Nei mesi scorsi sono venuti a mancare tre concittadini che si sono distinti per generosità e disponibilità messe in campo ad Albino e nel Mondo e che, a vario titolo, hanno incrociato le loro strade di Volontari. Vi proponiamo alcune note tratte dalle riflessioni fatte da collaboratori o parenti che testimoniano l'esempio che ci hanno lasciato. CAV. ALBERTO CARRARA Nato il 19.04.1929 ad Albino, si trasferì in Svizzera nel 1956 e trovò lavoro come pittore alla Brown-Boweri di Baden e in seguito, nel 1965,alla Merker dove fu assunto come direttore del personale per gli stranieri. Nel 1978 si trasferì a Bellinzona presso la ditta di arredamenti e articoli sanitari RECO dove ricoprì la carica di direttore delle vendite. Nel 1983 rientrò definitivamente nella sua città d'origine, dove continuò la sua azione di volontariato come direttore provinciale dell'associazione diabetici di Bergamo ADB.
Si inserì poi anche nella vita politica di Albino dove ricoprì l'incarico di vice sindaco e assessore ai Servizi Sociali. Alberto è stato una persona fuori del comune. Colto, e dotato di una grande comunicatività, si è dimostrato un instancabile e capace trascinatore. Il suo passaggio in Svizzera dove ha vissuto parecchi anni, ha lasciato un segno indelebile, ha saputo costruire qualche cosa di grande che può essere paragonato a quello che ha fatto il Dottor Formentano in Italia. Dal niente ha dato vita ad una organizzazione che ha raccolto subito larghi consensi con decine, centinaia e poi migliaia di aderenti, tracciando una via e dando loro dei valori e degli ideali da seguire. Questi sono i motivi per cui tanti emigranti italiani degli anni 60-70 hanno aderito all'Avis in maniera così massiccia. Erano quegli anni difficili, anche a causa di iniziative xenofobe che si stavano sviluppando e gli italiani in Svizzera avevano bisogno di liberarsi da certi pregiudizi che la popolazione locale aveva su di loro e dimostrare al Paese che li ospitava che non erano solo una forza lavoro, ma anche persone con un cuore e con dei sentimenti capaci di esprimere altruismo e solidarietà. Questi ideali ci hanno unito sotto la bandiera dell'Avis e spronati a percorrere una strada che ci ha portato lontano ed aperto molte porte. Alberto si era molto impegnato a questa causa intessendo una fitta rete di contatti ha percorso la Svizzera in lungo e in largo, parlando di Avis e del dono del sangue, anche nelle sale da ballo dove non sempre era accolto con entusiasmo. In breve tempo nacquero così numerose sezioni sparse in tutta la Svizzera, da Lugano a Basilea e da Ginevra a San Gallo. Prima fra tutte però la sezione di Baden, la sua città, considerata a pieno titolo la culla dell'Avis, dove nacque il primo gruppo di donatori che prese il nome di "Serenissima". Si vennero così a creare le premesse per la costituzione di una Avis Intercantonale. Dopo il suo trasferimento in Italia, Carrara è stato nominato Presidente fondatore dell'Avis Svizzera, una carica dovuta che gli ha permesso di seguire e partecipare più da vicino la vita della "sua" Associazione. Alberto ci mancherà moltissimo. Con lui se ne vanno gli anni gloriosi dell'Avis in Svizzera. L'omaggio migliore che possiamo dedicargli è l'impegno e la promessa di dare continuità a quanto lui ha iniziato, con la convinzione la tenacia e la consapevolezza di operare per un servizio civile e per dare una nuova speranza di vita a chi soffre. (tratto dalla testimonianza di Vittorino Pauletti Ð www.avisbaden) CAV. GIUSEPPE BELOTTI Il 19 Gennaio si è spento ad ottantanove anni il Cavaliere Giuseppe Belotti, persona conosciuta e stimata per la dedizione agli altri. Giuseppe proveniva da una famiglia numerosa, sedici tra fratelli e sorelle, ma solo sei sono rimasti in vita. Durante il secondo conflitto mondiale venne inviato con il contingente nella spedizione in Russia, e grazie alla sua forte costituzione fisica nel 1945 fece ritorno in patria. Nella vita civile sostenne l'associazione Combattenti e Reduci, ne divenne presidente nella sezione di Albino alla fine degli anni novanta. Contemporaneamente venne incaricato di conservare, abbellire e decorare il monumento ai caduti della patria che si trova sul piazzale delle scuole