Articolo Maggioranza -Un'amministrazione non si giudica a metri cubi |
Ci piacerebbe che molti cittadini, anche quelli che non l’hanno mai fatto, venissero per curiosità ad assistere a qualche Consiglio Comunale, per ascoltare in diretta il pensiero dei nostri consiglieri di minoranza (ricordiamo peraltro che da alcuni mesi nel sito del Comune di Albino www.albino.it è disponibile la registrazione audio di ogni seduta, suddivisa per punti come da ordine del giorno). C’è un punto di vista che emerge immancabilmente: per le nostre minoranze la bontà del lavoro di un’Amministrazione si basa sulla quantità di “opere” che costruisce, sulla quantità materiale di interventi sul territorio, ignorando o addirittura scagliandosi contro un operato che cerca di restituire occasioni di incontro, di riflessione, di partecipazione mediante iniziative culturali in senso ampio. Gli interventi dei consiglieri Rizzi e Cugini in sede della recente approvazione del bilancio consuntivo 2009, non fanno altro che ribadire ulteriormente questa idea: Rizzi ha sottolineato il numero di opere portato a termine dalla sua amministrazione nei primi sei mesi dell’anno raffrontato a quanto “costruito” dalla nuova da inizio mandato; Cugini ha rimarcato l’inutilità di investire in interventi culturali “soprattutto in un periodo di vacche magre come quello che stiamo attraversando”. Viene attribuito un valore positivo solo al fare materiale, al costruire, ignorando totalmente che positivo è stato riuscire a non fare interventi che avrebbero devastato per l’ennesima volta il nostro territorio, quali l’AT7 sull’area stazione, che ci avrebbe regalato un nuovo centro commerciale con torri residenziali ed un guazzabuglio di strade. Positivo è aver dato un freno alle violenze edilizie che il territorio della città di Albino e della Valle del Luio hanno subito nelle amministrazioni leghiste. Positiva è stata l’adesione di 330 cittadini al progetto del fotovoltaico per i privati promosso dall’Amministrazione: niente muri o palazzi, ma opportunità di sviluppo e nuove occasioni di ripresa economica, nuovi posti di lavoro per la Valle Seriana e per Albino. Ci viene detto che in tempi di crisi le iniziative culturali avanzano, non capendo che proprio ora, nel periodo in cui l’intera economia mondiale sta segnando il passo, c’è bisogno di investire sulla formazione, sull’istruzione della collettività e in particolare delle nuove generazioni: solo così troveremo la strada per un possibile futuro della nostra società. Dobbiamo crescere, conoscere, sviluppare senso critico, consapevolezza, dobbiamo poterne avere l’opportunità ed investire su questo, a largo spettro. Parlando di cifre poi appare ridicola la contestazione per le poche centinaia di euro spesi nelle campagne di sensibilizzazione, (ad esempio quella del consigliere Zanga Davide per i 300,00 € stanziati per l’iniziativa “Porta la sporta”) o più in generale per interventi in ambito culturale quali mostre, visite, conferenze, spettacoli, teatro per ragazzi. Non si tratta di speculazioni economiche per favorire “presunte cooperative rosse”, ma di occasioni di condivisione a cui la cittadinanza ha risposto molto positivamente. Certo poche centinaia di euro fanno sorridere se messe a confronto con investimenti di “buona amministrazione” quali il muro di via Pradella, quello che potremmo chiamare “muro della vergogna”, voluto per fare un pezzo di marciapiede che non trova continuità: magari quei 500.000,00 €, a carico di tutti gli albinesi, avrebbero potuto trovare migliori collocazioni. La nostra società è fatta innanzitutto di persone, di umanità, non di edifici; va coltivata la dimensione immateriale sopra quella materiale: abbiamo tanto da imparare, ri-cominciamo pian piano. Ricordiamoci di quell’orizzonte umanista; Aristotele diceva: "non mi interessa tanto sapere che cos'è la bontà, mi interessa che siamo buoni", ossia, mi interessa che creiamo delle istituzioni, degli spazi pubblici dove la bontà – usando adesso questo termine - dove lo sviluppo dell'individuo siano possibili, siano realizzabili. Vorremmo poi richiamare l’art. 9 della nostra Costituzione che recita “la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura”. La Repubblica italiana si caratterizza come ‘Stato di cultura’, assume cioè in sé il compito di promozione, sviluppo, elevazione culturale della collettività, con il conseguente obbligo per tutti gli enti territoriali nazionali, nell’ambito delle rispettive competenze, di promuovere sia le diverse attività legate ad espressioni artistiche, sia le attività di valorizzazione e di tutela dei beni storico-artistici, che della tradizione culturale della Nazione rappresentano la massima espressione. Non pretendiamo di fare “cultura”, ma di dare opportunità, stimoli: abbiamo tutti bisogno di sviluppare, coltivare pensiero e conoscenza per una crescita e una valorizzazione personale e sociale. “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza” (Dante, Inferno, XXVI) |