Un libro sui prigionieri di guerra |
Il consiglio comunale di Albino ha deciso di consegnare due benemerenze ai presidenti delle associazioni degli ex-combattenti e reduci della prigionia, ancor’oggi presenti sul territorio comunale di Albino. Gli insigniti del riconoscimento risultano essere Mario Rota Scandella e Carillo Gnecchi. Quest’ultimo reduce è il padre di Manuel Gnecchi, che recentemente ha pubblicato un libro proprio sulla storia del genitore. Un volume che, come un forziere della memoria, raccoglie i ricordi della guerra e che mette a disposizione gratuitamente per le persone che esprimeranno il desiderio di possederne una copia. Il libro si intitola “Dovetti solo pensare a come salvare la mia vita. Storia di un giovane bergamasco durante la seconda guerra mondiale: Carillo Gnecchi”.
Sin da piccolo Manuel ha imparato a riflettere, guidato dai continui racconti del padre, e lui stesso, nell’introduzione al suo libro, afferma: “Ho passato tanti momenti della mia vita ad ascoltare i racconti di guerra di mio padre che, essendo anche un abile oratore, affascinava tutti narrando le sue disavventure belliche con intenso realismo e con dovizia di particolari. Chi ascoltava non poteva non sentirsi pienamente coinvolto e non interrogarsi sugli avvenimenti storici di quel periodo che condizionarono pesantemente la vita di gran parte degli abitanti di tutto il mondo e degli italiani, in particolare”. La signora Ghecchi ha maturato l’idea di raccogliere le testimonianze del marito in un libro; così Manuel ha colto il suggerimento all’istante e si è messo d’impegno “perché non poteva andare perduta una testimonianza così lucida e diretta – commenta il figlio - su come un giovane di vent’anni abbia dovuto sopportare situazioni difficilissime e di come la sua vita fosse stata del tutto condizionata dai fatti storici italiani e mondiali dell’epoca”. Affrontando la lettura, emerge una caratteristica di fondo: a differenza di altri libri di testimonianze di guerra che sono stati scritti e che si concentrano spesso su situazioni o periodi circoscritti, qui viene narrato un arco di vita che va dal 1940 al 1945, all’interno del quale si dimostra come ogni situazione in cui si è trovato coinvolto Carillo Gnecchi sia stata diretta conseguenza dei grandi fatti storici noti a tutti. “Dall’entusiasmo iniziale del 1940 con la partenza volontaria per la guerra, conseguenza naturale e quasi auspicata per un giovane nato nel 1923 e cresciuto nel ventennio fascista con addosso l’indottrinamento tipico del regime – scrive Manuel sempre in introduzione – si passa ai primi ripensamenti, fino all’adesione ai primi movimenti partigiani nella Provincia di Bergamo dopo l’8 settembre 1943, abbandonati poi per aver compreso gli enormi rischi per sé e per i familiari. Si arriva così alla chiamata da parte della R.S.I. e all’invio sul fronte laziale proprio mentre era in atto l’offensiva degli americani dopo lo sbarco di Anzio e Nettuno, ai successivi tentativi di fuga e alla conseguente deportazione in Polonia come deportato politico”. La narrazione poi si fa più densa di fatti e di passaggi cruciali per il protagonista; si apprende, infatti, che egli venne costretto a trascorrere pochi mesi in un campo di lavoro; poi, inizia nel gennaio 1945 coi suoi nuovi compagni di sventura una rischiosissima ritirata invernale verso la Germania, inseguito dai bombardamenti russi, fino al difficoltoso rientro in Italia avvenuto a guerra ampiamente finita. “In brevissimo tempo, mio padre passa da una giovinezza colma di falsi ideali, la vittoria, la potenza, la superiorità, a una lotta per la sopravvivenza, con la scoperta dei valori più veri: l’amicizia, la fede, la solidarietà, la famiglia, la vita. Questo è il messaggio che nasce profondamente da questa storia che è raccolta in 15 capitoli ricchi di pagine drammatiche e di avvenimenti a volte quasi assurdi, ma assolutamente reali e vissuti. Credo siano alcune decine di pagine ricche di sentimenti, sensazioni, sofferenze, pensieri che non possono lasciarci indifferenti e che ci insegnano che non dobbiamo dimenticare che la pace è un bene prezioso che va perseguito e mantenuto sempre”. Il volume è correlato anche da un settore cronologia, in cui Manuel Gnecchi ha fedelmente riportato la scansione temporale degli avvenimenti storici, relazionandola con le vicende di vita del proprio padre. Un appuntamento con la lettura da non perdere, quindi, che ricade, non a caso, nel momento dell’anno dedicato alla memoria storica. Gloria Belotti |