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Il CIAI si fa conoscere Stampa

Il C.I.A.I, ossia Centro Italiano Aiuti all'Infanzia, è un ente che ha la propria sede a Milano e vanta, ad oggi, 41 anni di attività alle spalle. Due privati cittadini di Cene, i coniugi Flaviana e Paolo Cortesi ne fanno parte da diverso tempo: “L'abbiamo conosciuto – precisano marito e moglie - quando abbiamo deciso di aprire un sostegno a distanza. Dopo averci pensato a lungo e passato in rassegna le diverse onlus per valutarne la serietà, abbiamo sentito un piccolo servizio a Radiouno sul Ciai appunto e così l'abbiamo contattato. Questo è accaduto 8-9 anni fa. Da allora la nostra conoscenza del Centro si è approfondita: siamo stati per ben due volte in Cambogia, uno dei pochi paesi dove Ciai opera, con India, Vietnam, Burkina Faso e pochi altri. Abbiamo potuto appurare di persona i progressi dei progetti collettivi (sanitari, culturali, scolastici) e vedere la bambina che sosteniamo a distanza nella sua famiglia.” “Anche questa è una scelta del Centro – approfondisce Paolo - cioè quella di organizzare i viaggi finalizzati ad una maggior conoscenza e vicinanza. Siamo molto soddisfatti della serietà e del modo di operare di questa realtà umanitaria, che mette al primo posto, in tutte le sue scelte, i diritti dei bambini, e, cosa importante, non spreca soldi ed è molto trasparente”.

Una nota di rammarico emerge da una considerazione che Paolo esprime in coda a questo suo disquisire: “Qui, nella nostra zona, gli unici volontari Ciai siamo io e mia moglie Flaviana; altri risiedono in Bergamo e provincia, ma non tutti i soci sostenitori fanno attività di volontariato”. Per coloro che fossero interessati ad approfondire la natura di questo ente è disponibile anche un sito internet, dal quale apprendere la tipologia dell’attività esercitata e del servizio elargito, che è www.ciai.it. Leggendo, si scopre che Ciai si fa promotore di numerose attività, anche divulgative, “alle quali – aggiunge Paolo – in verità, non sempre riusciamo a partecipare, perché la sede si trova a Milano e gli impegni di famiglia e lavoro spesso ci trattengono qui. Purtroppo, per tale ragione, spesso nelle province ne arriva solo l’eco e per questo, probabilmente, in questa zona della valle è poco conosciuto”.

Per il terzo anno consecutivo – hanno proseguito i coniugi Cortesi - noi abbiamo aderito come volontari all’iniziativa di piazza tenutasi in dicembre, che quest’anno ha proposto l’acquisto di una graziosa borsina rossa contenente due ottimi cioccolati personalizzati Ciai, con un’offerta minima di 7 euro. Ovviamente l’acquisto non era obbligatorio, ognuno poteva lasciare quello che si sentiva, anche solo 50 centesimi. La nostra piazza, per il primo e secondo, è stata Albino, l’anno scorso in via Mazzini e poi anche quest’anno, davanti al Municipio; poi, noi ci siamo anche un po’ “allargati”: il 12 e 13 dicembre, come associazione, eravamo presenti in circa 80 piazze italiane, tra cui Albino appunto. Noi due, personalmente, abbiamo presenziato anche a Cene un paio di volte; sul piazzale del sagrato di Abbazia, una domenica mattina; nel piazzale di un bar sulla via Lunga un sabato; e poi ancora ad Albino in occasione di un mercato settimanale”.

A fronte dell’esperienza vissuta nel corso del 2009 il commento è più che positivo: “Il risultato dell’anno trascorso ci pare molto buono; credo che Albino si sia rivelata una delle piazze migliori; abbiamo superato i 1.000 euro di raccolta. Questo incasso verrà utilizzato per progetti di scolarizzazione in Cambogia, India e Burkina Faso”.

L’appagamento nostro personale non è la cosa più importante – conclude Paolo - anche se non nego che abbia una sua valenza seppur minima; importante è la convinzione e il coinvolgimento in ciò che si fa. Conosciamo situazioni di sostegno a distanza poco degne di questa definizione, sostenitori che non sanno nemmeno in quale parte esatta del pianeta vada il loro contributo, se ci va e quanto ne arriva; una volta versati i soldi, una volta all’anno, si sentono “a posto”. Questo secondo me non è sostegno a distanza vero e proprio, è fare beneficenza, che va bene, ma non va confusa con altro. Chi ha dei meriti è giusto che gli vengano riconosciuti ed in questo caso il Ciai è un ottimo esempio che ci auguriamo possa essere colto da molte altre persone interessate a questo tipo di adozioni”.

Gloria Belotti

 

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