Accorriamo: sostegno al “progetto Bolivia” |
Parte da Vall’Alta il . Il Gruppo Missionario e la locale parrocchia di S.Maria Assunta e San Giacomo hanno avviato per la comunità, ma anche per quanti sono sensibili ai problemi umanitari internazionali e alle iniziative solidali, il . Si tratta di una raccolta di fondi che verrà poi destinata alla costruzione (e, in parte, al mantenimento) della mensa inserita all’interno dell’oratorio-scuola di Melga, che accoglie i ragazzi del circondario: siamo in un’area appartenente all’arcidiocesi di Cochabamba, a 3300 metri di altezza, dove ha vissuto e operato con spirito missionario don Berto Nicoli, di Vall’Alta. Una mensa, dunque, in grado di sfamare i ragazzi boliviani di Melga. Un progetto che ha la durata di due anni: la continuità è importante, perché fa sentire le persone di Vall’Alta e, in genere, gli albinesi, un po’ più vicine a questi fratelli boliviani.
E’ bello pensare che 48 anni dopo la partenza dei primi missionari, la Diocesi di Bergamo e gli abitanti di Vall’Alta, si sentano vicini con il cuore al popolo boliviano, ma soprattutto a quella comunità che ha accolto ed amato il caro don Berto. Nel territorio di Melga, infatti, è stato costruito un santuario (dove riposa la sua salma) ed un oratorio-scuola che accoglie i ragazzi del circondario, vero punto di riferimento religioso, culturale e sociale per la zona. Quindi, per capire appieno cos’è il bisogna partire da quel lontano 11 ottobre 1962, quando dal porto di Genova salpò una motonave che portava in America Latina i primi due missionari bergamaschi: don Berto Nicoli e don Luigi Serughetti. Quindi, a Melga, si è trovato ad operare fino a pochi anni fa il vall’altese don Berto Nicoli: qui, ha vissuto, lavorato e insegnato il Vangelo a tanti fratelli boliviani. Dopo la morte di don Berto Nicoli, avvenuta 5 anni fa, i suoi compaesani hanno deciso di continuare la sua opera, costruendo appunto una mensa per l’oratorio-scuola. In Bolivia infatti gli abitanti sono sparsi in un territorio vastissimo e spesso le strade non esistono o sono impraticabili. I ragazzi per andare a scuola sono costretti a lunghe ore di cammino in territori impervi e scoscesi e quindi partono la mattina presto e tornano la sera tardi. Da qui la necessità di dotare l’oratorio-scuola di una mensa, in grado di garantire almeno un pasto caldo per tutti i ragazzi, dato che nelle loro case mangiano veramente poco. Ecco, dunque, il perché, del . Per contatti e informazioni, telefonare in parrocchia. Grazia Cortinovis |