Editoriale |
Natale e le altre feste di fine anno si stanno avvicinando e, come sempre, ognuno di noi cerca di fare un proprio bilancio dell'anno che si sta chiudendo. Il 2009 appena trascorso ha portato sicuramente per molti problemi di lavoro, di mantenimento proprio e della famiglia, di rinuncia a progetti, di incertezza e, quindi, l’allegria, la spensieratezza e la felicità di questi giorni non sono poi sensazioni così vere. Pur essendoci un clima natalizio e, nonostante tutti gli organismi economici internazionali ci dicono che la crisi è alle spalle, siamo tutti un po’ più preoccupati, non nascondiamocelo. Nulla sarà come prima; ad ognuno di noi sarà capitato sicuramente di attraversare un periodo dove tutto andava per il verso sbagliato; sul lavoro, in famiglia, negli affetti.
Con estrema fatica, però, siamo usciti dal buio; ci siamo rialzati.....magari più forti di prima! Sempre gli economisti di prima (stando a quel che dicono) siamo proprio noi italiani i più reattivi; per dirla con un termine ciclistico, siamo noi quelli che tirano la volata. Qualcuno ci batterà sicuramente ma, la nostra capacità di soffrire nei momenti di crisi ci fa riscoprire in noi quei valori e sentimenti che ci contraddistinguono.
Essendo, appunto, in clima natalizio e sconfinando in problemi che vanno al di là di Albino (mai pubblichiamo notizie nazionali o estere, al provinciali) permettetemi di ritornare sulla decisione della Corte Europea dei diritti dell’uomo che ha intimato lo “sfratto” al crocifisso dalle aule scolastiche, perché comporterebbe una forma di violazione dell’art. 2 del protocollo 1 allegato alla convenzione europea; in altre parole, secondo la Corte, il crocifisso costituirebbe una violazione della libertà dei genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni e della libertà di religione degli alunni, i quali avvertirebbero di essere educati in un ambiente scolastico che ha il marchio di una data religione. Sulla preparazione giuridica dei membri della corte di Strasburgo non mi permetto di eccepire. Sulla loro conoscenza della storia, invece... Il crocifisso è uno dei simboli della nostra storia e della nostra identità e la cristianità (al di là che uno sia più o meno credente, più o meno praticante) rappresenta le radici della nostra cultura. GUAI RINNEGARE LA RELIGIONE (DI QUALSIASI CEPPO ESSA SIA) DALLA NOSTRA STORIA PASSATA, PRESENTE E FUTURA. La religione è parte integrante della cultura di qualsiasi popolo. Come tutti i simboli religiosi (campanili, santelle...) anche l’esposizione del crocifisso nelle scuole deve essere vista, più che in senso religioso, in riferimento alla storia e alla tradizione dell’Italia, perché la presenza del crocifisso rimanda ad un messaggio morale che non lede la libertà di aderire o meno alla religione cristiana. Hanno poco o nulla a che fare con l'insegnamento scolastico, però io mi chiedo: “anche l’arte sacra riempie i nostri musei, i campanili i nostri paesaggi. Allora, che fare, distruggere tutto?” Nella mia ignoranza, credo che le cose da “sfrattare” siano ben diverse e, soprattutto, non stanno appese qua e là, ma si trovano sempre più dentro ad ognuno di noi! Con Natale celebriamo la nascita di Gesù, chissà che la corte Europea dei diritti dell’uomo, non ritenga utile eliminare anche questa celebrazione. Per ora vogliate accogliere i nostri più sinceri auguri di Buon Natale, e felice anno nuovo |