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Lettera al Direttore Stampa

Egregio Direttore

Vorrei provare a rispondere alla lettera del signor Roberto Zanga (Western alle scuole di Vall’Alta), proponendo altri punti di vista e spunti di riflessione.
La situazione che egli descrive corrisponde a verità, ed è la stessa da molti anni. Non si può negare il disordine che si verifica negli orari di uscita degli alunni, ma non condivido il tono risentito e un po’ pretenzioso dello scrivente. Viviamo nell’epoca del “tutto è dovuto, e subito”.
Io non sono un tecnico, quindi non sono in grado di valutare le possibilità reali di trasformare cortili o prati in parcheggi.
Ho fatto solo l’insegnante, alla scuola di Vall’Alta un solo anno, e la cosa che più mi preoccupava durante l’uscita non era certo che il tale o tal altro genitore dovesse parcheggiare a 50 metri dalla scuola, anziché fuori dal cancello, ma era la pericolosità della confusione per gli alunni, quindi la loro incolumità al momento dell’uscita.
Il signor Zanga dichiara di non capire il motivo per il quale gli alunni non possano entrare a scuola prima, si è mai chiesto chi sia responsabile dei bambini in tal caso? Per esperienza ho visto genitori accompagnare fuori dalla scuola il figlio anche alle 7.30, cosa si dovrebbe fare? Allo stesso modo in cui ogni genitore ha un orario di lavoro, lo hanno pure gli operatori scolastici, con relative responsabilità, ma non si può pensare che se le assumano al di fuori degli orari di lezione, oppure deve cambiare la struttura organizzativa della scuola, anche per ovviare semplici problemi assicurativi proprio legati agli orari scolastici.
In quanto poi al dover aspettare fuori anche col brutto tempo, per anni ho accompagnato alla mensa i figli altrui per strada, sotto la neve e l’acqua, (non avendo la scuola un locale mensa interno), ora per un genitore è un sacrificio così grande (o una scocciatura) aspettare con il proprio figlio?
E’ risaputo che molti genitori sono fuori dall’edificio scolastico anche 20 minuti prima dell’uscita, e dove avranno parcheggiato?
Forse la quantità degli alunni che non utilizzano il trasporto scolastico è elevata, con conseguente aumento del traffico di auto, inquinamento e probabilità di incidenti. Forse se il servizio di trasporto fosse migliore sarebbe maggiormente utilizzato o forse i genitori preferirebbero comunque accompagnare i figli con la loro auto.
Detto questo, non voglio sminuire il problema, che senz’altro esiste, ma se la mettiamo su quel tono ognuno vanta le proprie ragioni e tutti i motivi hanno legittimità, ma penso che bisogna provare un po’ a cambiare il punto di vista e soprattutto spostare l’attenzione sulle cose davvero importanti.
Sperando di aver contribuito ad allargare lo sguardo sul problema senza voler offendere chicchessia, ringrazio per l’attenzione e porgo distinti saluti

Flaviana Cugini da Abbazia

A detto bene; il problema del caos fuori dalla scuola esiste e deve essere risolto. Al di là dei toni (ognuno di noi porta l’acqua al proprio mulino), una soluzione fra scuola, insegnanti, genitori e anche amministrazione, va ricercata e condivisa il più possibile

Paolo Salamoni

 

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