione, del tipo di somiere, sono tutti problemi che ho dovuto affrontare. Le infinite ore inginocchiato dentro l’organo della Parrocchia per scrutare e capirne i segreti, le pubblicazioni, i libri, e tanta umiltà nel chiedere consigli a organisti e organari, mi hanno consentito di stendere un progetto. Ho poi avuto l’occasione di acquisire alcuni pezzi e buona parte delle canne di legno, questi pezzi sono stati riassemblati, rifatti, modificati e ampliati perché il tutto fosse funzionale al progetto immaginato. La parte dei meccanismi, la tastiera, i registri, il castello (in gergo si chiama cavallo), la parte bassa della cassa, sono stati costruiti a casa mia, così come il posizionamento del crivello e delle canne più piccole ed è lì che lo strumento ha emesso i primi suoni. Non nego la soddisfazione nel sentire le prime scale e le prime piccole esecuzioni”.

E quanti guai nel montaggio.

“Le perdite d’aria, la difficoltà a far suonare le canne, le molle, i collegamenti, le leve: problemi che mi hanno procurato tanti grattacapi e tante notti insonni. Dopo l’imbastitura il trasporto del castello nella Sacrestia degli Argenti, il montaggio della parte alta – 4 metri – di tutte le canne coi relativi supporti, dai contrabassi ai rinforzi, ai tromboni fino alle canne del Principale della Facciata che ricalca a grandi linee l’Altare di San Rocco. Dopo un lavoro di preintonazione e accordatura lo strumento è stato smontato e rimontato nel Santuario, partendo dalla preparazione della nicchia che contiene l’elettroventilatore e i due mantici, cercando di ottimizzare al massimo gli spazi, per ridurne l’ingombro, consentendo però una buona accessibilità per la manutenzione. Con l’intonazione e l’accordatura finale, insieme al lavoro dei decoratori, il lavoro si è concluso”.

Dal punto di vista più tecnico, il nuovo organo richiama molto quello

che i Serassi hanno rifatto nel Settecento col gusto e con la composizione fonica del tempo, per una chiesa molto più piccola di quella attuale, ma con qualche registro in più, funzionale al servizio liturgico. In pratica, è stato mantenuto fermo il gusto dolce e vivace dell’organo italiano. Le canne sono complessivamente 748 di cui 88 di legno.

P.S.

 

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