Il Piano Integrato del Pianto |
Nella primavera 2005 la Finquattro s.r.l. affida allo studio degli architetti Miriam Cortinovis e Norberto Perolari l’incarico per la progettazione architettonica e urbanistica dell’area adiacente alla chiesa della Madonna del Pianto di Albino, individuata dal PRG, a quel tempo in vigore, come Piano Norma 25 e Piano Norma 26. Si trattava di dare forma ad uno schema planimetrico ad “elle” “figlio” dei citati Piani Norma (condiviso nella sostanza anche dallo studio degli architetti incaricati della progettazione) e con l’onere ulteriore di ricomporre architettonicamente l’intelaiatura strutturale di un edificio esistente, a due piani, nato per assumere la forma di un semplice parallelepipedo a vocazione artigianale.
Il tema progettuale diventava a quel punto quello di ridisegnare il contesto della chiesa della Madonna del Pianto, allora “soffocata” dalla viabilità e dalle infrastrutture circostanti (cabina ENEL, serre, ecc.), in modo da restituire a quest’ultima il ruolo che le competeva attraverso il disegno di un grande spazio urbano in grado di assumere l’identità di una nuova piazza. L’area della nuova piazza veniva così “disegnata” e definita trovando nell’integrazione delle linee direttrici dei tre volumi principali (nuovi corpi ad “elle” e chiesa) la necessaria “dimensione” finalizzata al conferimento della piena percezione e lettura del nuovo spazio urbano. La proposta architettonica (nella sua veste attuale) nata dallo studio degli architetti Cortinovis e Perolari, in funzione anche dell’obbligo di PRG di inserire superficie residenziale, prevedeva un secondo corpo a pianta trapezia allungata con la necessità di realizzare un piano in più rispetto a al corpo parallelepipedo esistente (al fine di “sviluppare” tutta la superficie disponibile). Quest’ultimo piano, residenziale, veniva previsto in arretramento al fronte principale costituito da ampi terrazzi rivestiti con pannellature orizzontali effetto legno in grado di definire e comporre, alternandosi ai vuoti volutamente dilatati, l’intera nuova facciata. È quindi l’insistente ricerca della percezione di “orizzontalità” a reggere l’idea compositiva, conferendo attraverso ciò quel necessario legame di appartenenza alla piazza dei nuovi edifici caratterizzati dalla presenza al piano primo di volumi aggettanti verso lo spazio pubblico che danno luogo ad ampi spazi coperti (porticati) di forte “permeabilità”. Si è trattato quindi di trovare forme che, pur non identificandosi come volumi urbanistici, non assumessero la connotazione di comuni balconate (nel senso tradizionale) ma altresì quella di specifici elementi architettonici compositivi di facciata. A tutto ciò si aggiungevano le necessità (richiesta peraltro dall’amministrazione comunale di quel periodo) di realizzare un nuovo assetto viabilistico in corrispondenza del principale accesso, sia al centro storico di Albino (via Mazzini) e sia alla parte alta della cittadina (via …), in una zona caratterizzata dalla confluenza di diversi assi viari e di rivedere i percorsi pedonali con l’adeguamento (in tema di abbattimento delle barriere architettoniche) del sottopasso esistente attraverso la realizzazione di lunghi scivoli di idonea pendenza. Parallelamente alla parte architettonica venivano sviluppati da un lato lo studio viabilistico, che prevedeva una rotatoria in corrispondenza dell’incrocio tra la SP n.35 e la via Del Pianto in modo da consentire sempre l’accesso “in destra” al nuovo complesso (dotato di parcheggi ad uso pubblico anche al piano interrato) e dall’altro il ridisegno dei percorsi pedonali e le relative connessioni con il tessuto urbano esistente, tali da inserire la nuova piazza in un “sistema” in grado di conferire al luogo una nuova vitalità; da qui tutto il citato studio presentato in Consiglio Comunale unitamente allo sviluppo del Programma Integrato di Intervento. In un secondo tempo, per problemi di compatibilità con le normative viabilistiche della Provincia di Bergamo, viene abbandonato lo sviluppo viabilistico proposto che verteva principalmente nella realizzazione della rotatoria. Quest’ultima infatti, per gli ovvi motivi di scarsa disponibilità di spazio della zona, non poteva soddisfare ai requisiti minimi dimensionali richiesti dal settore viabilità della citata Provincia di Bergamo in qualità di titolare della Strada (per l’appunto) Provinciale n.35. Oggi, a distanza di ormai 4 anni dal progetto preliminare, per effetto del nuovo “carico” a livello viario ed in funzione della futura apertura del centro commerciale Honegger la nuova amministrazione, impegnata a risolvere con decisione gli aspetti che generano problematiche legate al congestionamento del traffico, ha ripreso il tema della rotatoria (rivedendone leggermente la collocazione), rafforzando e privilegiando i percorsi pedonali di superficie abolendo il sottopasso (che per problemi di normative in tema di abbattimento delle barriere architettoniche, necessitava di lunghi ed ingombranti scivoli di accesso) creando attraversamenti protetti “a raso”. |