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Fiobbio si affida al nuovo parroco: don Michelangelo Finazzi Stampa

Una bella giornata di sole, almeno non pioveva, e tanta gente, veramente tanta, per salutare e applaudire l’ingresso ufficiale del nuovo parroco di Fiobbio, don Michelangelo Finazzi, che ha preso possesso della parrocchia di S.Antonio. Un pomeriggio di vera festa popolare, molto sentita, molto partecipata. Già alle 16, un gruppo di giovani ha iniziato a rombare e a sgasare con i loro funambolici Ape Car della Piaggio, dando il primo benvenuto a don Michelangelo, in via Lunga. Un saluto originale, che ha anticipato il cerimoniale allestito dai volontari della parrocchia, che vedeva come primo luogo d’incontro l’incrocio fra via Lunga e via S.Antonio. Da qui, con la banda di Albino in testa, si è formato un corteo che ha portato don Michelangelo alla chiesa parrocchiale di S.Antonio, dove ad attenderlo c’erano i sacerdoti della Valle del Lujo e sul sagrato era stata allestita un’altra fase del cerimoniale. In breve, tutta la gente, un vero mare di folla, si è dispiegata sul sagrato, aprendo il passaggio a don Michelangelo, visibilmente commosso, accompagnato dal prevosto di Albino don Giuseppe Locatelli. Tanti sorrisi, tante carezze, tante pacche sulle spalle: l’impressione è stata subito ottima, tanto che la gente non si è risparmiata negli applausi.

Ma il vero momento clou della cerimonia si è avuto con l’arrivo sul sagrato dei bambini della scuola materna Pierina Morosini, presenti al gran completo, tutti in fila indiana, con la direttrice Floria Lodetti e le educatrici ad aprire il programma. Una serie di frasi per ogni bambino e tanta commozione. Quindi, i saluti delle autorità. Ha iniziato il sindaco di Osio Sotto, Attilio Galbusera, che, visibilmente commosso, ha salutato e abbracciato il suo vice-parroco, rimpiangendo i bei momenti trascorsi insieme e lamentandosi del fatto che ora era obbligato a consegnare don Michelangelo ad un altro paese. Ha proseguito, poi, il sindaco di Albino, Luca Carrara, accompagnato per l’occasione dall’assessore alla Valle del Lujo Monia Carrara, che ha rimarcato il ruolo similare che il sindaco e il parroco hanno nell’ambito della comunità a loro affidata: da una parte si parla di partecipazione civica (è il caso dell’amministrazione comunale), dall’altra di corresponsabilità (è il caso della parrocchia): due dimensioni che accomunano le diverse sfere di competenza e che possono diventare l’inizio di una stretta e proficua collaborazione. Un augurio, da parte del sindaco: lavorare insieme per creare una comunità di valle, fuori da ogni campanilismo.

A presenziare al rito di “presa di possesso della parrocchia”, per l’inizio del ministero pastorale di don Michelangelo Finazzi, c’era, come detto, il prevosto di Albino, don Giuseppe Locatelli, in qualità di delegato vescovile.

Ma sentiamo, nella sua prima intervista, cosa ne pensa don Michelangelo del suo ingresso a Fiobbio. “E’ stata un’accoglienza stupenda, bellissima. Mi è piaciuto molto che ad accogliermi per primo, sulla strada, siano stati gli adolescenti e i giovani con i loro Ape Car, tutti addobbati per la felice occasione: vuol dire che dovrà ricambiare la loro attenzione, la loro gentilezza, la loro sincerità, con altrettanta attenzione: i giovani hanno della grandi potenzialità e capacità che vanno coltivate. Spesso si fa fatica a raggiungere ed intercettare. Questo sarà il mio compito. E cosa dire della stupenda l’accoglienza dei bambini della scuola materna: la struttura è un vero fiore all’occhiello per la valle: parlando di bambini piccoli il pensiero va alle loro famiglie giovani, una meraviglia per Fiobbio e per tutta la valle. Logico che si punterà ad instaurare un dialogo aperto fra queste famiglie e la chiesa”.

Don Michelangelo Finazzi ha 39 anni, è della parrocchia di Trescore ed è stato ordinato sacerdote il 31 maggio 1997. Quale suo primo incarico, è stato educatore nelle Medie al Seminario Diocesano (1997-2001); quindi padre spirituale in Seminario nel Biennio (2001-2004) e vice-parroco a Osio Sotto (2004-2010), da dove proviene.

Giuseppe Carrara

 

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