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Marco Pagnoncelli: il grande ritorno Stampa

Il sottosegretario alla presidenza della Regione Lombardia si candida alle elezioni Regionali 2010, dopo un breve periodo di lontananza dalle scene politiche locali. L’obiettivo? Dare la giusta voce all’altra metà dell’alleanza

Il mio obiettivo è rappresentare tutti coloro che credono nel programma di Roberto Formigoni, ovvero un progetto di libertà, democrazia e soprattutto di sviluppo”. Sono queste le parole di Marco Pagnoncelli – attuale sottosegretario alla presidenza della Regione Lombardia –, che dopo una voluta ritirata dalle scene politiche, ritorna più carico che mai in vista delle elezioni regionali. Un ritorno in sella sul cavallo bianco del PDL, con il piglio deciso di chi – dopo un periodo di silenzio politico dettato dalla volontà di ritrovare le giuste forze (e osservare con sguardo critico la vita politica di Bergamo e non solo) –, torna rinfrancato e con la verve che l’ha sempre contraddistinto. L’obiettivo? Dare, appunto, la giusta voce all’altra metà dell’alleanza. Una decisione coraggiosa la sua, maturata su richiesta di gran parte degli amici elettori e, soprattutto, dei politici del centrodestra che lo conoscono e che hanno saputo apprezzarne le qualità in tanti anni di militanza politica. La sua candidatura alle prossime elezione regionali, a fianco di Roberto Formigoni, nasce proprio da questo “vox populi”, come lui stesso conferma. “Il senso della mia candidatura – incalza Pagnoncelli – è molto semplice: contribuire a ridare forza all’elettorato del PDL con l’obiettivo di superare i numeri ottenuti dal Carroccio. Infatti, il risultato elettorale delle ultime provinciali, seppur positivo, ha visto la Lega assumere un ruolo determinante per la politica bergamasca. È chiaro che esiste una competizione evidente tra i due partiti, anche se questo non ha influito più di tanto sulla nostra rispettiva capacità di dialogo. Ritengo che, però, il dialogo vero e costruttivo possa rafforzarsi solo attraverso un riequilibrio delle coalizioni”.

Ritorna con che spirito e, ci scusi la domanda provocatoria, con quale obiettivo?

Il mio silenzio non deve essere visto come un’assenza, ma come riflessione e attenta osservazione degli scenari politici di questi mesi. Diciamo che ho osservato quanto accaduto con uno sguardo neutro e obiettivo. L‘idea che mi sono fatto è che, necessariamente, bisogna cercare di ricompattare gli amici del PDL. Perché solo grazie all’unione e ad una rinnovata coscienza collettiva tesa al raggiungimento degli obiettivi comuni, si possono ottenere grandi risultati.

Serve una visione più etica della politica?

Quando si tratta di affrontare questioni di carattere etico (che toccano la persona, la sua dignità, il suo legame essenziale alla famiglia), occorre “ritornare alla lezione” dei padri fondatori della nostra democrazia, cresciuta dal dopoguerra ad oggi. Ovvero maturare ancora di più la consapevolezza istituzionale, anche attraverso un maggior rigore non solo in politica, ma anche in economia ed in generale nella società. Per questo condivido la visione epica del Cardinale Bertone su questo tema: ‘La dottrina sociale della Chiesa ci ricorda che una buona società è frutto del mercato e della libertà ma ci sono esigenze riconducibili al principio di fraternità che non possono essere eluse’.

In pratica si riferisce anche all’importanza della Costituzione?

Citando un’espressione del presidente del Senato Renato Schifani, bisogna percorrere la via del patriottismo costituzionale. Si deve operare guidati dalla ragione umana, che accomuna tutte le persone di buona volontà, credenti e non credenti, secondo le regole della convivenza democratica. Soprattutto quando, dal consiglio comunale (di un paese o di una città) al Parlamento, sono presenti posizioni di pensiero fra loro diverse.

È una filosofia che deve essere ritrovata anche in altre istituzioni fondamentali come quella scolastica?

Da questo punto di vista, il Ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini sta lavorando nel migliore dei modi. La mia generazione ha lasciato i giovani troppi soli e in preda ad inutili lotte ideologiche. Per fortuna ora, invece, la famiglia e l’istruzione sono tornate ad essere in una posizione centrale nella società e nella politica. Il ruolo della famiglia è fondamentale e in particolare in Regione Lombardia, lo dimostra il lavoro attento di Roberto Formigoni che ha voluto una educazione veramente libera.

 

Passiamo a tematiche più locali: un giudizio sull’amministrazione del nuovo presidente della provincia Pirovano?

Sta sicuramente facendo molto bene in un territorio di non facile gestione. Ci sono però tematiche che, seppur annose e di difficile risoluzione, non possono essere trascurate e c'è ancora molto lavoro da fare.

A cosa si riferisce?

Alla sicurezza e al mondo del lavoro. Senza dimenticare il turismo. Diciamo che il primo è un tema molto sentito in questi ultimi mesi, insieme alla crisi economica e di conseguenza all’occupazione. In chiave sicurezza si sta facendo molto bene, ma il problema persiste. A mio avviso, spesso, si dà troppo peso al problema immigrazione e si perde di vista un fatto innegabile: la percezione della microcriminalità è latente in tutta la società e non può essere solo correlata al problema dell’immigrazione.

Cosa si potrebbe fare di più?

Sono convinto che, se riuscissimo a garantire lavoro, sviluppo e crescita economica – probabilmente – molti dei problemi legati alla sicurezza diminuirebbero in modo considerevole. Personalmente, da buon bergamasco, so bene quanto conti il lavoro nell’equilibrio di una persona. Certo, la crisi ha avuto i suoi effetti negativi, ma sono convinto che grazie alla nostra classe dirigente, possiamo mettere a punto nuove strategie per un’occupazione capillare che possa far superare il momento di difficoltà in cui viviamo oggi. Non sono promesse, ma solo consapevolezze di un veterano.

 

Ha parlato di turismo: lei conosce il Ministro Maria Vittoria Brambilla: il territorio bergamasco cosa può dare al settore?

Più che altro direi, cosa può dare il mercato del turismo alla Bergamasca. Ovvero la giusta valorizzazione. Con l’aeroporto di Orio al Serio – e in previsione dell’Expo 2015 – credo che il nostro territorio debba ora mostrarsi al mondo per quanto è bello. Bergamo è una delle dieci città italiane più belle, merita la giusta vetrina. Ovvio, per ottenerla, però dobbiamo essere noi bergamaschi in primis a investire in bellezza e professionalità. Senza dimenticare altre zone della provincia che si possono definire vere e proprie Oasi naturali e storiche.

Prendendo spunto dal ciclismo, sport che ama particolarmente, non starà tentando di volare in fuga in previsione delle elezioni regionali, in sella ai temi della sicurezza, del turismo e del lavoro?

Per ora no, dico solo la verità. Diciamo più che altro che sono nel gruppo di testa in attesa di scattare per la volata.

 

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