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Una lente su...la scuola Stampa

 

Come promesso lo scorso numero, oggi cominciamo a fare il punto sulla situazione della scuola ad Albino. In questi giorni è cominciata l’analisi dei piani di diritto allo studio presentati dalle scuole statali di primo e secondo grado. Il piano di diritto allo studio è il documento con cui le scuole statali chiedono all’amministrazione comunale di supportare economicamente da un lato la gestione ordinaria degli istituti, dall’altro una parte dell’attività didattica. Rispetto alla gestione ordinaria (cancelleria, carta, detersivi, carta igienica, ma anche l’assistenza alla mensa da parte del personale non docente, ecc.), i finanziamenti ministeriali, ridottisi di anno in anno, sono ormai arrivati al minimo possibile, cioè ZERO. Quindi il comune si deve fare carico completamente di finanziare questa tipologia di spesa. Per quanto riguarda il supporto alla didattica, non si intende l’attività ordinaria, ma i cosiddetti progetti speciali, cioè attività didattiche a complemento dei programmi ministeriali in senso stretto (laboratori, mini corsi, ecc.). Il dettaglio dei piani e della loro approvazione verranno trattati nel prossimo numero.

 

Vorrei invece fare qualche riflessione sugli edifici scolastici, la maggior parte dei quali è conosciuta da molti. Le Bulandi appena rifatte, le medie di Abbazia con la palestra nuova, ma anche la scuola elementare di Comenduno, per la quale va definito in brevissimo tempo un progetto di sostituzione completa dato il livello di inadeguatezza che la caratterizza. Certo altre non sono poi tanto meglio: la scuola elementare di Bondo è un monumento alla barriera architettonica e allo spreco energetico, la scuola elementare di Desenzano, che tutto sommato se la cava, ha una palestra di cui andrebbe quanto meno rifatta la copertura e il sistema di riscaldamento. La scuola media di Albino ha una palestra ad uso delle elementari che si trova sul tetto, quindi sulla testa degli studenti dei piani inferiori, chiaramente senza le dovute insonorizzazioni; contemporaneamente ospita la sede della Banda, con conseguente riduzione degli spazi complessivi. La scuola materna di Desenzano ha un ottimo cortile interno, ha spazi ampi, ma non ha l’accesso per i mezzi di soccorso e si trova su diversi piani senza ascensore.

Lo stato deprimente di molti edifici ha fatto ipotizzare, negli anni scorsi, la realizzazione di un nuovo complesso scolastico da realizzarsi in zona Ripa, cioè a cavallo tra le frazioni di Desenzano e Comenduno, denominato Polo Scolastico. Per valutarne la fattibilità è stato indetto l’anno scorso un concorso di idee, cui hanno partecipato più di 80 professionisti, ai quali è stato chiesto di realizzare una struttura in grado di accogliere contemporaneamente gli studenti di tutte le elementari delle frazioni (Bondo, Desenzano e Comenduno), la materna di Desenzano, e la direzione didattica. I progetti selezionati hanno poi dimostrato, chiaramente, in modi differenti, che per rispettare questo mandato progettuale andrebbe sacrificato tutto il prato attualmente di fronte alle medie di Desenzano, oltre al parcheggio attualmente utilizzato per le giostre. Piccola nota polemica di contorno: ci siamo più volte chiesti come sia stato possibile, nel momento in cui si avvia un progetto così importante in quella posizione, non avere esercitato il diritto di prelazione sulla Ripa, perdendo la possibilità per la città di disporre di un monumento così importante per la sua storia passata e così utile oggi.

A noi è parso immediatamente necessario provare a ridimensionare questo mandato, verificando la possibilità di non spostare tutte le scuole, ma soltanto alcune. In tal senso ci siamo attivati per una rivalutazione approfondita di tutti gli edifici, attività ancora in corso. Ma vanno anche considerati altri fattori. Come più volte segnalato dai cittadini delle frazioni, le scuole elementari contribuiscono al consolidamento dell’identità della comunità che vi si raccoglie. Certo questa riflessione vale sia se consideriamo le singole comunità di frazione, sia se consideriamo la più vasta comunità della città di Albino. In sponda destra, non è più costituita da molti centri isolati, ma di fatto da un continuo di abitazioni, dagli Honegger all’Isla e dall’ASL a Bondo. Del resto l’esperienza della scuola elementare unica in Valle del Lujo, dimostra che unirsi si può fare, e, almeno in quel caso, credo che la scuola abbia contribuito proprio alla costruzione di un’identità di Valle superando quelle di singole frazioni.

C’è poi il problema della viabilità circostante le scuole. Parliamo molto di Piedibus, della possibilità cioè che i nostri figli possano andare a scuola a piedi. Noi, 30 anni fa, lo facevamo tranquillamente. Oggi, al contrario, abbiamo bisogno di accompagnatori. E il motivo principale è rappresentato dalle nostre strade, troppo trafficate, senza marciapiedi e con un traffico troppo veloce anche in centro abitato. Immaginando di costruire una scuola nuova, credo che andrebbe valutato il contesto viabilistico in cui realizzarla, proprio per cercare, almeno in parte, di favorire queste buone pratiche. Andrebbe dotata di spazi verdi, di palestra dignitosa, di parcheggio per gli insegnanti ma anche per i genitori.

Un’ultima considerazione riguarda la necessità di diminuire il numero complessivo dei plessi. Attualmente gestiamo ben 5 plessi (edifici) di scuola elementare (Bulandi, Bondo, Desenzano, Comenduno, Vall’Alta). Ognuno di questi ha bisogno della sua palestra, dei suoi bidelli, della sua mensa, dei suoi laboratori, ecc. Sulle strutture lascio libero il pensiero di ognuno. Voglio, però,richiamare all’attenzione la prima conseguenza diretta della nuova riforma della scuola voluta dal ministro Gelmini. La riduzione progressiva del personale ha tagliato, dall’anno scorso a quest’anno, ben 2 bidelli e mezzo sulla direzione didattica, quindi sulle elementari. La conseguenza immediata si è manifestata nel plesso di Vall’Alta, in cui nel pomeriggio è presente un solo bidello, con seri problemi di gestione dei bambini all’uscita da scuola. Per l’anno prossimo dovremo aspettarci ulteriori tagli e per il successivo altri ancora. Mi chiedo come potremo continuare a mantenere in esercizio un numero così elevato di plessi, venendo a mancare il personale necessario. O avviamo un percorso di accorpamento, pur volendo ridimensionare il progetto del Polo Scolastico, o saremo costretti ad affidare incarichi di custodia degli edifici e assistenza agli alunni, a carico del comune. Speriamo che in questo senso il federalismo fiscale ci restituisca qualche risorsa, perché per il momento ci è stata invece tolta anche l’Ici.

Le decisioni non sono prese. Il processo per giungervi sarà all’insegna della partecipazione dei cittadini perché i temi in gioco sono di primaria importanza per la città. Cerchiamo però di arrivare alla condivisione degli obiettivi in tempi brevi perché almeno la scuola di Comenduno va rifatta con solerzia.

 

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