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Desenzano saluta il nuovo parroco Stampa

“Ingresso bagnato, ingresso fortunato”. Va bene il detto, ma quanta acqua, per l’accoglienza del nuovo parroco di San Pietro di Desenzano. Sperava Giove Pluvio di rovinare la festa con i suoi pesanti scrosci e le folate di vento a far da contorno, ma nulla è andato storto. Nonostante il maltempo, tutto ha rispettato il copione del cerimoniale. E così, sabato 18 settembre, incuranti del freddo e della pioggia battente, i parrocchiani di Desenzano di Albino non hanno fatto mancare il loro caloroso e affettuoso saluto al nuovo parroco don Gianpaolo Mazza, che alle 17 in punto ha fatto il suo ingresso nella nuova parrocchia di San Pietro di Desenzano di Albino. Dapprima, la fase dell’accoglienza, presso il santuario della Madonna della Gamba, dove ad attenderlo sull’altare c’era il delegato vescovile mons. Leone Lussana e il prevosto di Albino, nonché Vicario del Vicariato Albino-Nembro, don Giuseppe Locatelli, che hanno fatto gli onori di casa, aprendo le porte del santuario mariano, che già da oltre un’ora era gremito di gente. Un lungo applauso, ha salutato l’ingresso dalla porta centrale di don Giampaolo, rinforzato dall’applauso speciale riservato dagli ex-parrocchiani di Zandobbio, accorsi numerosi insieme al sindaco Mariangela Antonioli, per salutare per l’ultima volta il loro, ormai, ex-parroco. Un abbraccio, poi, dal fratello don Luigi Mazza, parroco di Bolgare, e dal fratello Emilio, indimenticato sindaco di Entratico e conosciutissimo presidente del consiglio provinciale sotto la giunta Bettoni. Quindi, una calorosa stretta di mano da parte del sindaco di Albino Luca Carrara, nato e residente proprio a Desenzano, che ha accolto don Giampaolo, a nome di tutta la cittadinanza.

Ed eccoci ai discorsi delle autorità. Prima il sindaco di Zandobbio Mariangela Antonioli, che ha ricordato i 13 anni del suo ministero in paese, durante i quali “don Giampaolo si è fatto apprezzare per le sue doti di guida spirituale e il suo grande spirito di servizio”. Quindi, dopo un corteo sotto l’ombrello dal santuario alla chiesa di San Pietro e il passaggio sotto le alabarde e le picche di un gruppo di soldati in costume d’epoca posizionati all’ingresso della chiesa, don Giampaolo è stato accolto dal sindaco di Albino Luca Carrara, che ha sottolineato come “la comunità di Desenzano è vicina alla sua chiesa, crede ancora nel prete come sicura figura di riferimento - un riferimento sicuro - e crede nella parrocchia come luogo di incontro, di confronto, di crescita, dove si possono costruire persone”. Rimarcato, poi, lo spirito della gente di Desenzano, forte e decisa. E ringraziamento per il vescovo di Bergamo, che, scegliendo don Giampaolo per la parrocchia di Desenzano, ha dimostrato di avere una marcia in più. Donato, poi, un libro sulla storia di Albino, sottolineando che “già don Giampaolo ha nella sua biblioteca un libro sulla storia di Cene (quando è stato prevosto della parrocchia di San Zenione, dal 1989 al 1997), quindi farà bene leggere anche la storia di Albino”.

Durante la S.Messa che è seguita, in una chiesa veramente gremita, il delegato vescovile mons. Leone Lussana ha presenziato al rito di presa di possesso della parrocchia, per l’inizio del ministero pastorale. Non è mancato da parte sua il ricordo di don Ausilio Livio Teani, l’ex-parroco di Desenzano, scomparso improvvisamente il 9 aprile di quest’anno. “In questi mesi di attesa, abbiamo condiviso insieme un bel cammino – ha spiegato il prevosto di Albino don Giuseppe Locatelli – La comunità era orfana del suo pastore, ma ora siamo arrivati al capolinea, l’attesa è finita, ora è un momento di gioia”.

Un saluto è arrivato anche dal rappresentante del Consiglio Pastorale, che ha sottolineato ancora una volta come “la comunità di Desenzano ha vissuto questi mesi in apprensione, con il desiderio di conoscere don Giampaolo. Ora, siamo qui con lei e ci mettiamo a sua disposizione”.

I festeggiamenti per l’ingresso del nuovo parroco sono continuati in canonica con un rinfresco.

Don Gianpaolo Mazza ha 65 anni, è della parrocchia di Entratico ed è stato ordinato sacerdote il 28 giugno 1968. Quale suo primo incarico, è stato vice-parroco a Morengo (1968-1972). Quindi, varie destinazioni: Bolgare (1972-1975), Seriate (1975-1982), Cologno al Serio (1982-1989). Poi, prevosto di Cene (1989-1997) e di Zandobbio (1997-2009), da dove proviene.

Giuseppe Carrara

Comunità in festa

I ragazzi a Seriate, dove ha fatto il curato nel 1975, lo chiamavano “il barba” per via di quella barba un po’ da missionario che porta sin da quando era giovane e che non ha mai voluto tagliare. In verità don Gianpaolo a fare il missionario, in gioventù, ci aveva anche pensato ma poi forse qualcuno da lassù ha pensato per lui a una strada diversa.

A Desenzano, don Giampaolo sostituisce Livio Teani morto improvvisamente il 9 aprile scorso che, ironia della sorte, era un suo caro amico. Infatti, avevano frequentato il seminario insieme, prima a Clusone e poi a Bergamo. “Conoscevo bene don Livio – racconta - era una brava persona molto preparata con una spiritualità molto profonda, molto impegnato nell’attività pastorale. Quando il vicario generale Monsignor Davide Pelucchi mi ha proposto di venire a Desenzano ho accettato volentieri

Così alla fine Don Gianpaolo non ha fatto il missionario, ha speso però gran parte della sua attività pastorale in mezzo ai giovani negli oratori dai quali a ricevuto e dato tanto.

Per quel che riguarda la mia esperienza con i giovani – spiega - ho dei bei ricordi. I giovani che ho conosciuto avevano molte attese, molti ideali e gioia di vivere. Con loro ho lavorato bene facendo sempre molte iniziative: di catechesi, attività pastorale, incontri formativi… I giovani d’oggi sono aperti di mentalità anche se a volte hanno delle insidie rappresentate, dal alcol e dalla droga in cui, se non supportati, possono cadere. Rispetto ai giovani di una volta, i ragazzi d’oggi hanno più mezzi di comunicazione che se usati bene possono essere una grande opportunità

Per quel che riguarda Desenzano spiega” Qui a Desenzano ho trovato una comunità organizzata bene sia nelle celebrazioni liturgiche sia nell’attività di oratorio e catechesi, spero di poter collaborare per costruire insieme un cammino di comunità e di fede

Sergio To

 

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