Bulandi. Nel 1963 si offrì volontario per donare il sangue nell'associazione AVIS di Bergamo (distaccamento di Albino), inoltre, successivamente si mise in contatto con il Cavalier Alberto Carrara collaboratore dell'Avis di Baden (Svizzera) e ne entrò a far parte attivamente, è importante sottolineare che a seguito delle innumerevoli donazioni e per la premura offerta nei casi di interventi urgenti venne premiato ripetutamente dal sindaco di Baden, e in aggiunta nel 1989 venne riconosciuto il suo valore dall'AVIS di Pradalunga. Nel 1990, Giuseppe si offrì come volontario nella Croce Rossa Italiana e venne incaricato di condurre l'autolettiga donata dal Signor Spinelli Leone all'infermeria Honnegger, trasferita poco dopo al pronto soccorso di Gazzaniga. Questo suo contributo decadde dopo diciassette anni, di onorato servizio, poichè non superò la prova abilitativa alla conduzione del mezzo di soccorso. Malgrado tutto operò ancora a fianco di altre persone qualificate aggiudicandosi l'attestato di Benemerenza, riconosciutogli nel 2000. Belotti assunse degli impegni anche durante la settimana della storia di Albino raccogliendo documenti interessanti e di notevole memoria storica, per questo motivo l'amministrazione comunale lo premiò. Ha dimostrato negli anni uno spirito di sacrificio e per la sua premura,tempestività, gratuità e solidarietà verso gli altri venne segnalato dalla presidenza dell'associazione Combattenti e Reduci al Consiglio dei Ministri. Il 27 Dicembre 1997 gli venne conferito il titolo onorario di Cavaliere della Repubblica Italiana e fregiandosi del simbolo. La sua scomparsa lascia in tutti coloro che lo conobbero, toccati dalla sua generosità, un vivo rimpianto. (testimonianza della famiglia) LEONE SPINELLI Leone Spinelli mancherà a famigliari ed amici, ma anche a moltissime persone sparse in sperduti e lontani paesi del mondo che lui per anni ha sostenuto con opere di grande valore, con spirito umanitario e solidale. Dal 1979, dopo un evento tragico che aveva colpito la sua famiglia, Leone pensò fosse importante costruire strutture per i più poveri in Madagascar , Malesia, Tunisia, Marocco (l'elenco sarebbe troppo lungo), fornì aiuti economici, ausili per i disabili e tante altre provvidenze. Negli anni 2000 realizzò nelle lontane giungle dell'Asia sud orientale e dell'Africa orientale, villaggi intitolati a Comuni della Val Seriana ed in particolare ad Albino. Leone ("Pepe" per gli amici), agì sempre in stretto contatto con la CRI internazionale, affidando le sue realizzazione alla "Mezza Luna Rossa" e ad ordini religiosi come le "suore della Carità di San Vincenzo". Le benemerenze ricevute da tante personalità statali e non solo, sono la testimonianza della sua preziosa opera, come la nomina di "Socio Benemerito" della CRI, uno dei più alti riconoscimenti che l'ente conferisce a livello nazionale. Questi attestati li mostrava agli amici con una punta di orgoglio, ma senza atteggiamenti esibizionistici, in un'intervista datata 2002 di sè diceva di non essere perfetto ed aggiungeva: cerco di fare del mio meglio per aiutare il prossimo. Di una cosa però andava veramente orgoglioso: la medaglia d'oro conferitagli dalla Città di Albino nel 2003. Leone era sempre pronto ad andare in paesi lontani, ma restava fortemente amante della sua terra delle sue bellezze architettoniche e naturalistiche. Poco tempo fa passeggiava per Albino in compagnia di Mina Gregori, una delle massime personalità di Storia dell'arte, a discorre di pittura e di tanto altro. "Pepe" era un uomo dai molteplici interessi; nella sua esposizione, oltre all' arte povera, si trovano: quadri antichi, vasellami, manufatti di marmo e tanto altro. Lascia un'eredità fortemente impegnativa. La CRI, compreso il centro di Albino, perde una figura significativa e rilevante , il dovere sarà quello di ricordare e ripercorrere le strade del suo impegno e della sua testimonianza. Lui ha cercato di lenire il dolore del prossimo forse non è riuscito a lenire il suo dolore che portava dentro per la prematura perdita del giovane figlio Maurizio scomparso tragicamente. (tratto dalla testimonianza del dott. Dino Magistrati già Assessore provinciale alla Cultura e Servizi sociali) |