QUATTRO CHIACCHIERE CON… |
Roberto Benintendi Assessore al Bilancio Siamo all’inizio dell’anno e, come sempre, il Comune vara il bilancio di previsione, lo strumento di programmazione finanziaria dell’ente locale. Il 22 gennaio scorso, infatti, il Comune di Albino ha approvato il bilancio di previsione annuale 2010, il bilancio pluriennale 2010-2012 e la relazione previsionale e programmatica. Un documento finanziario di estrema importanza per la vita amministrativa, che mai come quest’anno deve tener conto delle disposizioni che vengono impartite dal governo nazionale, con l’apposita legge finanziaria e i suoi collegati, ma soprattutto dei vincoli imposti dall’ormai famigerato rispetto del patto di stabilità. Due situazioni che condizionano pesantemente l’attività programmatica dell’ente. A tal proposito, la redazione di Paese Mio chiede all’assessore al Bilancio Roberto Benintendi di illustrare in una panoramica lo stato di salute della finanza albinese.Quali sono gli interventi che l’amministrazione ha fatto in questo avvio di 2010? Il bilancio di previsione pluriennale è la prima proposta di bilancio dell’attuale amministrazione: delinea le sue scelte programmatiche. La nostra attenzione, però, è soprattutto sull’anno 2010, per una serie di ragioni. Innanzitutto, la difficile condizione della finanza pubblica che, alla luce di una normativa suscettibile di cambiamenti in corso d’opera, non permette di fare una serena programmazione pluriennale. Pertanto, si è dovuto intervenire delineando un bilancio di previsione che tiene conto di criteri prudenziali, considerando anche la precaria situazione legata ai trasferimenti dello Stato verso gli enti locali. In tal senso, ci aspettavamo delle novità nella legge finanziaria 2010, ma queste non sono arrivate. Peraltro, abbiamo constatato che lo Stato ha fatto dei forti tagli ai trasferimenti ordinari, che per noi vogliono dire una riduzione di 89.000 euro, determinato dal mancato rispetto del patto di stabilità 2009 (dato che verrà certificato a consuntivo). Così, abbiamo deciso responsabilmente di applicare le sanzioni già in questo bilancio di previsione. Ma un momento, cos’è il patto di stabilità? Annualmente la legge fissa dei paletti, all’interno dei quali tutti gli enti devono muoversi. In pratica, dei vincoli alla dilatazione della spesa dei singoli Comuni, al fine di evitarne l’indebitamento. Ma questo ha ragione di essere per i Comuni che sono in crisi finanziaria, e non certamente per i comuni come quello di Albino, che hanno sempre contenuto le spese, hanno sempre agito con parsimonia, hanno una spesa pro capite che è ben al di sotto della media italiana. Invece, lo Stato ha imposto un budget di recupero complessivo e l’ha calato in maniera uniforme su tutti gli enti. Un esempio: devo recuperare dieci, divido questo dieci a pezzettini fra gli enti. Il problema è che lo Stato non ha considerato lo “storico” dei vari enti locali e come questi hanno gestito le proprie risorse. Così, quel Comune che è stato bravo, ha tenuto la borsa chiusa, ha gestito con oculatezza le proprie risorse si trova sullo stesso piano di chi ha dilapidato e ha gestito male le proprie finanze, tenendo le tasche più larghe. Ma, allora, mancato rispetto del patto non significa che il Comune è “in rosso” Esattamente! Mancato rispetto del patto di stabilità non vuol dire buchi di bilanci: tutto ciò che noi abbiamo pagato o dobbiamo pagare è coperto da risorse. Comunque, per effetto delle sanzioni per il mancato rispetto del patto di stabilità, non possiamo accendere mutui, abbiamo un taglio dei trasferimenti di 89.000 euro, non possiamo assumere personale, abbiamo un definito tetto sulla spesa corrente, abbiamo ridotto del 30% le indennità di amministratori e consiglieri comunali. Dentro questo quadro, noi nel 2010 non possiamo spendere in conto capitale, cioè pagare, più di 3,5 milioni di euro. Quali le contromosse assunte dall’amministrazione? Il nostro obiettivo primario è quello di trovare altre risorse. Speriamo, poi, che ci sia un aggiornamento sul patto di stabilità, così come richiesto dall’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) al ministro dell’Economia Giulio Tremonti. E anche un’accelerazione sul federalismo fiscale, affinché sia stabilito chiaramente che sono gli enti locali a gestire direttamente le risorse: cioè, meno trasferimenti dallo Stato, ma risorse gestite dalle diverse realtà territoriali, con autonomia e responsabilità. Comunque, nonostante i vincoli finanziari, il Comune di Albino qualifica il suo bilancio per alcuni interventi importanti. Quali? Nel bilancio 2010 è contenuta una buona notizia per chi ha perso il lavoro a causa della crisi: 100.000 euro a sostegno dei lavoratori e delle famiglie in difficoltà. Un segnale importante. Priorità, poi, al settore sociale. Nell’ambito della 328, si spendono mediamente circa 80 euro pro capite, invece, l’amministrazione ha deciso di investire 115 euro, un successo. Inoltre, si è deciso di erogare meno contributi a piè di lista, ma più contributi finalizzati a progetti: cioè, qualificare la spesa verso il sociale. Certo, è un processo che va costruito con gradualità, ma è importante. Quali sono le risorse che avete rintracciato? Detto dell’attenzione al sociale, dei 100.000 euro ai lavoratori in situazioni precarie, è stato recuperato un piccolo “tesoretto” di oltre 500.000 euro, rintracciato fra le cosiddette pieghe di bilancio, cioè i residui impegni di spesa che possiamo eliminare per opere già concluse. Inoltre, abbiamo recuperato altri 300.000 euro da mutui su opere che ormai sono concluse e stiamo completando. E abbiamo recuperato anche i 750.000 euro destinati alle opere di completamento per i nuovi svincoli di collegamento fra la superstrada Anas e via Pertini. Questo finanziamento insperato va a sommarsi ai 300.000 euro che siamo riusciti ad ottenere dalla Regione Lombardia per lo stesso ponte. E sugli investimenti? Come detto in campagna elettorale, non vogliamo fare un gran numero di opere, non la solita lista della spesa, ma vogliamo che l’ordinario funzioni, le manutenzioni vengano fatte, le fognature siano efficienti, l’acqua sia potabile. Opere che magari non danno grande visibilità, non fanno tagliare nastri inaugurali, ma che la gente apprezza, perché migliorano la qualità della vita. Inoltre, attenzione al commercio, ai negozi di vicinato, ai cimiteri, alle strade comunali, come quella che va al santuario di Altino, o quella che va alla chiesa di San Rocco, o quella ancora di Colle Sfanino (è una questione aperta, che valuteremo con i residenti). E attenzione sostanziale alla scuola di Comenduno, ormai degradata. A tal proposito, si sta svolgendo una ricognizione su tutti gli edifici scolastici. Inoltre, noi lavoreremo per istallare impianti fotovoltaici sugli edifici pubblici, per un milione di euro di investimento. E, da ultimo, ma è già stato ampiamente comunicato, un occhio di riguardo ai centri storici con l’azzeramento degli oneri di urbanizzazione per chi ristruttura. |