Una lente su…l’urbanistica |
La crisi edilizia ad Albino e alcuni stimoli per la ripresa A distanza di qualche giorno dalle elezioni, la nuova amministrazione comunale si è trovata a fare i conti con due problemi, davvero scottanti, che ormai da tempo erano sul tavolo: il primo è la soluzione della controversia relativa all’intervento commerciale Honegger, definito un “ecomostro” dallo stesso ex sindaco Rizzi, che insieme al suo predecessore Cugini ne è stato il promotore ( si veda approfondimento dedicato in questo numero); il secondo è il piano urbanistico per realizzare un nuovo insediamento residenziale, commerciale e uffici nell’area verde vicina alla stazione del tram. La nuova amministrazione ha preso decisioni coraggiose su entrambi gli argomenti, con l’obiettivo di fare chiarezza in situazioni estremamente ingarbugliate.Senza dilungarci in dettagli, per i quali si rinvia ai due approfondimenti specifici, possiamo limitarci a dire che entrambi gli interventi sono caratterizzati da una scarsa sostenibilità ambientale, economica, sociale. In qualche modo rappresentano l’esempio da non percorrere, un modello di sviluppo del paese basato sulla quantità e non sulla qualità. I nuovi amministratori hanno dovuto fare i conti anche con un altro problema, che riguarda globalmente il territorio e la società albinese: la crisi delle attività produttive ed in particolare il brusco rallentamento dell’edilizia. Dopo “gli anni dell’abbondanza”, negli ultimi periodi anche l’attività edilizia albinese è entrata in piena crisi. Il problema evidentemente è globale e va ben oltre i confini albinesi. Tuttavia, l’indigestione di metri cubi degli ultimi anni ci ha lasciato in eredità una grande quantità di case ancora invendute e questo peso inevitabilmente rallenterà la ripresa dell’attività. Come è accaduto anche per altri settori produttivi, l’aver puntato tutto sulla quantità si è rivelato un grave errore che credo pagheranno le prossime generazioni. Un’espansione edilizia disordinata, spesso realizzata senza adeguate infrastrutture come acquedotti, fognature, parcheggi, ha prodotto una quantità di alloggi superiore rispetto a quanto fosse necessario, molti dei quali resteranno vuoti ancora per parecchio tempo. Dai giornali sentiamo dire chi ci governa che la ripresa è vicina. Oggi, ad Albino, ci sono tutti i segnali di una crisi ancora molto forte e che sembra non accennare a diminuire. È evidente che, in questo contesto, le famiglie abbiano poche risorse da investire per interventi edilizi nelle proprie case, e questo mette in forte difficoltà molti degli artigiani che operano nel nostro territorio. La crisi si riflette inevitabilmente anche sulle casse comunali, a causa del mancato introito degli oneri di urbanizzazione. Conseguentemente, diventa più difficile realizzare investimenti in opere pubbliche e realizzare servizi al cittadino. E’ necessario che le istituzioni guardino oltre questa congiuntura negativa, e nel nostro piccolo, anche noi amministratori comunali abbiamo il dovere di governare la ripresa dello sviluppo della città. Diverse sono le azioni che possiamo mettere in campo, alcune a brevissima scadenza, altre da programmare nei prossimi mesi. Prima di tutto è necessario affrontare un problema che è emerso sempre più in questi anni: a causa di una burocrazia asfissiante, di tempi di attesa inaccettabili, di regole spesso incomprensibili per gli stessi addetti ai lavori, di un atteggiamento poco attento e poco rispettoso dei bisogni dei cittadini, il Comune è visto spesso come un “nemico”. Decine e decine sono le persone che abbiamo incontrato in questi mesi che ci hanno raccontato le loro storie e che ci hanno descritto i problemi incontrati nel rapporto con il Comune. È capitato di sentire persone che hanno dovuto aspettare due mesi per un’autorizzazione a tinteggiare la propria casa o per sostituire le tegole del tetto. Non può semplicisticamente scaricare la colpa sugli uffici, bisogna invece cercare di interpretare il disagio delle persone e definire una risposta complessiva, che punti a semplificare i rapporti tra il Comune ed il cittadino. Naturalmente non speriamo di azzerare gli intoppi e i conflitti, ma crediamo che regole il più possibile comprese e condivise aiuteranno a ridurli di molto. Occorre mettere subito mano alla questione, cercando di costruire insieme al personale dipendente ed ai professionisti che operano nel settore edilizio un quadro di regole che sia il più possibile condiviso e che punti a sburocratizzare i rapporti tra cittadino e Comune. Abbiamo avviato in questi giorni un lavoro di modifica del regolamento edilizio comunale, che unisce allo stesso tavolo i tecnici del comune e circa quindici liberi professionisti che si sono offerti volontariamente, con l’obiettivo di snellire le pratiche e semplificare il lavoro dei progettisti e degli uffici comunali. Il nuovo regolamento edilizio dovrebbe essere pronto per la primavera prossima. Speriamo così di dare un primo, immediato, segnale di cambiamento, con la speranza che questo sia il primo passo di un nuovo modello di governo della città, che punti ad essere più vicino ai bisogni dei cittadini e orientato verso uno sviluppo qualitativo del territorio. Silvano Armellini
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