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Come sprecare denaro pubblico nei nostri paesi Stampa

I comuni di Cene, Fiorano e Gazzaniga avevano una grossa oppurtunità col fotovoltaico e l’hanno persa a beneficio di una ditta privata.

Per capire cosa è successo, vi spiego come funziona il ritorno economico del fotovoltaico.

Un impianto fotovoltaico alla nostra latitudine produce in media 1.100 kwh all’anno per ogni Kwp installato. Questi kwh prodotti vengono remunerati (tariffa 2009 per impianti superiori a 20kwp) alla tariffa di 0,392 euro/kwh. Oltre a questa prima remunerazione si ha un risparmio in quanto non si compra corrente dall’Enel ( costo di circa 0,18 euro/kwh) oppure nel caso in cui non si consumi in quel momento, la corrente prodotta viene venduta all’Enel a 0,098 euro/kwh. Facendo due conti si ha una prima remunerazione da parte del GSE (Gestore servizi elettrici, Ente nazionale che eroga i contributi) pari a 1.100 kwh x 0,392 euro = 431,2 euro. Se si ha un consumo istantaneo non si paga la corrente all’Enel e quindi si risparmia 1.100 kwh x 0.18 euro = 198 euro. Caso totalmente opposto e tutta la corrente la vendo all’Enel perché nel momento che si produce non si consuma: intasco 1.100 kwh x 0.098 euro = 107,8 euro.

Come si vede conviene utilizzare la corrente nel momento che la produco. Prendendo il caso peggiore, il mio ritorno economico è 431,2 euro + 107,8 euro = 539 euro all’anno. Questa convenzione dura 20 anni e quindi 20 x 539 euro = 10.780 euro incassati per ogni kwp di pannelli fotovoltaici installati. Il costo di un impianto varia in funzione della grandezza, dei costi dei materiali e della tipologia del tetto (ahimè in giro si vedono criminali che installano pannelli fotovoltaici sui tetti prima di bonificarli dall’eternit). Il comune recupera l’investimento in circa 8-9 anni e per i successivi 11- 12 anni si ritrova con soldi che gli permettono di creare servizi per i cittadini.

Ma non è finita, in primavera 2009 c’è stato un bando regionale che permetteva ai comuni di avere a fondo perduto un finanziamento pari al 30% del valore dell’impianto. (Bando preso dai comuni in questione). Pensate che bello, il comune sborsa meno soldi, quindi farà un mutuo più leggero e ammortizzerà l’impianto molto prima e in futuro ci saranno ancora più soldi per i cittadini.

Cosa è successo in realtà?

I detti comuni (che per abbreviare chiameremo C) hanno fatto un accordo con una ditta privata (per abbreviare DP) che consiste in questo:

DP: Caro comune, esiste un fondo regionale per il fotovoltaico. Ti redigo la domanda e se verrai finanziato eseguiremo i lavori.

C: Benissimo proviamoci.

DP: Abbiamo avuto esito positivo per il finanziamento, ti eseguo io gratis l’impianto ,ma in cambio mi dai tutto il finanziamento del 30% a fondo perduto, tutto l’incentivo del GSE per tutti i 20 anni e per finire metà dell’energia che il tuo impianto produce.

C: Praticamente anche se la bolletta Enel risultasse 0 euro perché ho usato la corrente dei pannelli fotovoltaici , dovrò pagare a voi metà della corrente che i pannelli hanno prodotto?

DP: Esatto

C: Ok

Cari cittadini di questi paesi. In questo modo il finanziamento regionale (pagato da ognuno di noi) anziché essere usato dal comune è finito in tasca alla ditta privata. Non avendo fatto gare di appalto non si è potuto controllare se il prezzo era allineato col mercato.

Ma cosa c’entra, l’impianto è stato messo gratis sui tetti delle scuole mi potete dire.

È vero. Ma chiedere 30% su 100.000 euro è diverso che chiedere 30% su 120.000 euro. Se riesco a farmi dare il finanziamento del 30% su una cifra maggiorata, ma il mio costo è minore, quel 30% aumenta al 35- 40%. Per cui, la ditta privata ha intascato ancor più soldi dal fondo regionale.

I comuni si sono ritrovati con l’unico vantaggio di aver le bollette dell’Enel dimezzate, mentre potevano (dato che c’era il finanziamento regionale) dopo pochi anni aver saldato il debito e ritrovarsi con una rendita garantita. Il finanziamento regionale ha proprio lo scopo di aiutare i comuni nel realizzare il fotovoltaico per garantire un introito monetario utile nel migliorare i servizi ai cittadini (si parla di cifre a cinque zeri).

Siamo restati gabbati tutti quanti perché ancora una volta i nostri soldi sono andati in tasca di pochi.

I comuni avevano una potenziale risorsa e sono riusciti a perderla. La ditta privata ringrazia noi tutti, la regione e i comuni che hanno svolto egregiamente il loro lavoro di sborsare denaro.

Tutto quello che ho riportato potete benissimo controllarlo nei vostri comuni visionando semplicemente questi contratti.

La speranza è che gli amministratori e tecnici comunali futuri siano più ‘furbi’ nell’aiutare i cittadini, e a non fare le cose tanto per apparire sulle testate giornalistiche principali della nostra provincia.

Come sempre non tutto è oro ciò che luccica.

Un cittadino, Enzo Paganessi

 

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