La solidarietà si fa lavoro |
Un progetto che punta a sostenere con contributi condivisi, da Caritas, Comuni ed enti finanziatori, quelle imprese artigiane che intendono assumere con contratti annuali o part-time lavoratori disoccupati “Se sei un artigiano o sei un cooperatore e assumi un lavoratore per un anno, potrai avere un contributo dal Fondo di Solidarietà da 5.200 a 8.500 euro”. Questo lo slogan lanciato nei giorni scorsi nella sala consiliare di Albino dai rappresentanti della Caritas provinciale di Bergamo, dai responsabili dell’Associazione Artigiani, dai sindaci di alcuni Comuni della Val Seriana, che si sono ritrovati in un convegno per lanciare il progetto condiviso ”La solidarietà si fa lavoro”, un “patto solidale” che punta a sostenere con contributi condivisi, rintracciati da Comuni, Caritas e enti finanziatori, quelle imprese artigiane che intendono assumere con contratti annuali o part-time lavoratori disoccupati. Alle imprese, contributi e agevolazioni. Ma andiamo con ordine. “La crisi economica colpisce molte famiglie – si legge in un depliant dell’Associazione Artigiani - Il calo del lavoro e l’aumento della cassa integrazione e dei licenziamenti sta diventando sempre più difficile da arginare. La ripresa e le soluzioni ancora arrancano e faticano a farsi strada. Per alcuni lavoratori la crisi è ancora più dura, perché oltre alla perdita del lavoro sono anche senza ammortizzatori sociali. Che fare? Bisogna mettersi in rete, attuare dei meccanismi di sostegno lavorativo condiviso”. E ad Albino l’amministrazione comunale non si è fatta attendere, scendendo in campo con decisione, presentando nell’ultimo consiglio comunale due interventi molto interessanti. Dapprima, per bocca dell’assessore alle Politiche Sociali e Familiari Gerri Gualini ha ribadito quanto già approvato a gennaio in sede di bilancio di previsione 2010 in materia di fondi ai lavoratori in cassa integrazione e, facendo approvare una variazione allo stesso bilancio di previsione, ha provveduto a destinare la somma di 100.000 euro per interventi a sostegno dei lavoratori e delle famiglie in difficoltà, perché colpite dalla crisi economica. Un vero e proprio fondo anti-crisi, che segue il nuovo regolamento adottato nella scorsa primavera, che a sua volta segue un diverso criterio di erogazione dei contributi ai lavoratori in mobilità, in casa integrazione speciale o disoccupati. Nella scorsa amministrazione (quella di Piergiacomo Rizzi, con assessore ai Servizi Sociali Gina Bertocchi), i fondi erano erogati a pioggia, esclusivamente in forma di contributi: Così, in pochi mesi, ben 94.000 euro dei 108.000 a disposizione erano svaniti. Il sistema adottato dall’amministrazione Carrara, invece, è innovativo, perché collega il contributo a una prestazione lavorativa, anche per evitare la logica dell’assistenzialismo puro. Diverse le tipologie degli stanziamenti: 30.000 euro come contributi standard alle famiglie bisognose individuate dai Servizi Sociali; 30.000 euro per piccole prestazioni lavorative, individuate dall’Ufficio Tecnico, dalla Nord Servizi Comunali o da cooperative; 10.000 euro per coprire le spese degli “attraversatori” delle strade, persone che svolgono le stesse funzioni dei “nonni vigile”; e 30.000 euro per sostenere il nuovo progetto “La solidarietà si fa lavoro”, in collaborazione con la Caritas, l’Associazione Artigiani Bergamaschi e il mondo della cooperazione. L’assessore Gualini ha spiegato il progetto, che riprende un progetto analogo messo in campo nella scorsa primavera dall’Associazione Artigiani e dalla Caritas, insieme al sistema della cooperazione e ad alcune amministrazioni comunali dell’Isola Bergamasca e della Bassa Pianura. In pratica, un accordo di collaborazione per incentivare l’assunzione di lavoratori a tempo pieno o part-time per un anno da parte di imprese artigiane e cooperative, a fronte di un contributo economico a fondo perduto versato da un “Fondo di Solidarietà” appositamente costituito fra gli stessi Comuni coinvolti, Associazioni Artigiani, Caritas e enti finanziatori. In questo contesto, come detto, il Comune di Albino si è fatto promotore di un progetto analogo, questa volta a carattere vallare, coinvolgendo altri Comuni, come Nembro, Selvino, Ranica, Alzano e Villa di Serio. Ogni Comune, per la sua quota parte, ha investito una certa somma (Albino ha messo a bilancio 30.000 euro) che, insieme a fondi delle Caritas parrocchiali e di altri enti finanziatori, ha costituito un “Fondo di Solidarietà” per un totale di circa 150.000 euro. In pratica, l’artigiano che assume un disoccupato, avrà diritto a una somma atta a sostenere il pagamento dei contributi previdenziali. L’elenco dei lavoratori disoccupati, con relativo curriculum, sarà individuato dai Comuni che lo invieranno poi alla Caritas, che a sua volta selezionerà il personale più idoneo ai Consorzi delle cooperative. Questi, alla fine della filiera, fanno incontrare i lavoratori con le imprese artigiane. Gianluigi Facchinetti |